Fotovoltaico: cresce il mercato, ma mancano i tecnici

Lo studio “EU Solar Jobs Report”, dell’associazione di settore SolarPower Europe, mostra che nel 2021 il mercato fotovoltaico impiegato 466.000 dipendenti a tempo pieno nell’Unione europea, 108.000 in più rispetto al 2020. Il 44%, 205.000 persone, sono state impiegate direttamente nel comparto fotovoltaico, mentre i restanti 261.000 lavoratori sono stai occupati nei materiali di processo e nella logistica.

La maggior parte dei posti di lavoro forniti dall’industria fotovoltaica sono legati alla fase di installazione. I posti di lavoro, diretti e indiretti, legati al montaggio degli impianti sono stati 367.000, pari al 79% del totale. La produzione ha contribuito per il 9%, così come le operazioni di gestione e manutenzione degli impianti, mentre lo smantellamento e il riciclaggio hanno avuto una quota del 3%. Questa è un’immagine molto simile a quella dell’anno precedente, il che significa che la crescita può essere vista in modo coerente lungo tutta la catena del valore del solare.

Il rapporto sottolinea poi che il fotovoltaico rappresenta il settore a più alta intensità di manodopera fra le tra le tecnologie a basse emissioni di carbonio e dell’energia rinnovabile, in particolare il fotovoltaico su tetto crea 5-7 volte più posti di lavoro nell’edilizia di qualsiasi altra nuova tipologia di impianto. Le persone impiegate nel segmento manifatturiero del fotovoltaico sono state 44.000 nel 2021, con la netta prevalenza della produzione di inverter che registra 31.000 occupati e una quota di mercato di circa il 70%. Posti di lavoro sono stati creati anche per la produzione dei lingotti/wafer e in quello delle celle solari, sebbene in misura molto inferiore (meno di 1.000 occupati).

Il report prevede un costante aumento dell’occupazione nel 2022 secondo due possibili scenari di crescita. Lo scenario medio, con una nuova capacità installata di 34 GW, presenterebbe un incremento del 14% corrispondente a circa 530.000 occupati. Con lo scenario alto, che raffigura un’aggiunta di capacità di 40 GW, l’occupazione aumenterebbe del 30%, creando 606.000 nuovi posti di lavoro.

L’associazione fornisce, inoltre, una prospettiva quinquennale per la creazione di posti di lavoro comunitari nel fotovoltaico sulla base degli scenari sviluppati dal Global Market Outlook 2022-2026, pubblicato sempre da SolarPower Europe lo scorso maggio. In base allo scenario medio, un’ulteriore crescita porterebbe i posti di lavoro a 764.000 nel 2026, con un aumento del 64% rispetto ai livelli del 2021.

La modellizzazione di SolarPower Europe indica che il raggiungimento dell’obiettivo solare 2030 di 750 GW, previsto dal pacchetto REPowerEU della Commissione europea, comporterà la creazione nell’Unione di oltre 1 milione di posti di lavoro diretti e indiretti nel settore fotovoltaico in quell’anno, più che raddoppiando l’occupazione nel settore rispetto al 2021. Secondo il rapporto, nonostante gli obiettivi di REPowerEU vadano nella giusta direzione il target dell’Unione europea rimane del 26% inferiore a quello auspicato nello scenario alto di Solar Power Europe, che punta a installare 1000 GW di fotovoltaico entro il 2030, per mantenere l’obiettivo di un surriscaldamento dell’atmosfera pari a 1,5 °C, come fissato dall’accordo di Parigi sul clima.

Se l’Unione europea installasse i suddetti 1000 GW di solare fotovoltaico entro il 2030, i posti di lavoro nel settore raggiungerebbero quasi gli 1,5 milioni in tale anno, con un aumento del 45% rispetto allo scenario di REPowerEU. A fronte di tali interessanti prospettive, SolarPower Europe lamenta però l’attuale mancanza di un numero sufficiente di progettisti e installatori qualificati, che strozza le attività del settore fotovoltaico in diversi Paesi europei: anche laddove le pratiche amministrative sono snelle e la catena di fornitura non presenta problemi, si verificano ritardi di fino a un anno per l’installazione degli impianti sui tetti, e anche maggiori se l’impianto è abbinato a pompe di calore o sistemi di accumulo.