Nuove tecniche per monitorare la qualità dell’aria

È stato recentemente avviato il progetto europeo Vidis (Virtual Centre for Distributed Atmospheric Sensing for Reduction of Pollution Pressure) per il miglioramento e la condivisione delle tecniche di monitoraggio della qualità dell’aria che vede Enea tra i partecipanti insieme alla Queensland University of Technology (QUT – Australia), il Norwegian Institute for Air Research (NILU – Norvegia) e il Vinča Institute (Serbia) nel ruolo di coordinatore.

Finanziato dal programma Horizon 2020 – Widespread, il progetto ha una durata triennale e prevede lo sviluppo di tecniche avanzate di telerilevamento, trasmissione ed elaborazione dei dati acquisiti attraverso reti di sensori ambientali (Internet of Things, Machine Learning, Data Assimilation).

Queste tecniche, che hanno già prodotto un cambiamento radicale nell’informazione e nella modellistica per l’inquinamento atmosferico, unite allo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale condivisi, permetteranno l’integrazione di nuove tipologie di dati nei sistemi informativi già utilizzati.

«Uno dei maggiori punti di forza del progetto riguarda lo sviluppo di un sistema coordinato di qualità che assicuri l’affidabilità del dato rilevato lungo tutta la catena di elaborazione, dalla misura a terra fino alla predizione con l’Intelligenza Artificiale di eventi significativi», spiega Saverio De Vito ricercatore del Laboratorio Sistemi ed Applicazioni Fotovoltaiche e Sensoristiche del Centro ENEA di Portici e referente del progetto.

Enea metterà a disposizione i dati rilevati dai sensori MONICA (MONItoraggio Cooperativo della qualità dell’Aria), dotati di strumenti di intelligenza artificiale che hanno permesso di realizzare vere e proprie mappe della qualità dell’aria ad altissima risoluzione spazio-temporale durante le campagne di monitoraggio.

«Il sensore – continua De Vito – è stato utilizzato nell’ambito del progetto europeo Air Heritage e ha visto il coinvolgimento diretto dei cittadini nel monitorare le principali arterie di Portici, vicino Napoli. Il monitoraggio è stato effettuato durante la fase 2 del lockdown e ha prodotto la prima mappa con i dati rilevati nei 4 percorsi previsti a più riprese nell’arco della giornata».

La collaborazione fra le 4 istituzioni coinvolte in Vidis prevede la condivisione dei dati, la definizione di nuove attività di ricerca congiunte e la formazione di nuove generazioni di ricercatori.

«I risultati degli studi e la condivisione delle competenze di enti come ENEA, NILU e QUT, riconosciuti come all’avanguardia in questo campo di ricerca – conclude De Vito – permetteranno da un lato il consolidamento della loro leadership e dall’altro miglioreranno le già significative performance del Vinča Institute, che rappresenta l’eccellenza della ricerca in Serbia, uno fra gli stati più attivi tra quelli associati all’Unione europea».

L’Enea metterà a disposizione i suoi laboratori del Centro di Portici per ospitare i ricercatori ed occuparsi della loro formazione. Inoltre, un suo team di ricercatori si sposterà nei laboratori di Australia, Serbia e Norvegia sempre con l’obiettivo di formare nuove generazioni di esperti in questo settore.