Decarbonizzazione, efficienza e sicurezza energetica, mercato interno dell’energia, innovazione e competitività: questi i principali obiettivi del PNIEC, lo strumento che orienterà il settore energetico (e non solo) del paese fino al 2030.
Pubblicato nel gennaio scorso, il testo finale del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) individua gli obiettivi vincolanti al 2030 per l’intero paese, per quanto attiene la decarbonizzazione e le fonti rinnovabili (FER), l’efficienza e la sicurezza energetica, lo sviluppo del mercato interno dell’energia, la riduzione delle emissioni di CO2 e, in generale, l’innovazione e la sostenibilità del settore dell’energia anche per trasporti e mobilità.
Il testo è risultato del confronto fra istituzioni, cittadini e stakeholder, recepisce le segnalazioni da parte dell’Unione europea ed è stato aggiornato alla luce delle previsioni contenute nel D.Lgs. 111 del 14/10/2019 (Decreto Clima) e nella L. 160 del 27/12/2019 (Legge di Bilancio 2020), per gli investimenti riservati al Green New Deal.
Si tratta di un documento di estrema importanza per l’economia nazionale e per l’intero mondo dell’energia e dell’impiantistica. Dopo l’ulteriore aggiornamento successivo al recepimento della Direttiva 2018/844/UE sulla prestazione energetica degli edifici, sarà lo strumento di riferimento per l’emanazione di decreti attuativi specifici nel corso del 2020.
Uno sguardo generale
In estrema sintesi il documento finale conferma gli obiettivi per le emissioni climalteranti e l’efficienza energetica già indicati nella bozza inviata nel 2018 all’Unione Europea, con qualche passo in avanti sul fronte delle FER, e ribadisce l’importanza del metano che svolgerà un ruolo di compensazione proprio rispetto allo sviluppo delle FER.
Il PNIEC prevede il phase-out del carbone già al 2025 e la contestuale promozione delle FER elettriche che, al 2030, permetteranno la copertura del 55% dei consumi finali lordi, raggiungendo una produzione di 16 Mtep, pari a 187 TWh.
L’obiettivo per gli impianti fotovoltaici ed eolici – le tecnologie alle quali è affidata la maggior parte del contributo atteso – è estremamente ambizioso. Nel primo caso la produzione dovrà praticamente triplicare nel prossimo decennio, perciò il PNIEC prevede adeguati stimoli economici all’installazione di nuovi impianti sia a terra, privilegiando le zone improduttive e non destinate ad altri usi, sia nei territori già urbanizzati.
Anche per l’energia eolica, per la quale si prevede indicativamente il raddoppio della produzione, lo sviluppo dovrà risultare compatibile con la limitazione del consumo di suolo, puntando in entrambi i caso anche sul revamping e sul repowering degli impianti esistenti. Il contributo a carico delle altre FER elettriche (idroelettrico, geotermia, bioenergie) è invece estremamente contenuto.
Gli interventi di efficientamento per il contenimento dei consumi interesseranno i settori civile, trasporti e industriale, per i quali sono previste riduzioni rispettivamente pari a:
– circa 5,7 Mtep, con progressiva eliminazione del gasolio da riscaldamento;
– circa 2,6 Mtep, per effetto della diffusione di veicoli più efficienti e dello spostamento verso forme di mobilità collettiva e/o smart mobility, per le persone, e dalla gomma alla rotaia, per le merci;
– circa 1,0 Mtep, valore considerato minimo e suscettibile di miglioramento da parte del settore produttivo.
Complessivamente la riduzione delle emissioni di gas climalteranti dovrà essere di almeno il 40% rispetto al 1990.
Principali obiettivi per energia e clima (UE e Italia) al 2020 e al 2030.
PNIEC: Tabella 1 | Obiettivi 2020 | Obiettivi 2030 | |||
UE | Italia | UE | Italia | ||
Energie rinnovabili (FER) | Quota di energia da FER nei Consumi Finali Lordi di energia (%) | 20 | 17 | 32 | 30 |
Quota di energia da FER nei Consumi Finali Lordi di energia nei trasporti (%) | 10 | 14 | 22 | ||
Quota di energia da FER nei Consumi Finali Lordi per riscaldamento e raffrescamento (%) | +1,3 annuo (indicativo) | ||||
Efficienza energetica | Riduzione dei consumi di energia primaria rispetto allo scenario PRIMES 2007 (%) | -20 | -24 | -32,5 (indicativo) | -43 (indicativo) |
Risparmi consumi finali tramite regimi obbligatori efficienza energetica (%) | -1,5 annuo (senza trasporti) | -0,8 annuo (con trasporti) | |||
Emissioni gas serra | Riduzione dei GHG vs 2005 per tutti gli impianti vincolati dalla normativa ETS (%) | -21 | -43 | ||
Riduzione dei GHG vs 2005 per tutti i settori non ETS (%) | -10 | -13 | -30 | -33 | |
Riduzione complessiva dei gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990 (%) | -20 | -40 | |||
Interconnettività elettrica | Livello di interconnettività elettrica (%) | 10 | 8 | 15 | 10 |
Capacità di interconnessione elettrica (MW) | 9,285 | 14,375 |
Fonte: PNIEC
Obiettivi di crescita della potenza (MW) da fonte rinnovabile al 2030.
PNIEC: Tabella 10 | 2016 | 2017 | 2025 | 2030 |
Idrico | 18.641 | 18.863 | 19.140 | 19.200 |
Geotermico | 815 | 813 | 920 | 950 |
Eolico
(di cui offshore) |
9.410
(0) |
9.766
(0) |
15.950
(300) |
19.300
(900) |
Bioenergie | 4.124 | 4.135 | 3.570 | 3.760 |
Solare
(di cui CSP) |
19.269
(0) |
19.682
(0) |
28.550
(250) |
52.000
(880) |
Totale | 52.258 | 53.269 | 68.130 | 95.210 |
Fonte: PNIEC
FER per il settore termico
Il PNIEC indica un cambiamento tecnologico deciso per il settore termico, orientato a soluzioni basate sul determinante contributo delle FER, per le quali si prevedono consumi che supereranno i 15 Mtep legati principalmente all’incremento dell’impiego delle pompe di calore per il riscaldamento e raffrescamento.
Il piano ipotizza infatti un peso crescente nel mix termico rinnovabile da parte delle pompe di calore ad alto rendimento, anche per effetto della diffusa riqualificazione del parco edilizio esistente e della conseguente significativa riduzione dei consumi.
Per il solare termico si prevede invece un ruolo crescente nei sistemi integrati di produzione di calore, come ad esempio i sistemi ibridi e l’integrazione degli impianti di teleriscaldamento, per i quali si intendono valorizzare le sinergie tra l’impiego delle FER e la cogenerazione ad alto rendimento.
Lo sviluppo degli impianti di riscaldamento a biomasse solide, invece, è condizionato dal problema ambientale connesso alle emissioni atmosferiche, perciò l’installazione di questi impianti dovrà essere “guidata” per:
– favorire soluzioni ad alta qualità ambientale e ad alta efficienza;
– limitare le installazioni ex-novo nelle aree caratterizzate da situazioni critiche sotto il profilo della qualità dell’aria.
In questo caso, fra le azioni da intraprendere sono previste:
– la promozione della sostituzione degli apparecchi domestici alimentati a legna con generatori più efficienti e a basse emissioni;
– l’introduzione di requisiti prestazionali più stringenti per l’accesso agli incentivi;
– il finanziamento della ricerca e dell’innovazione tecnologica, per migliorare le prestazioni energetiche e ambientali dei generatori a biomasse;
– la valorizzazione dei residui agricoli, anche in un’ottica di economia circolare;
– la promozione dell’uso delle biomasse di origine locale e/o da filiera corta tracciabile.
Le previsioni per l’efficienza energetica
Rispetto allo scenario di riferimento PRIMES 2007, l’obiettivo indicativo del PNIEC prevede una riduzione dei consumi al 2030 pari al 43% dell’energia primaria e al 39,7% dell’energia finale che, a livello assoluto, equivalgono rispettivamente a 125,1 Mtep e a 103,8 Mtep.
Si tratta di obiettivi decisamente superiori rispetto a quelli europei (-32,5% per l’energia primaria). I settori interessati sono prevalentemente quello civile e dei trasporti, per i quali si ipotizza un risparmio annuo incrementale di energia finale da nuovi interventi nell’ordine di 0,927 Mtep, pari a:
– 50,98 Mtep complessive, da conseguire tramite politiche attive nel periodo 2021/’30;
– 9,3 Mtep/anno di riduzione dei consumi di energia finale al 2030.
La strategia di lungo termine per la ristrutturazione del parco immobiliare sarà delineata dal Governo in seguito al recepimento della Direttiva 2018/844/UE, che modifica della Direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica degli edifici, previsto entro il 10 marzo 2020.
Fra gli aspetti più interessanti, il PNIEC introduce:
– la tanto attesa possibilità di una stabilizzazione dell’attuale sistema incentivante basato sulle detrazioni fiscali, per un periodo di almeno 3 anni, con possibilità di integrazione fra Ecobonus, Sismabonus e Bonus ristrutturazione;
– l’ipotesi di modulazione dei benefici a seconda del risparmio atteso tenendo conto del periodo di vita dell’intervento, per incentivare gli interventi di deep renovation e premiare quelli che presentano un elevato rapporto fra costi e risultati ottenuti.
È inoltre confermata la creazione di una sezione del Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica dedicata alla concessione di garanzie per i soggetti che finanziano condomini e privati nella realizzazione degli interventi di efficientamento energetico, in modo da superare la barriera costituita dall’investimento iniziale.
La nuova strategia conterrà, tra l’altro, una rassegna completa degli edifici pubblici e privati presenti sul territorio nazionale e una tabella di marcia basata su indicatori, con tappe al 2030, 2040 e 2050 per il conseguimento dell’obiettivo della quasi completa decarbonizzazione del parco edilizio.
Nello scenario definito dal PNIEC i certificati bianchi (TEE) avranno un ruolo di primo piano: si prevede infatti una profonda riforma del meccanismo e il possibile ampliamento del bacino dei soggetti obbligati. Il Conto Termico sarà indirizzato alla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio pubblico e privato in ambito non residenziale, con semplificazione dell’accesso da parte delle pubblica amministrazioni anche mediante la promozione dei contratti EPC.
Il PNIEC contempla infine ulteriori investimenti per promuovere la la decarbonizzazione, l’economia circolare e la ricerca e sviluppo nel settore dell’energia.
di Fabrizio Corbe