Un’analisi del sistema energetico italiano

Secondo l’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano, curata dall’Enea, i consumi di energia primaria del 2018 sono stati pari a circa 171,5 Mtep, in aumento di circa un punto percentuale rispetto al 2017. Nel corso degli ultimi quattro anni – rileva l’Enea – si è dunque consolidata una tendenza opposta a quella registrata nel lungo e costante periodo di riduzione dei consumi iniziato già prima della crisi economica. Nel 2018 l’aumento della domanda di energia è risultato in linea con la crescita dell’economia, quindi l’intensità energetica del PIL è rimasta sostanzialmente invariata, confermando lo stop ai cali degli anni precedenti già emersa nel 2017.

L’incremento di circa 2 Mtep di energia primaria rispetto ai livelli del 2017 – sostiene l’Enea – è imputabile all’aumento dei consumi di petrolio, fonti rinnovabili e importazioni di energia elettrica, complessivamente cresciuti di circa 5 Mtep, e solo in parte compensati dalla minore domanda di gas e carbone. La ripresa dei consumi di petrolio e la riduzione del ricorso al gas per la generazione elettrica hanno fatto sì che nel 2018 le due fonti siano arrivate a coprire la stessa quota di energia (circa il 35%), mentre la quota di fonti fossili nel mix energetico si colloca al 75% (1,5% in meno rispetto a 2017, ma ancora due punti percentuali in più rispetto al minimo del 2013).

Lo studio indica poi che i consumi finali di energia per il 2018 si attestano a circa 127,5 Mtep, in aumento di circa l’1,5% rispetto al 2017. In un’ottica di più lungo periodo i consumi finali di energia sembrano essere tornati su un trend di crescita rispetto al punto di minimo raggiunto nel corso del 2014, quando erano scesi sotto la soglia dei 120 Mtep. La crescita del 2018 – sottolinea l’Enea – è imputabile fondamentalmente all’aumento dei prodotti petroliferi nel settore trasporti, in lieve riduzione i consumi del settore industriale e sostanzialmente stabili i consumi del settore civile.

Nella generazione elettrica, in riduzione rispetto al 2017 (-1,8%) nonostante il marginale aumento della domanda (+0,4% nel 2018), una variazione significativa riguarda il gas naturale, in riduzione di circa 2 Mtep sul 2017 (oltre l’8% in meno).

In aumento invece – continua lo studio – le rinnovabili elettriche, che hanno prodotto 95 TWh di energia elettrica (+12%), grazie alla ripresa della produzione idroelettrica dai livelli minimi del 2017. È però per la prima volta in calo la produzione da fonti rinnovabili intermittenti (-1,3 TWh, oltre il 3% in meno sull’anno prima), soprattutto a causa della minore produzione di eolico e fotovoltaico.

Secondo la stima Enea, nel 2017 le emissioni di CO2 del sistema energetico italiano sono state pari a circa 325 Mt, in riduzione di circa il 2% rispetto ai livelli stimati per il 2017. A determinare il calo delle emissioni sono stati i settori della trasformazione dell’energia, generazione elettrica in primis (-7%), e in misura minore i settori industriale (-2%) e civile, le cui riduzioni hanno più che compensato l’aumento delle emissioni dei trasporti.

Sul fronte dei prezzi dell’energia – conclude l’Analisi trimestrale – il 2018 è stato un anno negativo. Il prezzo medio annuo di petrolio e gas naturale è risultato in media d’anno in significativo aumento (+30% circa per entrambi). Nel caso dei prezzi dell’energia elettrica per le utenze industriali piccole e medie gli aumenti del prezzo nel 2018 sono stati pari all’8-13%, mentre per le utenze di dimensioni maggiori si possono stimare aumenti molto più contenuti, anche grazie agli sgravi fiscali in favore degli energivori. Per quanto riguarda i prezzi dell’elettricità per gli utenti domestici, il 2018 segnala un certo aumento (+4.5%), a fronte di un pur ridotto tasso d’inflazione (+1,2%). Per il gas naturale, l’aumento del prezzo nel 2018 per l’utente non domestico (classificabile nella fascia di consumo 1.000-10.000 GJ per anno) si può stimare pari al 21%. Per quello che riguarda i prezzi al consumo del gas per le utenze domestiche (IPCA), si segnala altresì un aumento pari al 5,6%.