È stata presentata la terza edizione del “Rapporto sulla Certificazione Energetica degli Edifici”, realizzato da Enea e CTI. Il Rapporto raccoglie i dati degli Attestati di Prestazione Energetica (APE) emessi nel 2021 e analizza le principali novità e l’attuale implementazione della certificazione energetica sul territorio nazionale. Il nuovo Rapporto approfondisce, inoltre, il punto di vista dei certificatori energetici grazie a un questionario che ha raccolto il parere di oltre 6.700 professionisti.
Distribuzione per classe energetica
La distribuzione per classe energetica – si legge nel Rapporto – conferma oltre la metà dei casi come caratterizzati da prestazioni energetiche carenti (quasi il 60%). Tuttavia, il confronto tra 2020 e 2021 evidenzia una riduzione della percentuale di immobili nelle classi energetiche F e G di circa il 2%, soprattutto in favore di quelle A4-B (+1,5%); riprendendo la tendenza positiva riscontrata, invece, nel quadriennio 2016-2019 e che si era interrotta nel 2020.
La suddivisione tra destinazione d’uso residenziale e non residenziale degli immobili censiti dagli APE emessi nel 2021 è rispettivamente dell’87,6% e 12,4%. Gli ospedali e le attività sanitarie (E.3), le attività ricreative (E.4) e gli alberghi (E.1(3)) sono le categorie che presentano le più elevate percentuali di immobili nelle classi energetiche migliori (A4-B), comprese tra il 26% e il 30%.
Indice di Prestazione Energetica Globale
L’analisi dell’Indice di Prestazione Energetica Globale (EPgl) medio per zona climatica per i settori residenziale e non residenziale conferma l’andamento crescente dell’indice e della sua componente non rinnovabile (EPgl,nren) con l’aumentare dei gradi giorno. Tuttavia, nonostante le zone climatiche E e F siano mediamente caratterizzate da immobili con alti fabbisogni energetici, sono anche quelle che si distinguono per le prestazioni più efficienti: la zona climatica E, infatti, mostra la percentuale più elevata di immobili nelle classi energetiche A4-B, mentre gli immobili nella zona climatica F hanno quasi il 20% del fabbisogno energetico coperto da energia da fonti rinnovabili, come mostrato nell’analisi dell’Indice di Prestazione Energetica Globale Rinnovabile (EPglren).
APE emessi nel 2021
Circa l’85% degli APE emessi nel 2021 è stato redatto per passaggi di proprietà e locazioni, circa il 3% per le nuove costruzioni, quasi il 4% per le riqualificazioni energetiche e il 2,5% per le ristrutturazioni importanti; ricadono in queste ultime tre categorie le percentuali maggiori di immobili ad alte prestazioni in quanto tenute a rispettare la recente normativa in ambito energetico, sia nella riduzione del fabbisogno energetico sia nella copertura dello stesso tramite fonti energetiche rinnovabili.
L’analisi dell’EPgl per periodo di costruzione evidenzia una decrescita dei valori medi dell’EPnren a seguito dell’entrata in vigore di normative in materia di prestazioni energetiche con requisiti progressivamente più stringenti. Mediamente, un immobile residenziale realizzato negli anni 2016-2021 ha una prestazione energetica globale di circa il 60% inferiore rispetto a immobili realizzati antecedentemente al 1945 e di circa il 50% inferiore rispetto ad un immobile realizzato tra il 1945 e il 1991. Le medesime considerazioni possono essere applicate al comparto dell’edilizia non residenziale, anche se le valutazioni risultano più complicate in quanto l’EPgl tiene conto di un numero più elevato di servizi energetici.
Il punto di vista dei certificatori
Per quanto riguarda la percezione del sistema e delle modalità di attuazione della certificazione energetica da parte dei certificatori energetici, circa il 70% degli intervistati ha redatto nel 2021 meno di 20 APE e meno del 10% ne ha redatti oltre 50. In generale, oltre l’80% dei certificatori energetici ha svolto la propria attività unicamente presso la regione di residenza e/o domiciliazione del luogo di lavoro e quasi esclusivamente per committenze private.
Ai certificatori energetici è stata chiesta anche una stima del tempo necessario per la redazione di un APE: la maggioranza degli intervistati impiega mediamente dalle 2 alle 5 ore, aggiungendo un tempo di svolgimento del sopralluogo obbligatorio dai 30 minuti ad 1 ora ogni 100 m2 di superficie dell’immobile. Quasi l’80% degli intervistanti reputa rilevante il consolidamento del quadro esistente, con il mantenimento dell’attuale calcolo mensile semi stazionario secondo UNI/TS 11300 per tutte le categorie di edifici. Anche l’evoluzione dell’attuale normativa di riferimento è considerata importante per quasi il 70% del campione, nel caso di transizione verso metodi di calcolo orari semplificati.
Relativamente al costo dell’APE, i certificatori risultano divisi sulla possibilità di standardizzarne il costo; tuttavia, i prezzi applicati sono mediamente gli stessi su tutto il territorio: circa il 50% dichiara di richiedere tra i 100 € e i 200 € per un APE di un immobile residenziale con superficie utile tra 50 m2 e 100 m2 (tale percentuale cala al 35% per gli immobili non residenziali) e circa il 40% dichiara di applicare un prezzo tra i 200 € e i 300 € per un APE di un immobile non residenziale con lo stesso range di superficie utile. Va evidenziato, però, che circa il 75% degli intervistati ritiene che i prezzi da loro applicati non siano congrui con l’impegno lavorativo necessario.