L’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell’Enea evidenzia un netto miglioramento dell’indice Ispred, elaborato dall’Agenzia per misurare la transizione energetica sulla base dell’andamento di prezzi, sicurezza e decarbonizzazione.
Dall’Analisi emerge anche che il 30% della riduzione delle emissioni è legato a fattori come la riduzione dell’intensità energetica e il minor utilizzo di fonti fossili carbon intensive e per il 70% alla contrazione del PIL.
Nel 2020 l’indice Ispred – fa notare Enea – ha segnato un deciso aumento su base annua (+38%), grazie al forte miglioramento di prezzi (+80%) e decarbonizzazione (+40%), mentre risulta in leggero peggioramento la sicurezza energetica, a causa delle difficoltà nel settore elettrico e nella raffinazione che ha sofferto margini negativi e un forte calo dell’utilizzo degli impianti.
La forte diminuzione di petrolio (e del carbone) ha spinto al minimo storico dal 1961 la quota di fossili nel mix energetico (72% contro il 74% del 2019), mentre il gas si rafforza come prima fonte energetica in Italia (37,4%). Stabili le rinnovabili (+1% quelle elettriche) e forte diminuzione delle importazioni nette di elettricità (-13%).
I prezzi dell’energia elettrica per le imprese sono diminuiti del 15% per tutte le fasce di consumo, collocandosi intorno ai minimi del decennio. Per i consumatori domestici la riduzione del prezzo è stata di circa il 10%. Sul fronte gas, il prezzo per le imprese ha subito cali superiori al 20%, con valori vicini ai minimi decennali, soprattutto per le imprese più grandi. Tuttavia, a partire da fine estate si sono registrati aumenti che hanno comportato una rapida risalita del costo della bolletta nel IV trimestre 2020, sia per le utenze industriali che per quelle domestiche. Elemento di rilievo dell’anno è che si è ridotto il differenziale di prezzo di elettricità e gas che in Italia si paga in più rispetto al resto dell’Ue, sia all’ingrosso che nei consumi finali.
Grazie alla riduzione dei consumi energetici totali, la quota di rinnovabili (FER) sui consumi finali – conclude Enea – è pari al 20% circa (+2 punti percentuali rispetto al 2019), un dato che consente all’Italia di superare il target Ue del 17% al 2020.