Stop al radon: l’intervento in un edificio polifunzionale

L’edificio polifunzionale di Piantedo (SO) ospita al suo interno una biblioteca e un asilo

Un edificio della provincia di Sondrio presentava alte e pericolose concentrazioni di gas radon all’interno degli spazi dedicati alla biblioteca e all’asilo. Grazie a un intervento di bonifica, effettuato attraverso l’installazione di un estrattore, il problema è stato completamente risolto.

Il radon è un gas radioattivo presente nel sottosuolo, nelle acque e in alcuni materiali utilizzati nelle costruzioni, quali rocce, tufo e graniti. Per le sue proprietà, tende a risalire in superficie e, per questo, senza un adeguato isolamento o una corretta aerazione, può accumularsi negli ambienti chiusi, in special modo in quelli interrati o posti ai piani inferiori degli edifici, risultando particolarmente pericoloso per la salute degli occupanti.

In Italia la legge 101/2020, in vigore dal 12 agosto 2020 e attuativa della Direttiva Europea 2013/59/Euratom, fissa in 300 Bequerel/m3 (Bq/m3) la concentrazione massima di radon presente nell’aria di abitazioni e luoghi di lavoro (tale soglia si ridurrà a 200 Bq/m3 per le abitazioni costruite dopo il 31 dicembre 2024) e impone, in caso di superamento di tale limite, l’obbligo di bonifica. Il mancato rispetto di tale obbligo configura un illecito di natura penale.

Ogni intervento di bonifica di edifici già esistenti, nei quali il posaggio di una guaina isolante volta a prevenire l’infiltrazione del radon presente nel sottosuolo risulti complessa o troppo costosa, si articola in due fasi:

  1. Analisi dello stato dell’arte con rilevazione, ad opera di Società certificate, e mediante apposite strumentazioni di misura, delle concentrazioni di radon presenti.
  2. Progettazione e installazione di un sistema di ventilazione capace di mitigare le concentrazioni del radon, aspirandolo direttamente dal terreno o dai locali in cui tende ad accumularsi per disperderlo all’aria aperta.

Esempio significativo di come bonificare con successo un edificio contaminato da alti livelli di gas radon è l’intervento effettuato sullo spazio funzionale di Piantedo (SO), che ospita al suo interno una biblioteca e un asilo.

Abbiamo intervistato l’Arch. Matteo Dell’Oca, fondatore di NORadon, società che dal 1998 è specializzata nella misurazione e mitigazione del gas radon e che è stata incaricata dell’intervento.

Da chi è partita la segnalazione? 

L’Arch. Matteo Dell’Oca della società NORadon

«La zona di Sondrio è, per conformazione del territorio, particolarmente soggetta alla fuoriuscita di gas radon dal terreno. Pare infatti che Sondrio sia la quinta provincia per livelli di radon riscontrato: questa è una tematica molto sentita e c’è una consapevolezza diffusa. Proprio per questo, siamo stati contattati dalla Provincia di Sondrio affinché misurassimo tutti i loro 34 edifici. Nello specifico, per il Comune di Piantedo, il sindaco ha voluto procedere a una misurazione di tutte le strutture comunali cittadine.

Tra tutte le misurazioni effettuate in città, l’unica che sforava i limiti di legge era la struttura polivalente che ospita biblioteca e asilo nido e che, guarda caso, era insediata nell’edificio che era un tempo la sede del municipio, costruito con vecchi metodi in una zona più periferica rispetto al centro storico, senza vespai e direttamente sulla roccia… diciamo che, con queste premesse, non ci ha stupito trovare alti livelli di gas radon».

Quali sono state le fasi dell’intervento? 

«L’intervento è iniziato con una ricerca volta a determinare la concentrazione di radon nei locali dell’edificio, procedendo con le misurazioni come da legge 101/2020 con dosimetria passiva: ogni sei mesi (quindi in due campagne annuali), si posizionano nei locali questi dosimetri in grado di analizzare lungo tutta la durata dell’anno la media di concentrazione di radon.

Una volta riscontrata la presenza di radon si scende in campo con una diagnosi più approfondita per capire da dove proviene e stabilire la migliore soluzione da adottare. Ecco allora che non utilizziamo solo la dosimetria passiva, ma anche la strumentazione attiva come i radon mapper, capaci di misurare valori in istantanea che permettono di capire, nel corso di pochi giorni, in che modo si muove il gas, a quali temperature, a che umidità, e, successivamente, facciamo anche delle visure sotto soletta per capire come si muove il gas con le differenze di pressione.

Una volta raccolti tutti i dati è possibile progettare un intervento, studiando in pianta dove collocare le estrazioni dei pozzetti radon».

Quale situazione avete trovato dopo le prime misurazioni e in che modo avete deciso di procedere? 

La soluzione ha previsto l’installazione
dell’aspiratore centrifugo da condotto CA-RM ES

«I risultati hanno evidenziato il sussistere di un’elevata criticità nell’asilo nido e nella biblioteca, entrambi posti al piano terra dell’edificio. Il passaggio successivo è stato quello della progettazione dell’intervento di bonifica, per il quale si è utilizzato un unico apparecchio Vortice, l’aspiratore centrifugo da condotto CA-RM ES, dimensionato in base alla portata di estrazione in precedenza calcolata e posto in posizione protetta all’esterno dell’edificio per evitare il ricorso a tubazioni in facciata che ne avrebbero compromesso l’estetica e sarebbero risultate difficoltose per la sua specifica architettura.

L’adozione della tubazione ramificata ha anche permesso di coprire l’intera area da bonificare minimizzando gli interventi di demolizione all’interno dell’edificio. Nel progetto è stato previsto un punto di prelievo unico con tubazione ramificata per aumentare la superficie interessata dalla depressione; come anticipato, l’obiettivo era ridurre il più possibile le demolizioni all’interno dell’edificio. L’espulsione avviene in giardino».

Cosa vi ha portato alla scelta del prodotto da installare? 

«In questo caso la scelta è stata dettata dal fatto di avere a che fare con una struttura preesistente: abbiamo pensato che la soluzione ideale fosse installare grossi tubi e un potente estrattore in modo tale che fosse possibile estrarre più radon dalla superficie senza dover fare interventi eccessivamente invasivi.

Insieme a Vortice, leader in questo settore, abbiamo studiato e sviluppato degli estrattori pensati proprio per questa problematica e con caratteristiche distintive molto importanti, come l’essere stagni, e quindi immuni all’acqua, che può allagare i pozzetti e arrivare danneggiare il motore».

Ci sono state problematiche durante l’esecuzione dell’intervento? 

«L’unica problematica in questo caso era far passare i tubi in queste fondazioni misto sasso e cemento armato che sono state fatte nel corso degli anni; ci sono state solo semplici e risolvibilissime problematiche di cantiere, come l’aver trovato una roccia molto grande proprio nel luogo in cui, da progetto, sarebbe dovuto passare il tubo: abbiamo risolto semplicemente oltrepassando queste barriere naturali e spostando il passaggio dei tubi».

Quanto è durato l’intervento? 

«Con una squadra di due persone ci abbiamo impiegato all’incirca una settimana/10 giorni: i luoghi sono sempre rimasti aperti al pubblico anche durante i lavori, per cui abbiamo dovuto cercare di minimizzare i disagi».

Quali sono stati i risultati dell’intervento? Quali misurazioni sono state effettuate?

«Il successo dell’intervento di bonifica attraverso l’impianto di aspirazione è attestato dai dati relativi ai locali ufficio asilo e biblioteca: si è passati, nel primo caso, da una concentrazione di più di 1000 Bq/m³ a soli 93 Bq/m³ e, nel secondo, da una concentrazione di 558 Bq/m3 a una media di 123 con una potenza al 70% dell’impianto.

Un’ulteriore conferma dell’esito positivo della bonifica è data dalla successiva misura annuale, effettuata con dosimetria CR39 ai sensi della Legge 101/2020. In conclusione, siamo stati molto soddisfatti perché, grazie a queste soluzioni, la problematica è stata completamente abbattuta».

La soluzione di Vortice

Vortice ha sviluppato un sistema di ventilazione appositamente concepito per mitigare le concentrazioni di radon, aspirandolo direttamente dal terreno o dai locali in cui tende ad accumularsi. Nel caso specifico della bonifica di Piantedo, è stato utilizzato un estrattore della gamma CA-RM ES, destinata all’installazione in condotto e particolarmente adatta, per la tenuta stagna (grado IP47), al posizionamento in pozzetti interrati soggetti ad allagamento.

Gli estrattori CA-RM ES riescono ad ottenere elevate prestazioni (fino a oltre 1.200 m³/h con 200 Pa di pressione residua) con consumi ridotti (da 90 a 165 W), in virtù degli efficienti motoventilatori EC (la stessa tecnologia adottata sui più recenti veicoli elettrici), perfettamente adatti all’impiego continuativo, 7/24. L’ottimale sigillatura degli involucri e degli accoppiamenti alle tubazioni previene inoltre i rischi di esalazioni di gas radioattivo.