Aria nuova nello scrigno dell’arte

Alla Galleria dell’Accademia di Firenze è stato completato l’importante lavoro di adeguamento e di rifacimento dell’impianto di condizionamento nell’ambito del processo di rinnovamento del museo iniziato nel 2016.

La Galleria dell’Accademia di Firenze è uno dei musei più visitati al mondo, ogni giorno cinque-seimila persone varcano l’entrata, per vivere un’esperienza unica, un ricordo destinato a durare nel tempo. I visitatori, provenienti da tutto il mondo affollano le sale per ammirare i capolavori di Michelangelo, il David in primis, insieme ai Prigioni nella Tribuna dedicata ma, anche, la pittura del Duecento e Trecento, la Gipsoteca, la Sala degli strumenti musicali… tantissime opere in uno spazio di oltre 4.000 m2 articolato su tre piani, di cui uno interrato dedicato ai servizi e ai locali tecnici.

Il rifacimento degli impiantidi condizionamento

Dal 2016 e sotto la direzione del nuovo direttore Cecilie Hollberg il museo è stato sottoposto a un complesso intervento che, oltre al riallestimento e agli interventi strutturali, ha riguardato anche l’impiantistica e, in particolare, l’impianto di condizionamento, completamente assente nella Gipsoteca, l’ultima sala ad essere aperta al pubblico dopo due anni di lavoro, nello scorso ottobre.

Ad oggi sono in funzione cinque impianti diversi per il condizionamento nelle sale del museo, tre dei quali completamente nuovi, gli altri sono stati adeguati. Il loro monitoraggio viene fatto da una squadra di tecnici, ma è in programma l’installazione di un sistema BMS per il monitoraggio da posizionarsi nel posto di guardia in grado di allertare immediatamente i manutentori nel caso di anomalie.

La revisione totale del sistema di condizionamento ha preso il via all’inizio del 2020 a causa di lavori di somma urgenza nella Tribuna del David, nei transetti e nella sala dei Prigioni. Qui c’era un sistema di condizionamento esistente da qualche anno ma che doveva essere adeguato, sono stati fatti lavori importanti che ha visto la sostituzione dei canali. Nella fase di progettazione le indagini non sono state semplici, il personale ha dovuto strisciare a terranei cunicoli stretti sino a raggiungere le grate che sono posizionate appena a pavimento.

La fase di pulitura è stata complessa in quanto era necessario trovare una macchina in grado di entrare negli spazi angusti, in alcuni casi è stato possibile, in altri sono state sostituite tutte le canalizzazioni.

Sempre relativo all’intervento di adeguamento dell’esistente è stato il caso dell’impianto di condizionamento per le Sale del primo piano e quello degli interrati, dove si trovano i servizi igienici. Qui sono state necessarie opere aggiuntive come il rifacimento delle controsoffittature e la sostituzione dei corpi elettrici illuminanti che non andavano più bene.

L’altra macroarea di intervento è stata la progettazione e realizzazione dell’impianto di condizionamento per quelle sale che non lo possedevano, come ad esempio la Gipsoteca, che ha rappresentato una grande sfida. Una sala molto alta, stretta, lunga, l’unica possibilità era di posizionare una UTA nel Giardino Belle Arti e collegarla all’interno con un anello in corten ancorato al soffitto, che ben si integra col soffitto ligneo a cassettoni, nella sala azzurro polvere che ospita i gessi di Lorenzo Bartolini e numerosi dipinti. Una soluzione che oltre ad essere performante e funzionante si integra perfettamente nello stile e nel decoro del museo.

Un’altra sfida importante è stata per le Sale dedicate alla pittura del Duecento e del Trecento. Qui, un progetto preesistente prevedevala creazione di un’intercapedine tra il soffitto della sala centrale con il solaio per il posizionamento di una macchina, una sorta di locale tecnico. Il progetto era molto impegnativo: sia per la realizzazione che per la seguente manutenzione è stato modificato dall’Architetto Claudia Gerola, RUP della Galleria dell’Accademia, portando all’esterno la centrale, che è stata posizionata sulla copertura del bookshop e creando un carter di copertura per garantire la buona conservazione della macchina stessa.

Anche la sala del Colosso, dove si trova esposto il bozzetto originalein terra cruda del Ratto delle Sabine del Giambologna e alle pareti sono esposte le pitture del Quattro e Cinquecento fiorentino, è stata riallestita e dotata di un nuovo impianto di condizionamento. Qui è stata utilizzata una finestra esistente posizionata in alto, mentre all’esterno è stato collocato il Rooftop sopra una scala di emergenza che affaccia sul Giardino Cherubini e che per lo scopo è stata modificata, mentre la finestra è stata occultata e al suo posto sono stati posizionati gli ugelli di mandata e, sotto, una griglia per la ripresa dell’aria.

Ma non è tutto. Durante le fasi di consolidamento delle capriate della Sala del Colosso, sopra la volta, è stata rinvenuta una macchina per il condizionamento destinato alle Sale del primo piano e vecchia di venticinque anni che era stata posizionata scoperchiando il tetto. Questa macchina è stata portata fuori, cambiate le canalizzazioni e sostituita con una smontabile che è stata riportata all’interno dalla finestra esistente e poi rimontata in loco.

TECNOLOGIE AL MASSIMO LIVELLO

Arch. Claudia Gerola

«Sono serviti due anni per portare a termine questi lavori, complessi anche per la movimentazione dei materiali stessi. Devo dire che il lockdown, in questo contesto, ci ha “aiutati”: se il museo fosse stato aperto normalmente e con il consueto afflusso di pubblico, sarebbe stato impossibile concludere il tutto in tempi relativamente brevi. La gru che abbiamo usato è la seconda esistente per lunghezza, 103 metri: in pratica occupava tutta Via Ricasoli, arrecando un certo disagio a tutti quelli che ci vivono. È stata tuttavia necessaria, per portare all’interno le macchine nuove e spostare quelle vecchie, che non passavano dalle porte. Il problema della Galleria dell’Accademia è che ha cinque diversi impianti di condizionamento, tra vecchi e nuovi.

Stiamo per partire con un nuovo lavoro per cercare di installare un BMS, perché abbiamo bisogno di un sistema che gestisca insieme tutti gli impianti. Per noi è impossibile monitorare le problematiche giornaliere o momentanee di ognuno degli impianti. Poiché siamo chiamati alla tutela delle opere e l’umidità relativa è fondamentale, questo sistema ci aiuterà in tal senso, avvisandoci subito in caso di anomalia. Gli adeguamenti realizzati sono in linea con l’efficientamento energetico, così importante negli ultimi tempi.

La Galleria ha fatto un grande passo avanti, la tecnologia impiegata è di ultimo livello. Abbiamo ottenuto un risparmio energetico ma, soprattutto, un efficientamento. I nostri impianti devono lavorare24 ore su 24 per garantire i giusti livelli d’umidità in un museo dove le opere pittoriche sono per la maggior parte su tavola, perciò molto delicate, e nella gipsoteca, che conservai gessi. La temperatura tra una sala e l’altra deve essere abbastanza omogenea, mantenendo l’umidità relativa corretta: questa è la grande sfida. I cinque impianti separati, infine, dovranno collaborare molto bene tra loro, affinché sia meno percepibile possibile il passaggio tra le diverse stanze, aperte e comunicanti».