Pompe di calore super star. Il 2018 segna nuovamente l’affermazione di questo tipo di impianto, che traina il settore della climatizzazione made in Italy. I numeri diffusi dall’indagine statistica di Assoclima “Real Estate ed energia – Evoluzione edilizia e andamento della climatizzazione”, giunta quest’anno alla sua ventisettesima edizione, non lasciano dubbi: il comparto gode di ottima salute e regista una crescita del 5,4 per cento della produzione nazionale e un aumento del fatturato di ben 10,8 punti percentuali sull’anno precedente. In valori assoluti ciò si traduce in una produzione nazionale che vale 717,7 milioni di euro e in un fatturato di oltre un miliardo e mezzo.
Chi sale e chi scende
L’indagine, che ha preso in considerazione i dati forniti da 46 aziende del settore della climatizzazione italiana, indica che la spinta maggiore arriva da split e multi split che fanno più di metà del fatturato complessivo, seguito dai chiller condensati ad aria, dai sistemi Vrf (variable refrigerant flow) e dalle unità terminali.
Come indicato in figura 1, i Vrf sono la voce che registra la crescita maggiore (+17 per cento). Seguono i chiller (+13 per cento), gli split (+12 per cento) e le unità terminali (+7 per cento). Segno negativo, invece, per tutte le altre voci del comparto, quali condizionatori di precisione (-28 per cento) packaged e roof-top (-8 per cento) e U.t.a. (-6 per cento).
Analizzando più in dettaglio la composizione del mercato di riferimento, si nota come oltre il 61 per cento della produzione (438 milioni di euro) viene esportato, mentre l’85 per cento di quanto viene importato (1.230 milioni di euro) è destinato al mercato interno (figura 2).
Dati positivi anche per i gruppi frigoriferi condensati ad aria, che si confermano il prodotto con i maggiori tassi di crescita nell’ambito delle macchine idroniche (+13 per cento a valore e +15 per cento a unità). Come ha evidenziato Alberto Spotti della segreteria marketing di Assoclima <<il 55 per cento del fatturato della produzione nazionale è realizzato dai chiller condensati ad aria, istallati in fase di ristrutturazione di appartamenti in sostituzione di impianti precedenti. Si tratta di prodotti prettamente italiani, esportati in tutto il mondo, che via via stanno sostituendo quelli ad acqua. Questo spiega il perché nel 2018 il fatturato dei chiller ad aria ha registrato un incremento del 13 per cento a fronte di un meno 3 per cento segnato dai chiller ad acqua>>.
Pompe di calore al top
Dalla rilevazione risulta, per le potenze fino a 17 kW, una notevole crescita dei modelli splittati a pompa di calore (+46 per cento a valore), che porta l’intero comparto delle pompe di calore fino a 17 kW a +23 per cento. Ne deriva che il mercato Italia nella fascia fino a 17 kW oggi è per quasi il 90 per cento dominato dai sistemi a pompa di calore. La rilevazione evidenzia anche che il mercato dei piccoli apparecchi, fino a 17 kW, rappresenta circa il 40 per cento del totale dei chiller condensati ad aria. Si tratta di una percentuale importante che risente positivamente dell’introduzione sempre maggiore del sistema in pompa di calore nel riscaldamento/climatizzazione residenziale. Anche per le macchine oltre i 50 kW si rileva una ulteriore crescita dei sistemi a pompa di calore, che rappresentano ormai circa la metà del totale.
<<Il mio sentore è positivo>>, ha detto il presidente di Green Building Council Italia, Giuliano dall’Ò, <<i dati evidenziano un comparto sano e di eccellenza. L’incremento registrato dagli impianti a pompa di calore indica che il potenziale di diffusione delle pompe contribuisce alla decarbonizzazione. Proprio nel green building l’innovazione tecnologica esprime al massimo le sue potenzialità. Anche se oggi questo tipo di edifici rappresenta ancora una piccola percentuale del patrimonio immobiliare italiano>>.
È quindi necessario, secondo gli esperti, che aziende produttrici e istituzioni, si pongano degli obiettivi comuni in termini di ammodernamento degli impianti di riscaldamento e di raffrescamento degli edifici, ma il trend è sicuramente positivo e va sostanzialmente in direzione dell’elettrico.
Tra energie rinnovabili e riduzione delle emissioni
L’economia circolare è stato un altro dei termini più utilizzati durante la tavola rotonda seguita alla presentazione dei risultati dell’indagine di Assoclima. <<Concepire prodotti che sposano questa filosofia è sempre più importante e credo che il comparto della climatizzazione se ne sia reso conto e stia agendo proprio in questo senso>>, ha aggiunto dall’Ò. Se è vero, come è vero, che a Milano sono stati mappati già 200 edifici green (vedasi figura 3), presentati durante la Settimana dell’energia.
Fondamentale rimane, però, l’impostazione progettuale degli edifici che ambiscono a essere mappati con questo colore, così come la fase successiva all’istallazione degli impianti, in cui è necessario capire se le macchine sono utilizzate in modo adeguato.
Ma quali sono le sfide che presenta il mercato e i punti di contatto tra il settore della climatizzazione e quello immobiliare? Un interrogativo complesso a cui ha cercato di rispondere il presidente della commissione Marketing di Assoclima Stefano Bellò: <<L’istallazione di macchine di nuova generazione a ridotto impatto ambientale è favorito dall’ecobonus, che senz’altro rappresenta un grosso incentivo. Come associazione, stiamo pensando di proporre al legislatore di normare la possibilità di cedere alle banche la detrazione di imposta derivante dall’ecobonus, così da poterlo tramutare in finanziamenti. Ciò a nostro avviso risulterebbe particolarmente vantaggioso per le fasce più deboli della popolazione, che potrebbero sfruttare questa detrazione in tempi più rapidi rispetto a quanto previsto dalla rateizzazione decennale>>.
In attesa che questa proposta venga valutata, come fare allora per favorire l’investimento pubblico e privato nel rinnovamento dei sistemi di climatizzazione? Posto che non esistono soluzioni universalmente valide per tutti i tipi di edifici, un suggerimento è stato messo sul tavolo dal direttore tecnico di Econ Energy Filippo Busato, che ha spiegato: <<Il progettista gioca un ruolo fondamentale nel proporre l’istallazione delle pompe di calore, soprattutto nel campo dell’edilizia pubblica dove è in atto una tendenza verso la realizzazione di edifici a energia zero. E in quest’ottica le pompe di calore offrono la migliore soluzione>>. Senza dimenticare il tema delle agevolazioni, che bisogna cercare di sfruttare al massimo. <<Ad esempio, la proposta del “conto termico”, estremamente utile dal punto di vista della copertura dei costi di istallazione, è ancora poco diffusa e conosciuta nel settore pubblico. Questo è un caso esemplificativo di come e quando il progettista deve farsi promotore attivo di iniziative innovative>>. Aggiunge Paolo Liberatore dell’Unità monitoraggio, studi e statistiche del Gestore servizi energetici (Gse): <<Il conto termico è uno strumento davvero importante per chi, nel pubblico, vuole passare alle energie rinnovabili e ai sistemi di efficientamento energetico degli edifici. Grazie ad esso è possibile intervenire sugli edifici, risparmiando>>.
Il vero problema, hanno ricordato gli esperti, non è tecnologico ma culturale: il concetto di pompe di calore non è ancora associato a quello di energie rinnovabili, come avviene invece nel caso dei pannelli fotovoltaici. Ha commentato il consigliere di Amici della Terra Tommaso Franci: <<La pompa di calore è determinante per qualsiasi politica di decarbonizzazione. E se consideriamo che in Italia un edificio su sei ha più di 100 anni è chiaro che il grosso dell’istallazione di questo tipo di impianti dovrà avvenire negli interventi di riqualificazione del patrimonio edile esistente>>. <<Dobbiamo arrivare alla neutralità tecnologica>> gli ha fatto eco Stefano Saglia, componente del Collegio dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, <<ma l’efficienza energetica purtroppo soffre di un minor fascino nell’opinione pubblica rispetto alle energie rinnovabili. Nonostante producano un significativo risparmio economico diretto per gli utenti>>. In altri termini, i consumatori, aiutati dagli addetti ai lavori, dovrebbero comprendere sia l’importanza di servirsi di fonti di energia rinnovabile, sia di utilizzare gli impianti che diminuiscono le emissioni atmosferiche. Proprio come le pompe di calore.