Nuovo studio sul riscaldamento globale

I segnali rivelatori del cambiamento climatico, come l’aumento del calore terrestre e oceanico, l’accelerazione dell’innalzamento del livello del mare e lo scioglimento dei ghiacci sono evidenziati in un nuovo studio redatto dall’Organizzazione meteorologica mondiale in collaborazione con una vasta rete di partner, comprendenti i servizi meteorologici e idrologici nazionali, i principali esperti internazionali, i servizi istituzioni scientifiche e agenzie dell’Onu.

Lo studio documenta gli impatti degli eventi meteorologici e climatici sullo sviluppo socioeconomico, sulla salute umana, sulle migrazioni, sulla sicurezza alimentare e sugli ecosistemi terrestri e marini.

Il documento conferma che il 2019 è stato il secondo anno più caldo dal 1850, che gli anni 2015-2019 sono i cinque anni più caldi registrati e che il periodo 2010-2019 è il decennio più caldo mai registrato. Dagli anni ’80, ogni decennio successivo è stato più caldo di qualsiasi decennio precedente dal 1850.

Il 2019 si è concluso con una temperatura media globale di 1,1° C al di sopra dei livelli preindustriali stimati, seconda solo al record stabilito nel 2016, quando un fortissimo evento di El Niño ha contribuito ad aumentare la temperatura media globale, ponendola al vertice della tendenza generale del riscaldamento.

Nel 2018, le emissioni di gas a effetto serra – rivela il rapporto – hanno raggiunto nuovi massimi, con un livello globale di anidride carbonica pari a 407,8 ± 0,1 parti per milione, metano a 1869 ± 2 parti per miliardo e protossido di azoto a 331,1 ± 0,1 parti per miliardo. I dati preliminari indicano che le concentrazioni di gas a effetto serra hanno continuato ad aumentare nel 2019.

Una proiezione preliminare delle emissioni globali di CO2 utilizzando i dati dei primi tre trimestri del 2019, suggerisce che le emissioni sono aumentate del + 0,6% nell’intero anno (con un intervallo compreso tra -0,2% e + 1,5%).

Oltre il 90% dell’energia in eccesso che si accumula nel sistema climatico a seguito di maggiori concentrazioni di gas serra va nell’oceano. Nel 2019, il contenuto di calore dell’oceano fino a una profondità di 2 chilometri ha superato i massimi precedenti registrati nel 2018.

Il riscaldamento degli oceani – conclude il rapporto – ha un impatto diffuso sul sistema climatico e contribuisce a oltre il 30% dell’innalzamento del livello del mare attraverso l’espansione termica dell’acqua di mare. Sta alterando le correnti oceaniche e alterando indirettamente i percorsi delle tempeste e sciogliendo i banchi di ghiaccio galleggianti. Insieme all’acidificazione e alla disossigenazione degli oceani, il riscaldamento degli oceani può portare a drammatici cambiamenti negli ecosistemi marini.