Presentato il 9° Rapporto Congiunturale e Previsionale del CRESME sul Mercato dell’installazione degli impianti negli edifici in Italia 2023-2025 che ha messo in evidenza gli ultimi dati annuali relativi ai bandi di gara per contratti pubblici, che quantificano il mercato per un valore a base di gara di 60,8 miliardi.
Si tratta di 7.891 bandi per attività di installazione, manutenzione e gestione di impianti civili e industriali, la realizzazione di nuovi impianti, la riqualificazione, manutenzione e gestione di impianti esistenti, nonché la costruzione/riqualificazione, manutenzione e gestione di altre opere complete di impianti civili e industriali.
Un livello d spesa eccezionale, pari a più del triplo del livello medio su cui il mercato si è attestato nel corso degli anni 2000.
“Si tratta di una crescita a cui contribuisce significativamente il PNRR, ma rispetto alla quale incidono anche altri programmi avviati in precedenza – dichiara l’arch. Lorenzo Bellicini, Direttore Tecnico Cresme – Una prima accelerazione dei bandi e delle aggiudicazioni si è avvertita a partire dalla seconda metà del 2020, con l’introduzione delle semplificazioni disposte dai DL 32/2019 e 76/2020, sostenuta primariamente dalle infrastrutture di trasporto definite dalla programmazione degli anni 2015-2019. A partire da dicembre 2021 si assiste a una seconda accelerazione dei bandi e delle aggiudicazioni con l’avvio della fase di affidamento dei contratti legati al PNRR e al Piano nazionale Complementare (PNC). Con quest’ultima fase, si affiancano alle infrastrutture di trasporto gli obiettivi strategici di diffusione sull’intero territorio nazionale delle reti di telecomunicazione a banda ultra larga e 5G per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione della pubblica amministrazione, lo sviluppo di una rete di infrastrutture di trasporto digitale, sostenibile e interconnessa. Ne consegue un ulteriore rafforzamento del peso degli impianti all’interno del mercato complessivo dei lavori pubblici, dal 51,6% del 2020, al 64% del 2021 fino a più del 72% lo scorso anno.”
La dinamica espansiva registrato dal mercato dei bandi di gara (+23,9% il numero e +144,3% il valore a base di gara) si inserisce, amplificandola, in quella del mercato complessivo delle opere pubbliche (+6,5% il numero e +117% la spesa nel 2022), entrate in una fase di forte espansione, destinata a proseguire nel medio periodo e disegnare una nuova competitività territoriale.
La recente fase di crescita, ripresa dopo la breve interruzione del 2020, trova riscontro nella dinamica espansiva che procede senza sosta dal 2018 a oggi, del numero e degli importi delle gare aggiudicate: è infatti in atto un importante processo di crescita, col valore record del 2022, quando i contratti aggiudicati di gare per lavori che coinvolgono impianti per un importo a base di gara superiore a un milione risultano 2.060, per un valore a base di gara pari a 45,7 milioni, quantità in crescita, rispettivamente, del 14% e del 45% rispetto al 2021.
La classifica della spesa tra tutte le regioni italiane vede rappresentate tutte le macro aree geografiche nelle prime cinque posizioni. Nella classifica della spesa nel 2022 si trovano la Sicilia, in prima posizione con poco meno di 9 miliardi, seguita dalla Campania (effetto ferrovie in entrambe le regioni) con 6,1 miliardi, dalla Lombardia con 5,2 miliardi, mentre si scende sotto i 4 miliardi con Emilia Romagna (di cui 1,4 relativi al servizio idrico integrato di Piacenza), e il Lazio (di cui 949 relativi alla gare per l’efficientamento energetico e miglioramento sismico del patrimonio dell’ATER Provincia di Roma). Si attestano nelle ultime posizioni della classifica, con un importo inferiore a un miliardo, Basilicata e Molise tra le regioni meridionali, e poi Umbria, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta.
Meno della metà del mercato dei lavori che prevedono attività di installazione, manutenzione e gestione di impianti civili e industriali, è di piccola dimensione (con importo segnalato che non supera i 500 mila euro). Nel 2022 l’incidenza dei piccoli appalti, si è ridotta attestandosi sul 38%, con un conseguente calo anche del peso economico (poco più del 3% nel 2018, 2,7% nel 2019, 2,6% nel 2020, 2,2% nel 2021 fino a meno dell’1% nel 2022), e un rafforzamento del peso dei tagli più grandi. Viceversa, il 2022 segna una fortissima crescita delle gare di importo superiore a 50 milioni che, scese a 44 per una cifra d’affari a base di gara pari a 8,7 miliardi nel 2020, sono passate a 68 per un valore pari a 12,7 miliardi nel 2021 fino alle 167 per un importo di 37,4 miliardi nel 2022. Si tratta della tipologia di contratti con la crescita economica più rilevante, dell’ordine del 193%, per effetto della quale oltre la metà del valore del mercato degli impianti pubblici risulta concentrato in 167 interventi.