La Commissione europea ha ufficialmente istituito Icos Eric – Integrated Carbon Observation System (Sistema Integrato di Osservazione sul Carbonio), una nuova infrastruttura di ricerca pan-europea che ha l’obiettivo di fornire osservazioni di lungo periodo sui gas serra in tutta Europa. I membri fondatori di Icos Eric sono otto: Belgio, Francia, Germania, Italia, Olanda, Norvegia, Svezia e Finlandia (sede dell’Eric, European Research Infrastructure Consortium), e Svizzera, che al momento fa parte dell’iniziativa in qualità di osservatore.
L’infrastruttura di ricerca Icos nasce dall’attività di numerosi ricercatori, molti dei quali italiani, che negli ultimi venti anni si sono occupati dei temi legati ai gas serra ed i cambiamenti climatici.
In particolare, la partecipazione della ricerca italiana alle attività di Icos Eric è realizzata attraverso l’impegno ed il coinvolgimento di diversi centri di ricerca e Università tra cui il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia agraria, l’Istituto Nazionale Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, l’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Val d’Aosta, la Provincia Autonoma di Bolzano, la Fondazione Edmund Mach, l’Università̀ degli Studi della Tuscia di Viterbo, l’Università̀ degli Studi di Sassari, l’Università̀ degli Studi di Padova, l’Università̀ degli Studi di Genova, l’Università̀ Cattolica del Sacro Cuore, la Libera Università̀ di Bolzano e l’Università̀ degli Studi di Udine.
Il contributo italiano ad Icos è rappresentato da numerose stazioni di osservazione e di rilevamento dati nelle tre componenti: atmosfera (con i siti di misura di Monte Cimone, Lampedusa, Potenza e Plateau Rosa), ecosistemi (con i siti di Castelporziano, Borgo Cioffi, Renon, Negrisia, Monte Bondone, Capodimonte, Arca di Noè, Bosco Fontana e Torgnon) e oceani (siti di Miramare, Paloma, E2M3A nel mare Ardiatico e W1M3A nel mar Tirreno). In aggiunta, l’Italia ricopre un ruolo di primaria importanza e visibilità coordinando ed ospitando (a Viterbo presso l’Università degli Studi della Tuscia ed il CMCC) l’Ecosystem Thematic Centre, il centro verso cui confluiranno tutti i dati dei siti ecosistemici di ICOS RI e che sarà responsabile del processamento e controllo qualità dei dati, degli sviluppi metodologici, della formazione e del coordinamento della rete.