La ristrutturazione di un edificio d’epoca

DoubleTree by Hilton
Il nuovo hotel DoubleTree by Hilton a Trieste è stato realizzato grazie a interventi di consolidamento statico, restauro e ristrutturazione della novecentesca ex sede RAS – © 2019 Roberto Pastrovicchio

Finalizzati alla rifunzionalizzazione dell’edificio, gli interventi realizzati hanno perseguito un duplice obiettivo: conservare le pregiate caratteristiche architettoniche originali inserendo elementi dal design contemporaneo, in grado di valorizzare la nuova attività ricettiva anche attraverso i numerosi servizi offerti agli ospiti.

Incastonata nel regolare tessuto del settecentesco Borgo Teresiano di Trieste, a pochi passi da Piazza Unità d’Italia, l’ex sede centrale della RAS è stata recentemente trasfor­mata in un accogliente albergo dal design raffinato, affi­liato alla prestigiosa catena statunitense DoubleTree by Hilton.

Le soluzioni tecnologiche finalizzate al contenimento dei consu­mi energetici e alla qualità del comfort termico hanno privilegiato l’installazione di nuovi impianti a espansione diretta, in grado di inserirsi con modalità mininvasive nelle strutture preesistenti e di qualificare i rinnovati ambienti interni, anche dal punto di vista dell’immagine.

Fra storia e contemporaneità

L’edificio (circa 79.000 m3 complessivi) occupa un intero isola­to e si sviluppa su 6 livelli, dal seminterrato (-1) al sottotetto (4). Il progetto (superficie riscaldata 9.049 m2; volume riscaldato 50.731 m3) ha interessato:

  • gli emipiani rivolti a settentrione dei livelli dal seminterrato al piano 1, nei quali si trovano gli ambienti di pregio storico-archi­tettonico (la restante superficie è destinata ad attività commer­ciali);
  • tutti i piani dal 2 al 4, in gran parte precedentemente destinati a uffici, che accolgono ora le camere per gli ospiti.

Durante circa 2 anni di cantiere l’iconico edificio, risalente ai pri­mi anni del ‘900, è stato interessato da opere di restauro e risa­namento conservativo, estese ai locali e ai manufatti di maggior pregio, da interventi di mitigazione della vulnerabilità sismica e consolidamento statico, specie sulle murature e sugli impalca­ti, e da lavori di ristrutturazione, concentrati nei piani più elevati non sottoposti a vincolo, per la trasformazione degli uffici in ca­mere per gli ospiti.

Il miglioramento della risposta alle azioni sismiche e l’incremento della resistenza statica è stato perseguito con interventi di rinfor­zo delle strutture portanti, che hanno interessato principalmente i collegamenti tra solai e murature, gli impalcati in legno e alcuni paramenti murari. Sono stati inoltre sostituiti la copertura traspa­rente della scala monumentale, preservando il sottostante soffit­to decorato, e i serramenti esterni.

Tutti i lavori edili sono stati eseguiti nel rispetto delle indicazioni inerenti il vincolo monumentale. Le meticolose opere di restau­ro hanno interessato le pavimentazioni in legno e in ceramica, i rivestimenti in pietra e in ceramica, gli elementi lapidei e in me­tallo, i serramenti interni in legno comprese cornici e imbotti, gli arredi di pregio e i corpi illuminanti d’epoca.

DoubleTree by Hilton
Il raffinato design dei nuovi ambienti con impianti perfettamente integrati (nell’immagine la lobby) esalta i suggestivi elementi in stile conservati grazie a un attento restauro

Oggi il Doubletree by Hilton di Trieste mette a disposizione sia suggestivi spazi in stile, dalla significativa valenza storica – hall d’ingresso, scala monumentale, sala da te, libreria a due piani con elevatore, sala riunione ricavata nell’ex ufficio dirigenziale e ambienti dal raffinato design contemporaneo (lobby, ristorante, altre sale riunione, sala biliardo, ecc.) distribuiti nei primi livelli fuori terra.

I piani superiori ospitano 125 camere singole e doppie (di cui 25 suite) tutte dotate di servizi interni (superfici da 23 m2 e 86 m2), dalle quali si accede al centro benessere (spa, area fitness). Ca­mere e centro benessere situati al piano 4 (sottotetto) dispongo­no di finestre da tetto e di chiostrine delimitate da pareti trasparenti, che permettono l’ingresso della luce naturale.

Curato da Caberlon Caroppi (architettura), F&M Ingegneria (strutture), Studio Ingegneria Impianti (idrico-sanitario, climatizzazione, elettrico) e Studio Tecnico Zaccarelli (antincendio), con il coordinamento di Arcadis Italia (project management), il progetto è stato realizzato dalle imprese Carron Cav. Angelo, in qualità di general contractor, e Pederzani Impianti Srl.

L’esperienza dell’impresa

Geom. Paolo Zorzi, Pederzani Impianti

«Abbiamo partecipato al progetto come subappaltatori per il general contractor Carron Cav. Angelo – spiega il geom. Paolo Zorzi, Capocommessa dell’impresa di installazione Pederzani Impianti Srl. Il progetto costruttivo è stato sviluppato internamente, ma la peculiarità dell’edificio hanno reso necessari continue verifiche durante il progredire del cantiere, per risolvere con la Direzione dei lavori e con la Soprintentenza le problematiche che emergevano giorno per giorno. Siamo stati impegnati in modo continuativo per circa 22 mesi, con una media giornaliera di circa 40 operatori equamente ripartiti fra le installazioni termomeccaniche ed elettriche.

In questo caso le varie tipologie di impianti sono fortemente integrate fra loro, anche attraverso il sistema dedicato alla gestione alberghiera che permette di controllare il funzionamento locale degli impianti di climatizzazione, illuminazione, rilevazione fumi ecc. Le principali complessità operative sono state legate ai vincoli esistenti sui manufatti edili e sugli arredi fissi esistenti negli ambienti di pregio storico. Oltre al collaudo finale, tutti gli impianti installati sono stati sottoposti a un accurato commissioning da parte dei tecnici della catena alberghiera, che ne hanno verificato la piena funzionalità e il grado di sicurezza anche per quanto riguarda i tempi di reazione dei sistemi».

La parola al progettista

Ing. Andrea Raggini, Laboratorio di Impianti

«Abbiamo ottenuto la commessa partecipando a un concorso di idee a inviti indetto dal committente – afferma l’ing. Andrea Raggini, progettista degli impianti termomeccanici – in raggruppamento temporaneo con altri studi professionali, assieme ai quali abbiamo curato tutte le fasi della progettazione».

«L’approccio a un edificio storico, precedentemente occupato da uffici, ha posto da subito alcune complessità sul fronte degli impianti termomeccanici. La nuova destinazione d’uso ad albergo, infatti, ha reso necessaria la previsione di impianti idrico-sanitari distribuiti praticamente ovunque ai piani destinati alle camere – complessivamente oltre 120 servizi igienici di nuova realizzazione ai piani dal 2 al 4, rispetto ai 5 blocchi per servizi preesistenti.

Inoltre, gran parte degli ambienti ai piani inferiori era sottoposto a vincolo, perciò molti lavori sono stati eseguiti prestando la massima attenzione a minimizzare l’impatto sui manufatti, ad esempio tramite interventi di scuci-cuci sulle murature e/o di mascheramento delle reti di nuova installazione. Di conseguenza, alcune scelte progettuali – in particolare la previsione di un impianto di climatizzazione a espansione diretta a 3 tubi – sono state pressoché obbligate.

Il progetto originale è stato poi rivisitato in seguito alle specifiche tecniche fornite dal gestore della struttura, individuato dal committente poco prima dell’inizio dei lavori. L’inserimento nel circuito alberghiero Hilton, infatti, comporta il rispetto di parametri operativi differenti rispetto alle normative vigenti: in particolare la temperatura dev’essere mantenuta costante a 23 °C durante l’intero arco dell’anno».

Con quali esiti?

«Le previsioni progettuali sono state adeguate ai nuovi parametri climatici e di sicurezza, selezionando di conseguenza un produttore di sistemi VRF in grado di garantire le prestazioni ricercate, anche in termini di capacità delle unità terminali, prevalenza, silenziosità del funzionamento, ecc., ovviamente senza compromessi in ordine all’efficienza energetica e al budget disponibile.

Ulteriori adattamenti sono poi intervenuti in corso d’opera: mentre procedeva il cantiere, il progetto è stato costantemente adeguato alle effettive condizioni che si andavano riscontrando. La scelta di un sistema a espansione diretta ha realmente permesso di lavorare minimizzando l’impatto dei lavori sull’edificio esistente, a fronte di performance eccellenti sotto il profilo del consumo e del comfort, e in modo particolarmente silenzioso.

Un ulteriore aspetto rilevante è consistito nella decisione – presa ben prima della pandemia in corso – di installare sia dispositivi per la filtrazione dell’aria estremamente efficaci, sia di realizzare le canalizzazione aerauliche con materiali trattati con ioni d’argento, in grado di contrastare la proliferazione dei microorganismi. L’impianto di ventilazione risulta perciò intrinsecamente sicuro sotto il profilo sanitario».

Progetto termomeccanico: aspetti generali

La climatizzazione delle diverse aree dell’hotel è affidata a un impianto a espansione diretta, del tipo a flusso variabile di gas refrigerante R 410A con distribuzione a 3 tubi. La scelta di ricorrere alla tecnologia VRF, in luogo di un impianto idronico, è stata orientata principalmente dalla necessità di:

  1. minimizzare l’impatto dimensionale delle centrali tecniche nei confronti dell’edificio;
  2. limitare al minimo indispensabile gli interventi di assistenza muraria per la posa delle unità e delle reti impiantistiche;
  3. facilitare l’inserimento delle reti e delle unità interne nel delicato contesto architettonico.

Le elevate prestazioni rese disponibili dalla tipologia d’impianto prevista hanno anche permesso di rispettare i particolari parametri di comfort termico, previsti dagli standard della catena alberghiera alla quale è stato affiliato l’hotel, senza pregiudizio per l’efficienza energetica complessiva dell’edificio.

L’impianto VRF provvede infatti alla climatizzazione di tutti i locali dell’albergo, in maniera completamente indipendente gli uni dagli altri, con l’obiettivo di garantire una temperatura costante di 23 °C durante l’intero arco dell’anno, e con la possibilità di regolazione locale autonoma delle condizioni climatiche di ogni singolo locale.

Tutti i componenti (le unità esterne e interne con i rispettivi comandi remoti, il centralizzatore, ecc.) sono interfacciati al sistema di controllo centralizzato mediante bus di trasmissione dati, per:

  • assicurare evolute modalità di supervisione, comando e con­trollo dell’intero impianto;
  • permettere la gestione indipendente e armonizzata del funzio­namento delle unità interne in relazione alle regolazioni locali, con la possibilità di proibire e/o limitare le funzioni dei controlli remoti.

VRF in sintesi

Le motocondensanti sono installate sulle parti piane della coper­tura. Le unità esterne sono del tipo con scambio termico aria/aria e presentano valori di COP variabili fra 4,4 e 5,2 e di EER variabili fra 4,4 e 4,9. Ciascuna unità è equipaggiata con com­pressore ermetico scroll a controllo digitale, tecnologia flash injection, batteria, ventilatori di espulsione, ecc..

DoubleTree by Hilton
Contenimento dei consumi energetici e qualità del comfort termico sono stati affidati a nuovi impianti di climatizzazione a espansione diretta, con unità esterne installate sulla copertura

Si tratta com­plessivamente di:

  • 1 motocondensante a pompa di calore (13,5 kWt; 12,1 kWf), al servizio della cucina al piano 1;
  • 43 motocondensanti a recupero di calore, al servizio degli altri ambienti.

Queste ultime sono così articolate:

  • 1 unità (25,2 kWt; 22,4 kWf), per i locali al piano -1;
  • 1 unità (31,5 kWt; 28,0 kWf), per i locali ai piani 0 e -1;
  • 1 unità (45 kWt; 40 kWf) per i locali al piano 1;
  • 40 unità (37,8 kWt; 33,6 kWf), per i locali situati a tutti i piani, in particolare di quelli ai piani dal 2 al 4.

Le linee provenienti dalle motocondensanti a recupero di calore alimentano i collettori di distribuzione e si diramano verso le di­verse utenze. Tutte le tubazioni sono realizzate con tubi di rame isolati da guaine in elastomero espanso. Le unità interne sfrutta­no così la potenzialità erogata dalle motocondensanti, a secon­da delle diverse richieste delle utenze, realizzando un impianto estremamente versatile che funziona con una ridotta potenza elettrica impegnata.

Tutte le unità interne sono tutte equipaggiate con:

  • ventilatore a più velocità;
  • batteria a espansione diretta;
  • collegamento alla rete di scarico della condensa;
  • pannello a parete con display a cristalli liquidi e comando a filo, per il controllo della velocità del ventilatore e della temperatura ambiente.

Climatizzazione degli ambienti

Gli spazi connettivi sono climatizzati con unità interne del tipo a cassetta a 4 vie, incassati nei controsoffitti

I locali situati al piano -1, destinati agli spogliatoi del personale, alla lavanderia e alla cucinetta, sono equipaggiati con unità in­terne del tipo a cassetta a 4 vie. La stessa soluzione, sempre con unità a cassetta da 1 o da 4 vie, è stata utilizzata per i corridoi e per gli uffici situati ai piani dall’1 al 4, tranne che in alcuni locali serviti da unità del tipo split a parete.

I radiatori e i ventilconvettori preesistenti, installati in nicchie o celati dagli arredi fissi, sono stati rimossi dagli ambienti di mag­giore pregio ai piani 0 e 1. In questo caso le unità interne sono del tipo:

  • per installazione a pavimento, in versione da incasso, completi di canalizzazione di raccordo alle griglie di mandata dell’im­pianto di ventilazione;
  • per inserimento negli appositi alloggiamenti interni agli arredi fissi, conservati e di nuova realizzazione;
  • canalizzato da incasso a controsoffitto, con mandata e ripresa collegate a griglie lineari ad alta induzione mediante canali fles­sibili, prevalentemente negli spazi adibiti a hall/reception, sale riunione, bar e ristorante.
DoubleTree by Hilton
Negli ambienti collettivi (nell’immagine una sala riunioni) le unità interne VRF sono del tipo canalizzato, da incasso a controsoffitto, con mandata e ripresa collegate a griglie lineari ad alta induzione

Nelle camere ai piani 2, 3 e 4 sono state installate unità interne canalizzate, celate dai controsoffitti ribassati posti prevalente­mente in corrispondenza all’ingresso e dei servizi igienici. L’aria circola attraverso griglie di mandata in alluminio, a doppio ordine di alette orientabili, e di ripresa con apertura a cerniera e porta­filtro, complete di filtro dell’aria.

DoubleTree by Hilton
Le camere al 4 piano sono dotate di finestre da tetto e di chiostrine che permettono l’ingresso della luce naturale; la climatizzazione è affidata a unità canalizzate celate dal controsoffitto

Gli spazi dedicati all’area fitness e alla spa dispongono invece di unità da incasso a pavimento, con immissione dell’aria tramite griglie. Inoltre, nella spa e in tutti i servizi igienici, l’integrazione del fabbisogno termico è appannaggio di un impianto di riscalda­mento radiante ad alimentazione elettrica, installato a pavimen­to e/o a parete.

Quest’ultimo è un prodotto dallo spessore ridotto (circa 3 mm), composto da un circuito bifilare di cavi scaldanti in fibra di car­bonio, dalla forma piatta, ancorati a una rete in fibra di vetro, per la posa sotto-massetto e sottopavimento. Caratterizzato da una contenuta inerzia termica, questo impian­to restituisce potenze nell’ordine di 80÷140 W/m2 e raggiunge rapidamente la temperatura operativa, a vantaggio del comfort degli ospiti.

L’impianto di ventilazione

Il ricambio igienico dell’aria è affidato a impianti indipendenti ad aria primaria. La maggior parte del volume è trattato da unità prevalentemente in configurazione rooftop, che dispongono di:

  • pompe di calore reversibili, equipaggiate con 2 compressori scroll e con batterie di condensazione ed evaporazione;
  • ventilatori di mandata e ripresa a pale rovesce, ad alta efficien­za, accoppiati a motori EC a controllo elettronico, con regola­zione automatica della portata;
  • filtri dell’aria di tipo elettrostatico ad alto rendimento, sulla man­data e sulla ripresa;
  • quadro elettrico di potenza e di controllo e pannello di comando e controllo remoto, per la gestione e regolazione dei parametri di funzionamento.

Per gran parte degli ambienti ai piani -1 e 0, nonché per una por­zione del ristorante sito al piano 1, sulla copertura è presente 1 UTA rooftop (mandata 7.200 m3/h), equipaggiata con pompa di calore aria-aria (32.9 kWt; 58.4 kWf), per il recupero termodina­mico attivo sull’aria espulsa.

Le sale riunioni al piano terra dispongono di impianti dedicati, per una maggiore flessibilità di funzionamento. Al loro servizio sono infatti installati 2 recuperatori di calore statico a flussi incrociati, composti da scambiatore di calore, ventilatori di mandata e di ri­presa a più velocità, batteria di post-trattamento dell’aria alimen­tata dall’impianto VRF e sistemi di controllo. L’aria è immessa di­rettamente negli ambienti mediante diffusori ad alta induzione a effetto elicoidale.

I locali storici situati al piano primo (adibiti in parte a sala risto­rante e in parte a sale riunioni), sono dotati di più impianti indi­pendenti. Al loro servizio sono infatti installati 4 recuperatori di calore statico a flussi incrociati, composti da scambiatore di calo­re, ventilatori di mandata e di ripresa a più velocità, batteria di post-trattamento dell’aria alimentata dall’impianto VRF e siste­mi di controllo. L’aria è immessa negli ambienti mediante griglie mascherate all’interno degli arredi storici esistenti, al cui interno sono anche nascoste le unità interne VRF (del tipo mobiletto per installazione canalizzata). Poiché nei locali di pregio la sezione dei canali è limitata dalle dimensioni interne agli arredi fissi, la portata massima dell’aria determina il massimo affollamento delle sale.

Per tutti gli spazi ai piani dal 2 al 4 l’impianto aeraulico è attestato su ulteriori unità installate in copertura:

  • altre 3 UTA rooftop, (mandata 4.600 m3/h), equipaggiate con pompa di calore aria-aria (21 kWt; 38.7 kWf), per il recupero termodinamico attivo sull’aria espulsa, per le camere e per l’a­rea fitness;
  • 1 recuperatore di calore statico (1.200 m3/h) a flussi d’aria in controcorrente, del tipo ad altissima efficienza (>90%), dedi­cato all’area spa.
DoubleTree by Hilton
Gli ambienti del centro benessere (spa, area fitness) dispongono di un recuperatore di calore statico ad altissima efficienza, equipaggiato con batteria idronica © 2019 Roberto Pastrovicchio

Sulla copertura sono inoltre installati gli estrattori per l’espulsio­ne dell’aria esausta, fra cui quello dedicato alla cappa della cuci­na, del tipo compensato con aria di reintegro riscaldata median­te una batteria elettrica. L’immissione dell’aria negli ambienti avviene a bassa velocità. Le canalizzazioni di mandata e ripresa sono realizzate con pannelli sandwich composti da rivestimento in alluminio e strato interno termofonoisolante in schiuma rigida, con trattamento antimicrobico sulla superficie interna; la sola eccezione riguarda le canalizzazioni al servizio degli estrattori, realizzate in lamiera d’acciaio.

Impianti idrico-sanitari e antincendio

La produzione del calore destinato alla preparazione dell’ACS è affidata a una caldaia a condensazione alimentata a gas meta­no (635 kWt), anch’essa situata sulla copertura e collegata alla centrale idrico-sanitaria posta al piano -1.

La rete di distribuzione del metano alimenta anche il gruppo elettrogeno installato sulla copertura. La centrale idrico-sanitaria accoglie 2 bollitori (2.000 l ciascuno) con relativi scambiatori di calore, oltre a tutti i principali compo­nente dell’impianto idrico-sanitario fra cui:

  • 3 serbatoi in polietilene (2.000 l ciascuno) per accumulo dell’acqua potabile proveniente dall’acquedotto;
  • impianto di trattamento fisico-chimico (filtro autopulente, ad­dolcitore automatico, dosatore di polifosfati e di prodotti anti­legionella);
  • gruppi di pressurizzazione, vasi d’espansione, ecc.

Le reti di distribuzione, da quelle interne alla centrale fino alla varie ramificazioni, sono realizzate con tubazioni in rame termoi­solate, con valvole di intercettazione poste a ogni piano e gruppo di miscelazione e disinfezione termica con valvola termostatica a monte di ogni servizio igienico.

Per prevenire la possibilità di proliferazione batterica, le reti in­terne ai servizi igienici sono conformate ad anello evitando qual­siasi possibilità di ristagno dell’acqua. In pratica, ognuno degli apparecchi terminali, del tipo a basso consumo con frangigetto, è alimentato contemporaneamente da entrambi i rami dell’anello. Già differenziate fra acque bian­che e nere, le reti di scarico preesistenti sono state quasi com­pletamente rifatte prevedendo degrassatori (per cucina e lavan­deria) e 2 stazioni di raccolta e sollevamento delle acque reflue, per le nuove funzioni al piano -1 (spogliatoi del personale albergo e lavanderia).

L’hotel era già dotato di un impianto antincendio del tipo sprin­kler, posto a protezione di alcuni locali del piano interrato, che è stato integrato con una linea aggiuntiva a formare un anello di distribuzione, esteso agli altri locali del piano interrato di perti­nenza dell’albergo.

La nuova destinazione d’uso ha inoltre imposto l’installazione di un ulteriore impianto antincendio esteso all’intero edificio, del tipo a idranti UNI 45 e attacchi per autopompa VVF, alimentato direttamente dall’acquedotto comunale e composto da una rete di distribuzione in tubazioni d’acciaio zincato e, nelle parti inter­rate, in polietilene.