Dissalazione, una soluzione all’emergenza idrica

Aqua Italia – Associazione Costruttori Trattamenti Acque Primarie federata Anima Confindustria – in occasione del Convegno Utilitalia dedicato a “Pnrr e gestione delle risorsa idrica” tenutosi a Ecomondo, ha dato il proprio contributo al dibattito con uno specifico approfondimento sulle tecnologie per la dissalazione.

Aqua Italia ha sottolineato l’importante ruolo delle tecnologie e degli impianti di trattamento acqua alla sfida climatica, partendo dalla stretta attualità, con un dato significativo rilevato dall’Osservatorio Globale sulla Siccità: il 47% dell’Europa ad agosto era in condizioni allarmanti, il livello dell’acqua nei fiumi, come il Reno, Danubio e Po, era così basso da impedirne la navigazione. È stata la peggiore siccità degli ultimi 500 anni e ha prodotto danni enormi ad agricoltura e allevamenti. Questa purtroppo rappresenta una tendenza che va consolidandosi di anno in anno e si prevede che nel 2050 la carenza d’acqua potrebbe interessare circa 5 miliardi di persone.

Dissalazione: trasformare una risorsa finita in risorsa rinnovabile

L’acqua è una risorsa critica, un paradosso se pensiamo che il 70% della Terra è ricoperto di acqua, ma solo il 3% è acqua dolce, l’1,6% è rappresentato da ghiacciai e calotte polari, quindi ad oggi solo lo 0,4% è utilizzabile. L’acqua è una risorsa naturale ma è una risorsa finita e la vera sfida dei nostri tempi è trasformare una risorsa finita in una rinnovabile.

Con l’introduzione di un’economia circolare della risorsa idrica si può superare questa importante criticità, la dissalazione e il riutilizzo di acque reflue, opportunamente trattate, rappresentano una soluzione efficace e immediata. Il tasso di crescita della dissalazione, infatti, è dell’8% annuo, ad oggi 183 paesi ne fanno uso – Medio Oriente (50%), Israele, Cipro, Malta, Spagna e Italia – con oltre 16.000 impianti funzionanti che producono 90 milioni di metri cubi di acqua dolce al giorno.

In Italia 8.300 km coste garantirebbero un aiuto alla gestione dello stress idrico e grazie al progresso tecnologico i costi per gli impianti di dissalazione sono diminuiti e vanno da 0,6 a 1,6 dollari/metro cubo, anche i consumi energetici sono stati ridotti grazie all’utilizzo di turbine per recuperare l’energia elettrica dell’acqua di rigetto e da energie rinnovabili (eolico, solare e fotovoltaico).

Da esperienze e studi fatti anche in Italia (Ex Università La Sapienza per Aqualatina su impatto scarichi dissalatore Ventotene) si è dimostrato che lo smaltimento dei residui se gestiti in maniera corretta, non hanno impatti ambientali sostanziali. Il costo prodotto è estremamente conveniente: 2-3 euro al metro cubo, contro i 13-14 euro al metro cubo per l’acqua trasportata via nave.

Purtroppo, come fa notare Aqua Italia, la recente Legge Salvamare non solo non promuove la dissalazione, ma la penalizza tramite un aggravio dell’iter approvativo. Aqua Italia è parte attiva per la rivisitazione di una norma che di fatto impedisce l’utilizzo di una risposta veloce, economica ed efficace all’emergenza idrica.