Antisismica: indispensabile la progettazione integrata

Stefano Grimaz
Professore all’Università degli Studi di Udine e Direttore del Laboratorio SPRINT-Lab Sicurezza e protezione intersettoriale del Dipartimento Politecnico di Ingegneria e Architettura

Gli eventi sismici che hanno colpito L’Aquila (2009) e l’Emilia (2012) avevano già evidenziato come, in zona sismica, anche gli impianti possano subire o causare danni e, quindi, debbano essere oggetto di specifica progettazione o valutazione. Tale necessità è risultata particolarmente evidente negli edifici industriali e negli ospedali.

I recentissimi terremoti del Centro Italia hanno colpito zone caratterizzate dalla prevalenza di edifici civili e storici, con struttura in muratura di pietrame. Anche in questo caso si sono riscontrate vulnerabilità ricorrenti agli impianti in fabbricati con diverse destinazioni d’uso (residenziali, commerciali, artigianali). Ad esempio, nelle aree in cui il gas è fornito dalla rete di distribuzione, si è osservata una diffusa abitudine a inserire le cassette di derivazione in corrispondenza del basamento dei maschi murari, mediante scasso della muratura. Si tratta di interventi che determinano una significativa diminuzione dell’area resistente alle azioni sismiche.

Ancora una volta emerge la necessità di allargare l’analisi progettuale antisismica anche agli elementi non strutturali e agli impianti in particolare, secondo un approccio sempre più consapevole e integrato, esteso a tutte le tipologie di costruzioni.

Esistono dei criteri fondamentali che è sempre opportuno considerare: primo fra tutti quello di evitare il posizionamento di grandi masse nei piani alti della costruzione, in modo da limitare le azioni inerziali indotte dal sisma. Bisogna poi fare attenzione al passaggio di tubazioni tra parti con comportamento diverso (ad esempio nei passaggi dal terreno all’edificio). La mancata predisposizione di opportuni giunti flessibili in corrispondenza degli attraversanti di giunti sismici determina la rottura quasi certa delle tubazioni in caso di sisma. È dunque di fondamentale importanza definire, già in fase di impostazione progettuale, dei layout impiantistici che, tenendo conto delle caratteristiche costruttive e strutturali dell’edificio, riducono le criticità, limitando gli attraversamenti dei giunti sismici e le masse in quota.

Se si considera poi che la maggior parte dei danni osservati derivano dall’interazione tra impianti e parti non strutturali quali i controsoffitti, oltre al singolo sistema e componente devono essere progettati anche opportuni sistemi di controllo della potenziale interazione negativa tra i vari elementi e componenti.

Una strategia per limitare tali criticità è l’adeguato controventamento delle tratte di tubazione, in modo da impedire l’oscillazione laterale ed eliminare o ridurre così l’eventuale interferenza con altri sistemi (strutturali, non strutturali). In caso di strutture strategiche o rilevanti l’obiettivo, non è solo evitare il crollo, la caduta o la rottura di parti d’impianto ma anche quello di prevenire l’attivazione impropria dell’impianto stesso (ad esempio per l’urto di una testina sprinkler contro un altro elemento con conseguente attivazione dell’impianto anche in assenza di incendio).

In sostanza, in zona sismica è indispensabile abbandonare la pratica della progettazione “disgiunta-additiva” a favore della progettazione integrata, nella quale strutturisti, impiantisti, tecnici della prevenzione incendi, architetti e installatori lavorano insieme per definire soluzioni concertate e sicure.

Parallelamente è necessario adeguare il quadro normativo, fornendo maggiori indicazioni progettuali non tanto e non solo sugli aspetti del dimensionamento dei sistemi di controventamento e ancoraggio, ma anche e soprattutto sulla corretta concezione progettuale degli impianti in zona sismica.

Al riguardo merita di essere menzionata come utile riferimento la guida tecnica – emanata con circolare del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco – contenente gli “indirizzi per la riduzione della vulnerabilità sismica degli impianti antincendio”, redatta dopo le osservazioni fatte sui danni agli impianti in occasione del terremoto de L’Aquila.

 

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