L’annuale rapporto Financing and Investment Trends di WindEurope – l’Associazione europea per l’energia eolica – rileva che l’Europa ha investito solo 17 miliardi di euro in nuovi parchi eolici nel 2022, il minimo dal 2009. Il Paese che ha investito di più in nuovi parchi eolici è la Germania, seguita da Finlandia e Polonia.
I 17 miliardi di euro – si legge nel rapporto – hanno finanziato parchi eolici con una capacità totale di 12 GW in tutta Europa, di cui 10 GW nell’UE. Questi parchi eolici verranno costruiti nei prossimi anni e non devono essere confusi con installazioni annuali. Nel 2022 l’UE nel suo complesso ha installato 16 GW e WindEurope stima che costruirà in media 20 GW di nuovi parchi eolici nei prossimi cinque anni. Una quantità record di capacità di energia eolica – continua il rapporto – è passata di mano nel 2022.
Le acquisizioni di progetti hanno raggiunto i 22 GW, con l’acquisto di più progetti in fase iniziale. La quasi totalità della capacità finanziata è stata destinata a parchi eolici onshore. La Francia è stato l’unico paese a finanziare due piccoli progetti eolici offshore galleggianti con una capacità totale di 60 MW. Nessun singolo parco eolico offshore su scala commerciale ha raggiunto la decisione finale di investimento nel 2022.
L’industria eolica – lamenta WindEurope – risente ancora dei maggiori costi di input e delle interruzioni della catena di approvvigionamento. L’aumento dei costi delle materie prime e delle spedizioni internazionali è stato solo amplificato dall’invasione russa dell’Ucraina, dall’elevata inflazione e dall’impennata dei prezzi dell’elettricità durante la crisi energetica dello scorso anno. Di conseguenza, il costo per la produzione di una turbina eolica in Europa è aumentato fino al 40% negli ultimi due anni.
Secondo WindEurope, per riflettere questo aumento dei costi di input i governi devono urgentemente garantire che tutte le aste delle energie rinnovabili siano completamente indicizzate. Le misure di emergenza non coordinate sui mercati dell’elettricità e gli interventi sui mercati nazionali – sottolinea WindEurope – hanno creato incertezza e scoraggiato gli investitori. I limiti alle entrate e le misure nazionali di recupero hanno influito sul business case per i progetti di energia eolica. Questo aumento del rischio, insieme all’aumento dei tassi di interesse, ha scoraggiato gli investimenti nell’energia eolica in Europa. Le banche hanno fornito solo 3,7 miliardi di euro di debito pro-soluto per la costruzione di nuovi parchi eolici. Questo era meno di un quarto dell’importo offerto nel 2021 e l’importo più basso dal 2005.
L’UE – lamenta inoltre WindEurope – non è ancora riuscita a rimuovere i persistenti ostacoli all’espansione dell’energia eolica. L’autorizzazione di nuovi progetti rimane troppo complessa. Ciò influisce anche sulla volontà degli investitori di investire denaro in progetti in fase iniziale. La revisione della direttiva sulle energie rinnovabili attualmente in discussione tra il Parlamento europeo e il Consiglio conterrà però presto miglioramenti fondamentali nella legislazione dell’UE. Ciò include l’interesse pubblico prevalente, scadenze di autorizzazione più brevi e processi di autorizzazione più digitali.
Infine, i tassi di interesse più elevati – conclude WindEurope – hanno avuto un impatto sull’economia dei progetti di energia eolica nel 2022. I progetti eolici offshore particolarmente grandi e pesanti in termini di spese in conto capitale sono sensibili alle variazioni dei tassi di interesse e ai rischi di finanziamento.