L’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) ha pubblicato il rapporto dal titolo “La sorveglianza della radioattività ambientale in Italia”.
Nello studio sono riportate, in particolare, le valutazioni e le prime aggregazioni dei dati raccolti dalle Agenzie Regionali e delle Province Autonome per la Protezione dell’Ambiente e dall’Isin fino al 2019 sulla esposizione al radon nelle abitazioni.
Il radon è un gas naturale generato dal decadimento radioattivo del radio, che si trova naturalmente nelle rocce, nei suoli e nei materiali da costruzione che ne derivano. Entra e si diffonde negli edifici (radon indoor), raggiungendo concentrazioni, variabili da ambiente ad ambiente.
Sulla base di una elaborazione effettuata dall’Isin sui dati di un’indagine nazionale condotta nel 1989-1998, e sui dati Istat 2011, si stima che, su circa 31.000.000 di abitazioni censite sul territorio nazionale, più di 500.000 (pari a circa l’1,7%) presenterebbero livelli di radon superiori al livello di riferimento di 300 Bq m-3 recentemente fissato, per la prima volta, per le abitazioni, dalla Direttiva 2013/59/Euratom del Consiglio sugli standard di sicurezza per la protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti. Il recepimento della Direttiva è stato approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri lo scorso 29 gennaio per l’esame presso le Commissioni parlamentari.
In particolare, sarebbero circa 200.000 (pari al 4,1% del totale), le abitazioni in Lombardia in cui i valori di radon superano il valore di riferimento di 300 Bq m-3; a seguire il Lazio (circa 170.000 abitazioni, pari al 6,2%), il Friuli Venezia Giulia (circa 39.000, pari al 5,7%), la Campania (34.000 e una percentuale dell’1,4%) e l’Abruzzo (circa 22.000 abitazioni, pari al 2,9% del totale). La concentrazione media stimata per l’Italia è risultata pari a circa 70 Bq m-3, valore superiore alla media europea, pari a circa 55 Bq m-3 e a quella mondiale, pari a circa 40 Bq m-3.
A partire dagli anni ’90, diverse Regioni e Province autonome hanno effettuato sul proprio territorio indagini di misura del radon in abitazioni e luoghi di lavoro, principalmente con lo scopo di approfondire la conoscenza della diffusione del fenomeno nel territorio. Inoltre, indagini nelle scuole sono state effettuate per la protezione delle generazioni più giovani. L’Isin ha realizzato una prima raccolta di informazioni sulle misurazioni di radon effettuate, producendo una carta tematica delle concentrazioni medie di radon nei Comuni. Tale informazione, disponibile in oltre 4.000 Comuni italiani, è elaborata, a seconda dei dati disponibili nel Comune, sulla base di misure effettuate in abitazioni situate a diversi piani o tra quelle ai piani terra.