Il Consiglio di Amministrazione di Carel Industries ha approvato i risultati consolidati al 30 giugno 2020.
I ricavi consolidati ammontano a 161 milioni di euro, rispetto agli 166.9 milioni di euro al 30 giugno 2019, con una leggera contrazione pari al 3,6% (-3,1% a cambi costanti). Tale contrazione è interamente attribuibile agli effetti del lockdown cinese e della chiusura dell’hub produttivo italiano del Gruppo (sito in Brugine, PD) a seguito della diffusione della pandemia Covid-19. La chiusura degli stabilimenti italiani ha determinato la creazione di un significativo back-log, principalmente tra marzo e aprile, che è stato interamente smaltito nei mesi di giugno e luglio. Gli effetti sarebbero stati molto più negativi se il Gruppo non avesse prontamente reagito sfruttando le particolari caratteristiche di flessibilità del proprio portafoglio impianti, in particolare: la localizzazione dei medesimi in quasi tutti i continenti e il fatto di poter produrre una parte rilevante delle piattaforme di prodotti Carel contemporaneamente in almeno due stabilimenti. Ciò ha permesso di spostare alcune produzioni da sito produttivo a un altro limitando quindi l’ulteriore crescita del back-log, rispetto a quella che si è effettivamente verificata. Per quanto riguarda l’effetto dei cambi, quest’ultimo ha inciso negativamente per circa 50 punti base.
L’area geografica che riveste maggior peso per il Gruppo, l’EMEA (Europa, Medio-Oriente, Africa) da cui deriva circa il 70% dei ricavi, ha registrato performance sostanzialmente stabili rispetto al primo semestre del 2019, nonostante la chiusura prima totale e poi parziale dell’hub produttivo italiano. I fenomeni sottesi a tale performance, oltre a quelli logistici legati al lock-down, sono principalmente connessi ad una forte accelerazione della presenza di Carel nell’Europa orientale che ha controbilanciato una contrazione della domanda in alcune applicazioni come il settore “automotive” nell’HVAC, e il settore “HORECA” nella Refrigerazione. L’APAC (Asia-Pacific) riporta una contrazione dei ricavi pari al 7,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, in netto miglioramento, però, rispetto al dato registrato nel primo trimestre di quest’anno (-17,5%). Ciò deriva dal recupero del back-log accumulato durante il lock-down e da buone performance in Cina. Il Nord America segna una contrazione dei ricavi pari al 10,6%, in linea con quanto registrato nel primo trimestre dell’anno, dovuta a un fisiologico consolidamento dopo il forte incremento registrato nel 2019 (+20%) a cui si somma il peggioramento della situazione macro-economica a causa dell’emergenza sanitaria. Infine, il Sud America, al netto degli effetti negativi derivanti dal cambio valutario, riporta un calo dei ricavi pari al 6,2% principalmente a seguito delle performance negative registrate al di fuori del Brasile e dovute all’intensificarsi dell’epidemia Covid-19.
Per quanto riguarda le singole aree di business, la Refrigerazione, al netto dell’effetto valutario, si posiziona in territorio positivo (+1,1%): le buone performance nel settore “Food retail” (supermercati/ipermercati/convenience store) sono state parzialmente controbilanciate dall’andamento fortemente negativo del settore “Food service” (Ristoranti, Hotel ecc.). In relazione all’HVAC, il risultato è dovuto, oltre che al lock-down dell’hub produttivo italiano, all’andamento negativo di alcuni settori industriali solo in parte compensato dal trend positivo registrato sia nel segmento “pompe di calore ad alta efficienza” (principalmente nel Nord-Europa), sia nel segmento dei “Data-Center”.