Althesys ha presentato il Rapporto Irex 2019 “Il sistema elettrico italiano e le rinnovabili. Mercato, decarbonizzazione, infrastrutture”, che rileva un nuovo scenario: il traino degli investimenti sulle fonti energetiche rinnovabili oggi viene soprattutto dalle aziende, dagli investitori, e dai consumatori. Il think tank di Althesys è un osservatorio sull’industria e la finanza delle rinnovabili e aggrega i principali stakeholder del settore: industria, enti e istituzioni. Il Rapporto Irex analizza dal 2008 l’evoluzione dell’industria italiana delle rinnovabili nel contesto internazionale, esaminando le strategie aziendali, individuando i trend dei mercati, valutando le strategie-Paese e formulando proposte ai policy maker. Il settore delle FER – si legge nel Rapporto – è caratterizzato da un forte dinamismo in tutto il mondo, sia in termini di investimenti delle imprese sia di politiche pubbliche. L’Italia è uno dei Paesi con la maggior crescita di FER che si svilupperanno ancora nei prossimi anni, sia nella capacità di generazione che nelle tecnologie. Gli investimenti italiani per FER nel 2018 hanno superato gli 11 miliardi di euro con oltre 10 GW di potenza, in diminuzione del 16% rispetto al 2017, anno del record storico. In Italia il 23% delle prime 100 aziende italiane per fatturato utilizza solo rinnovabili. Dopo la spinta delle politiche e degli incentivi pubblici, oggi – secondo Althesys – gli investimenti sono stimolati dal mercato e dai consumatori, che sono i primi a scommettere sulle energie rinnovabili e a fare da traino a uno sviluppo più sostenibile, sostituendo in parte policy maker e incentivi pubblici. Anche i consumatori puntano sempre più sulle FER e sull’autoconsumo, grazie anche alla diffusione dei prosumer, delle comunità energetiche e degli aggregatori. Le FER stanno passando da una logica “push” da parte delle policy e degli incentivi, ad una “pull”, dove la domanda dei consumatori, grandi e piccoli, traina lo sviluppo del settore.
In Europa – sottolinea il Rapporto – la transizione energetica ha già spinto le venti maggiori utility a pianificare 78 GW di nuovi impianti rinnovabili entro il 2025; l’Europa continua però a perdere peso (72,8% della potenza mondiale contro l’81,5% nel 2010). In linea con il trend degli ultimi anni, continuano a scendere in Europa i costi di eolico e fotovoltaico. Mediamente il costo di generazione nell’arco di vita dell’impianto (LCOE) per l’eolico è diminuito del 2% rispetto al 2017 e si attesta a poco più di 43 €/MWh. L’Italia però rimane la più costosa, con oltre 61 €/MWh contro il minimo di 35 €/MWh dell’Olanda. Anche il costo del fotovoltaico è in discesa ed è stimato ad oltre 68 €/MWh per gli impianti commerciali ed oltre 58 €/MWh per quelli utility scale.
Nel prossimo futuro diverse politiche per la decarbonizzazione puntano sull’elettrificazione dei consumi. Per le pompe di calore, ad esempio, si prevede una crescita al 2030 fino a quattro milioni di nuovi impianti con un aumento della domanda di 11 TWh.
L’evoluzione della capacità installata per le FER e dei profili di carico alla punta – conclude il Rapporto – potranno avere effetti significativi sull’equilibrio del sistema elettrico italiano. Gli scenari mostrano diverse criticità per il sistema elettrico tradizionale alimentato con le fonti fossili. La previsione di chiusura delle centrali a carbone entro il 2025 richiederà molti investimenti, sia per nuova capacità di generazione (gas e FER), sia per il rafforzamento delle reti sia per lo sviluppo degli accumuli.