La bozza del decreto Conto Termico 3.0 collega fra loro gli incentivi dei tre elementi chiave del processo di elettrificazione dei consumi nell’ambito edifici.
Lo scorso 28 marzo il MASE ha avviato la consultazione pubblica, terminata il 10 maggio, sul decreto Conto Termico 3.0 destinato a sostituire il DM 16 febbraio 2016 attualmente in vigore.
All’interno del documento due passaggi di grande importanza per le pompe di calore elettriche che si trovano a essere al centro di un triangolo magico che include le colonnine di ricarica per i veicoli elettrici e i pannelli fotovoltaici, così come riportato in alcuni passaggi del documento.
“Sono incentivabili i seguenti interventi di incremento dell’efficienza energetica in edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità immobiliari esistenti, dotati di impianto di climatizzazione
[…]- g) installazione di elementi infrastrutturali per la ricarica privata di veicoli elettrici, anche aperta al pubblico, presso l’edificio e le relative pertinenze, ovvero i parcheggi adiacenti… con potenza minima erogabile dal dispositivo di ricarica pari a 7,4 kW;
- h) installazione di impianti solari fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, presso l’edificio o nelle relative pertinenze…la potenza dell’impianto deve essere non inferiore a 2 kW e non superiore a 1 M e comunque connessa alle dimensioni della pompa di calore elettrica a cui è abbinato”.
Per entrambe, l’incentivo è disponibile unicamente “a condizione che l’intervento sia realizzato congiuntamente alla sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti di climatizzazione invernale dotati di pompe di calore elettriche”.
Per la prima volta, per quanto di mia conoscenza, i tre elementi chiave del processo di elettrificazione dei consumi nell’ambito edifici, sia residenziali che appartenenti al terziario, vedono nella pompa di calore l’elemento abilitante per accedere all’incentivo da parte delle altre due.
Se per ciò che riguarda l’abbinamento pompa di calore-fotovoltaico le ragioni dell’abbinamento (autoconsumo) sono ormai note e ben assimilate dal mercato, un po’ meno intuitivo può risultare il vincolo proposto con la colonnina di ricarica.
I consumi residenziali
Attingendo ai dati contenuti nel documento di consultazione pubblica di ARERA, possiamo avere un’idea di massima relativamente a quanto sta accadendo nel trend dei consumi residenziali (figura 1).
Al 2021 l’Italia è ancora largamente la “patria dei 3.0 kW”. Il 6.6% arriva a 4.5 kW, il 4.1% a 6 kW mentre da 6.0-15 kW solo 1.1% kW. Poiché i POD domestici sono 30,17 milioni, alla fascia di maggiore potenza appartengono circa 330.000 utenti. Pur non essendo nella condizione di sapere con certezza come questa fascia di utenti utilizzi questa potenza, qualche considerazione di carattere generale è comunque possibile farla.
Il parco elettrico (segmento autoveicoli) è composto da circa 485.000 vetture, quasi equamente suddivise tra PHEV (252.000 – potenza di ricarica 3.7 kWe) e BEV (233.000 – 11.0 kWe). Sempre nel documento ARERA ricaviamo come si possa “desumere che saranno soprattutto le BEV ad utilizzare le reti di ricarica in luoghi accessibili al pubblico, mentre le PHEV verranno ricaricate soprattutto in luoghi privati.”
Per ciò che riguarda le pompe di calore aria/acqua destinate ad essere utilizzate come sistema primario di riscaldamento/raffrescamento, lo stock installato è di circa 550.000 unità, il 60% delle quali con potenza termica fino a 10 kWt e il restante 40% compresa tra 12 e 17 kWt. Ciò significa che possiamo attribuire allo stock, sulla base dell’efficienza stagionale di queste macchine, una potenza elettrica nominale di circa 3.5 kWe.
Non è quindi irrealistico ipotizzare che questi utenti siano in grado di utilizzare il parco elettrodomestici e utenze base (3.0 kWe), ricaricare una vettura PHEV (3.7 kWe) ed alimentare una pompa di calore elettrica (3.5 kWe). Nel caso di una vettura BEV è invece necessario assegnare una priorità alle utenze.
Tornando al Conto Termico 3.0, l’abbinamento PV+pompa di calore+PHEV può richiedere un adeguamento (“salto semplice”) da 3.0 kW 6.0 kW (almeno nel 60% dei casi). La presenza di un BEV impone invece il “doppio salto” ai 15 kW.
In una prospettiva di lungo termine, l’elettrificazione dei consumi potrebbe quindi portare a una concentrazione degli utenti nella fascia di potenza compresa tra i 6 e i 15 kW. Osservata dalla prospettiva del gestore della rete, questa trasformazione epocale non incide sul suo obiettivo principale: il mantenimento dell’equilibrio. Assodato che la produzione elettrica sarà largamente rinnovabile e meno continua dell’attuale, l’attenzione si posa sulla possibilità di modulare la domanda e/o limitare l’erogazione.
In quest’ottica si pone l’iniziativa del governo tedesco, (EnWG §14a) entrata in vigore da gennaio 2024, che impone il controllo dinamico dei singoli carichi superiori a 3.7 kW o delle connessioni di potenza superiore ai 5 kW. In altre parole, il DSO deve potere intervenire sui carichi, direttamente dal contatore “smart” o per il tramite di un EMS (Energy Management System) presente nell’abitazione, in caso di un’urgente necessità di stabilizzazione della rete. Gli operatori di rete avranno la possibilità di limitare l’energia disponibile al POD residenziale, in presenza di pompe di calore elettriche e sistemi di ricarica veicoli elettrici (BEV o PHEV) al fine di preservare la stabilità della rete. La potenza minima garantita sarà di 4.2 kW, ed è applicata al singolo POD.
Quindi in presenza di un POD dedicato a pompa di calore+EV e un secondo che alimenta il resto delle utenze ciascuno di essi riceverà la potenza minima prevista. Al momento, l’adesione al servizio da parte degli utenti è volontaria e remunerata con uno sconto in bolletta che varia tra i 100 e i 190 €/anno. In presenza di un POD dedicato a pompe di calore e punto ricarica, la tariffa speciale proposta può ridurre il costo annuo del 60%.
Questa decisione inizia a coinvolgere l’utente nel mercato del bilanciamento dell’energia elettrica in attesa di una futura diffusione del prezzo dinamico. È auspicabile che i provvedimenti inclusi nel Conto Termico 3.0 siano accompagnati dall’avvio anche in Italia di iniziative simili a quella tedesca.