Rapporto sulle gare con richiesta di BIM

È stato recentemente presentato il quarto Rapporto OICE sulle gare pubbliche che prevedono l’utilizzo delle metodologie BIM nell’ambito delle procedure di affidamento di servizi di ingegneria e architettura nel 2020, che evidenzia un balzo del 17,2% sul totale del numero delle gare dell’anno precedente: 560 bandi emessi da stazioni appaltanti con riferimento al BIM. Si tratta di un volume che rappresenta l’8,7% del totale nel numero di tutti i bandi per servizi di ingegneria e architettura.

Nel valore, i bandi BIM hanno riguardato un importo di affidamenti pari a 711,6 milioni di euro, contro i 2.412 milioni di tutto il mercato dei servizi di ingegneria e architettura; si tratta del 29,5% del totale dei bandi emessi per servizi di ingegneria e architettura, un dato superiore di oltre il 140% rispetto al dato 2019.

Coerentemente con la tabella del d.m. 560/97 (che prevede l’obbligo di BIM per fasce di importo sotto la soglia UE soltanto a partire dal 2023), il Report evidenzia come la maggiore parte dei bandi BIM per servizi di ingegneria e architettura posti a base di gara nel 2020 si collochi nel mercato delle gare sopra soglia, il 65,4% del totale in numero e il 97,1% in valore.

Ciononostante le gare sotto la soglia dei 100.000 euro arrivano al 16,6% in numero e allo 0,7% in valore, e quelle comprese tra i 100.000 e i 221.000 raccolgono il 18,0% in numero e il 2,2% in valore.

La distribuzione geografica per macroregioni dei bandi BIM rilevati nel 2020 – continua il Rapporto – vede le regioni del Centro con un ruolo preponderante, con il 35,7% del totale dei bandi, mentre al livello più basso si collocano anche nel 2020 le regioni isolane con il 7,3% di tutte le gare bandite. Il Meridione segue il Centro e rappresenta il 30,0% del totale, il Nord-Ovest raggiunge il 15,0% del totale e infine il Nord-Est è al 12,0%.

Nel 2020, le stazioni appaltanti più attive sono state le Amministrazioni dello Stato che hanno raggiunto il 33,0% del totale, seguite dai Comuni che arrivano al 24,1% del totale delle procedure rilevate, dalle Concessionarie che sono al 23,8%, dalle Province al 6,4%, dagli Ospedali USL e ASL che si collocano al 5,5% del totale, dalle Regioni con il 4,5% del totale e dalle Università̀ e dagli Istituti di ricerca che arrivano al 2,0%.

La divisione per tipologia di opera del complesso dei bandi di gara, vede all’80,4% le opere puntuali e al 19,6% le opere lineari.

Dopo le opere di edilizia direzionale e per uffici, la restante parte di opere puntuali nel 2020 ha riguardato l’edilizia scolastica, con il 12,4% del totale e l’edilizia sanitaria al 10,9% del totale.

La maggior parte degli interventi riguarda opere di ristrutturazione (il 53,0% dei bandi totali).

Venendo invece ai rilievi emersi nell’osservazione delle 560 procedure di gara, il Rapporto nota un certo aumento del numero dei bandi che citano il BIM genericamente senza attribuire punteggi specifici, ma solo considerandolo elemento contrattuale della prestazione: si passa infatti dall’ 11,1% del totale delle gare registrate nel 2019, al 29,5% del 2020.

Sono sempre un certo numero i casi di bandi che fanno riferimento all’utilizzo di strumenti BIM senza allegare un capitolato informativo. Nel 2020 sono stati infatti messi a disposizione dalle stazioni appaltanti 94 capitolati informativi su un totale di 560 gare, pari al 16,8% del totale, mentre erano 110 nel 2019, pari al 23,0% delle gare pubblicate. In altre parole si è ridotto del 14,5% il numero di bandi senza capitolati informativi.

Emerge poi con evidenza – sottolinea il Rapporto – la tendenza di alcune stazioni appaltanti a fare riferimento al BIM per selezionare gli operatori economici, ammettendo alla gara soggetti che devono dimostrare la loro capacità tecnica e professionale attraverso pregresse esperienze in BIM (sia come servizi svolti nel decennio, sia come servizi di punta).

Sono nettamente in diminuzione, rispetto allo scorso anno, i bandi in cui il BIM è richiesto sotto forma di esperienza pregressa, necessaria per l’accesso alla gara. Si tratta di 9 bandi di gara nei quali l’avere in passato svolto servizi di ingegneria e architettura utilizzando il Building Information Modeling rappresenta un elemento necessario, una pre-condizione, per la partecipazione alla gara.

Molto più numerose (145 bandi di gara) sono state le procedure in cui la stazione appaltante, al fine di provare la capacità tecnica del concorrente, inserisce nel bando o nel disciplinare di gara un requisito di idoneità professionale, generalmente richiesto a pena di esclusione, al pari degli altri requisiti minimi di accesso alla gara (siano essi generali o specifici, ai sensi dell’articolo 83 del codice appalti). In particolare la stazione appaltante articola i requisiti di queste figure professionali all’interno della voce “requisiti del gruppo di lavoro”, una casistica che riguarda 124 gare dove viene posta l’attenzione sulla presenza nel gruppo di lavoro di esperti BIM.

Il Rapporto fa poi notare che sono stati complessivamente 11 i casi (erano 9 nel 2019) di specifico riferimento, in sede di offerta, alle figure di BIM Manager o BIM Coordinator “accreditati”. Va messo in particolare risalto che nel 2020 sono state solo 10 le gare (24 nel 2019) in cui si è chiesto di documentare la presenza di esperti BIM con competenze certificate (generalmente riferite alle norme UNI 11337).

Esiste poi un pacchetto di 165 gare classificate come “generica richiesta di progettazione in BIM”, pari al 29,5% del totale, dove il BIM viene citato in termini assolutamente generali come elemento della prestazione da svolgere, ma senza alcuno specifico apprezzamento (punteggio) in sede di offerta, o quantificazione come livello minimo per l’accesso alla gara.