Quando venne inaugurato a Cambridge nel 1834, l’University Arms Hotel fu il primo albergo della città (figura 1). Nel corso del tempo l’edificio ha subito una serie di interventi di ristrutturazione nel 1891, 1900 e 1925 fino ad arrivare agli anni ’60 quando l’ala Regency lungo Regent Street fu demolita e sostituita con una struttura in stile tipico dell’epoca.
L’hotel ha riaperto l’attività nel 2018 dopo una profonda trasformazione costata 80 milioni di sterline, che ha visto l’integrazione del progetto di ristrutturazione con un complesso retrofit impiantistico (figura 2). La riqualificazione è frutto della collaborazione tra l’architetto John Simpson e l’interior designer Martin Brudnizki.
Il processo di progettazione del sistema HVAC è iniziato nel 2013 ed è stato completato nel 2016 dallo studio di ingegneria Johns Slater & Haward. Lo scopo principale del progetto degli impianti era quello di apportare miglioramenti significativi alle prestazioni energetiche dell’edificio esistente, una vera sfida se si considera che il progetto architettonico prevedeva che gran parte della facciata e dei piani originali fossero mantenuti, portando con sé i consueti problemi legati agli edifici d’epoca.
Molto complessa è stata anche l’integrazione degli impianti con l’interior design (figura 3). Anche in questo caso la scelta è caduta su un impianto VRF di tipo ibrido combinato con un sistema di ventilazione meccanica di immissione ed estrazione dell’aria a servizio di ogni camera (figura 4).
Il team di progettazione ha infatti ritenuto che la qualità dell’aria interna fosse fondamentale per fornire un elevato livello di benessere e salubrità agli occupanti. La realizzazione del sistema di ventilazione con recupero di calore ha presentato una gamma vasta e complessa di problematiche.
Portare le condotte dell’aria alle 192 camere nei limitati spazi a soffitto attraverso piani non allineati in sezione e cavedi non allineati in verticale, è stato abbastanza complicato, considerando anche la necessità di alloggiare le tubazioni del sistema VRF e delle tubazioni dell’acqua per alimentare i 192 ventilconvettori. Per evitare sovrapposizioni è stata progettata una soluzione innovativa per la rete di canalizzazioni, a protezione dell’altezza del soffitto del corridoio, pregevole dal punto di vista architettonico.
La soluzione si è basata sulla suddivisione del canale di mandata dell’aria in due canali più piccoli posti ai lati di quello centrale di estrazione (figura 5). Ciò ha consentito agli stacchi per il collegamento della ripresa di passare sopra ai canali di mandata, eliminando la necessità di attraversare canali di grandi dimensioni.
La riuscita di questo sistema ha stimolato il team di progettazione a sviluppare altre soluzioni innovative. Ad esempio, installando i canali di ventilazione e le altre reti su piani alternati, è stato creato lo spazio per le connessioni delle tubazioni dell’acqua e del gas refrigerante. La presenza di un plenum contenente le tubazioni del sistema VRF e le reti dell’acqua su un piano, che serve i piani sopra e sotto, significava che il livello superiore aveva un plenum libero per i canali di ventilazione, di nuovo a servizio dei livelli superiore e inferiore. Questo schema è stato ripetuto sui due piani successivi creando strati alternati di canali o di tubi (figura 6).
Ugualmente complessa è stata la progettazione degli impianti installati sulla copertura dove ogni dimensione degli spazi risultava ristretta. Nella vista in pianta, lo spazio disponibile era limitato a una piccola area tecnica posta sopra il corpo di nuova costruzione, con gran parte della quota della copertura protetta dal vincolo, comprese le iconiche torrette di rame. Anche la dimensione in altezza era ugualmente limitata poiché la nuova quota della copertura è visibile dal Parker’s Piece, lo storico parco di Cambridge, e il vincolo limitava la visibilità delle apparecchiature dell’impianto.
Per il progetto delle unità di trattamento aria il progettista si rivolto al costruttore per chiedere supporto in fase di progettazione. Sono state previste due UTA progettate su misura (figura 7), che trattano un totale di 4,4 m/s di aria esterna destinata alle camere da letto, divise nelle ali ovest ed est. Per il recupero del calore sono state adottate ruote termiche dotate di sezioni di spurgo per prevenire la contaminazione incrociata tra l’aria estratta e quella di mandata. Il team di progettazione ha lavorato sul filo dei millimetri per ottenere la portata d’aria massima da ciascuna UTA, la maggiore delle quali presenta una portata di mandata ed estrazione di 2,9 m/s con un’altezza di soli 2222 mm.
Un’altra problematica che si presenza con qualsiasi soluzione di impianto centralizzato, e ancor di più in questo caso, ha riguardato l’installazione dei canali di grandi dimensioni a servizio dei numerosi montanti. Per risolverla è stata presa la decisione di aumentare il livello della copertura esistente fino a raggiungere la quota massima del vincolo del Parker’s Piece. Questa scelta, unita al design compatto dell’UTA, ha consentito di nascondere alla vista tutti gli impianti e di preservare i dettagli estetici della facciata orientale.
Lo stesso tipo di unità a recupero del calore è stato adottato per servire anche gli altri spazi comuni, compresa la biblioteca e le aree bar, garantendo in questo modo un’elevata efficienza energetica di tutto l’impianto. La scelta di unità a basso livello sonoro ha permesso di salvaguardare le camere da letto, molto sensibili dal punto di vista acustico essendo ubicate vicino ai pozzi di luce, in cui sono state installate le unità.
Per garantire il minor consumo energetico sono stati adottati sistemi di regolazione che modulano direttamente i volumi d’aria trattata alla richiesta in base all’occupazione o alla qualità dell’aria interna. I ventilatori di estrazione a servizio delle aree principali e della cucina sono stati montati in verticale all’interno di un finto camino, costruito nel pozzo di luce, che termina sulla copertura mascherato da comignoli.
Il design architettonico, gli interni raffinati e le eleganti soluzioni alle complesse sfide ingegneristiche presentate dalla ristrutturazione di questo edificio iconico hanno reso questo progetto particolarmente interessante e gratificante.