Classe 1962, l’ing. Socal ha intrapreso nel 1980 l’attività artigiana e si è laureato nel 1991 in ingegneria elettrotecnica a indirizzo impiantistico presso il Politecnico di Milano. Ha progettato, costruito, installato e manutenuto:
– apparecchiature speciali per impianti di combustione industriali;
– strumentazioni fisse di analisi fumi e trasmissione automatica quotidiana dei dati;
– sistemi di automazione industriale;
– numerosi impianti di combustione industriali e civili con utilizzo di gas, olio combustibile e combustibili non convenzionali di risulta da processi tecnologici.
In consorzio con altri installatori, ha ristrutturato impianti di riscaldamento civili e fornito servizio energia. Ha inoltre effettuato rilievi in campo, registrazione ed elaborazione di dati di processo finalizzati all’ottimizzazione di impianti civili e industriali a ciclo termico. Si occupa di consulenza industriale con particolare riferimento alle emissioni in atmosfera e all’analisi di software applicativo termotecnico. È docente in numerosi corsi di aggiornamento professionale per progettisti, certificatori energetici, installatori, conduttori e manutentori di impianti termici. Partecipa a numerosi gruppi di lavoro presso il Cti (redazione e revisione di norme Uni e Cen), in rappresentanza dell’Anta, ed è stato rappresentante italiano, coordinatore e membro attivo in numerosi gruppi di lavoro per la produzione di norme europee (CEN/TC 228). Attualmente è membro attivo del CEN/TC 371 WG1 che sta preparando le norme EN generali per l’applicazione della direttiva EPBD recast.
Da sempre, la passione di Laurent Socal è costruire oggetti con le proprie mani: «Avevo non più di otto anni quando feci funzionare il primo circuito elettrico – una sorta di semaforo posto fuori della mia camera. A quattordici anni assemblai il mio kart usando un motore da Vespa. Un giorno mio padre – l’ing. Roberto Socal, che ha ricoperto per anni il ruolo di direttore tecnico di un’azienda che produce bruciatori industriali – portò a casa una saldatrice e un compressore. Poco tempo dopo avevo realizzato un braccio di sollevamento che usavo col trattore. Passato l’esame di elettronica all’università, ho realizzato dispositivi elettronici fra i più vari che sperimentavo direttamente.».
Non c’era modo di tenerla a freno…
«Mi è sempre piaciuto il lato pratico delle cose. Raggiunta la maggiore età aprii un’impresa artigiana. In oltre trent’anni d’attività ho fatto veramente di tutto. Ho iniziato nel settore del “fuoco”: installare bruciatori industriali voleva dire realizzare impianti idraulici, impianti elettrici e anche strutture in carpenteria metallica. Come costruttore di apparecchi ho prodotto serbatoi di servizio, gruppi di pompaggio per olio combustibile, strumenti per l’analisi in continuo dei fumi. Mi è capitato anche di fornire piccoli sistemi di automazione industriale. Ho affrontato tutti questi incarichi partendo dal presupposto di analizzare e, se necessario, riprogettare e realizzare o far realizzare su misura tutti quei componenti che, anche se reperibili sul mercato, non mi soddisfacevano dal punto di vista delle prestazioni e/o dell’affidabilità.
La prima attività importante fu la realizzazione di serbatoi di servizio per impianti a olio combustibile, da interporre fra cisterna e bruciatori. In questo caso, oltre a studiare le modalità di realizzazione dei componenti qualificanti (scambiatore e controlli di livello), a produrli e ad assemblarli con le mie mani, ne seguivo anche l’installazione. Un anno ne costruii così tanti che, avendo sostenuto pochi esami, fui costretto a partire per il servizio di leva…».
Come ha coniugato un’attività impegnativa come quella artigianale con lo studio universitario e la successiva pratica professionale?
«Decisi di studiare ingegneria elettrotecnica perché era l’indirizzo meno specialistico, che mi avrebbe permesso di spaziare a più ampio raggio in quella che continuava a essere la mia prima attività. Ero e sono molto più interessato a capire il contesto piuttosto che ad approfondire un campo specifico. Questo mi ha permesso di fronteggiare incarichi ad ampio spettro, all’interno dei quali – quando necessario – trovavo lo spazio per progettare la soluzione specifica. Non è stato facile: per queste ragioni ho sempre prediletto le commesse complesse, seguendo in prima persona tutta la loro evoluzione, senza soci né dipendenti.
Mi sono laureato nel 1991 ma, ovviamente, ho continuato a lavorare in proprio. Purtroppo il settore industriale nel quale trovavo i miei clienti iniziò il suo declino così, parallelamente, entrai a far parte di Sinertec, un consorzio di installatori di Padova che fornisce servizio energia ed ora anche global service, avvicinandomi come progettista al settore del riscaldamento degli edifici civili. Già una decina di anni fa, installavamo caldaie a condensazione e sistemi di termoregolazione in edifici esistenti: purtroppo l’assenza di modalità adeguate di finanziamento di quegli interventi (problema ancora attualissimo) ha limitato quella interessantissima esperienza. Ho effettuato anche consulenze per diverse realtà industriali e, sempre seguendo l’esempio di mio padre, anche grazie alla buona conoscenza delle lingue, mi sono progressivamente interessato all’attività normativa. Purtroppo, nel frattempo, il processo di deindustrializzazione del nostro paese ha coinvolto molte delle aziende per le quali lavoravo, così l’attività come artigiano è andata progressivamente scemando anche se continuo a mantenere in perfetta efficienza l’officina, il furgone e tutte le mie attrezzature».
Di cosa si occupa oggi l’ing. Socal?
«Di tutto quanto riesce ad interessarmi! Per quanto possibile rimango un artigiano che progetta, assembla, installa e mantiene in efficienza impianti di combustione industriali. Al contempo sono consulente per gli aspetti energetici e ambientali presso alcune importanti aziende del settore farmaceutico e in quello della produzione di software termotecnico. Partecipo alla stesura di norme tecniche in ambito nazionale ed europeo, portando un bagaglio pratico che ritengo assai utile. Attualmente, però, la mia principale occupazione è forse quella di docente in corsi di formazione e aggiornamento professionale, indetti da diversi enti e associazioni. Si tratta di un’attività iniziata quasi per caso, con alcuni incontri organizzati per affrontare l’argomento della certificazione energetica quando si trattava ancora di una novità. Oggi, ormai, dedico almeno il 30% del mio tempo alla formazione ed alla convegnistica, in particolare per iniziative di formazione volontaria».
Dal 2009 è presidente dell’Associazione Nazionale Termotecnici ed Aerotecnici (Anta)…
«Si tratta di un’associazione senza scopo di lucro che, dal 1964, promuove la cultura tecnica fra tutti gli operatori del settore termotecnico, in modo trasversale. Fra i soci ci sono soprattutto progettisti e tecnici, ma sono presenti anche installatori, gestori, manutentori, costruttori e persino amministratori di condominio. L’idea che ci guida è che le figure principali del mercato degli impianti termoidraulici devono non solo saper fare bene la propria professione ma, anche, collaborare fra loro per fornire il miglior servizio al cittadino. Con la progressiva estensione degli obblighi di termoregolazione e contabilizzazione di tutti gli impianti centralizzati esistenti in Italia, abbiamo sentito l’esigenza di proporre al mercato una figura di riferimento, l’“Operatore Esperto”, in grado di fornire un servizio corretto e utile e di diffondere e pubblicizzare i contenuti minimi di alcuni servizi (termoregolazione, contabilizzazione, diagnosi energetica e firma energetica), in modo che gli stessi committenti siano consapevoli rispetto all’operato dei propri fornitori. L’iniziativa ha già raggiunto importanti risultati in Piemonte, prima regione interessata dall’obbligo in questione».
a cura di Livia Giannellini