Rapporto sugli indicatori ambientali

Il rapporto 2018 sugli indicatori ambientali dell’Agenzia europea per l’ambiente fornisce un quadro di valutazione aggiornato che monitora i progressi compiuti in 29 obiettivi ambientali pertinenti al raggiungimento dei tre obiettivi prioritari chiave nell’ambito del 7° programma di azione ambientale che affrontano: il capitale naturale (compresa la biodiversità); economia sostenibile, efficiente in termini di risorse, a basse emissioni di carbonio; la salute e il benessere delle persone. Il quadro di valutazione traccia un quadro negativo per i progressi nel miglioramento del capitale naturale dell’UE. I progressi complessivi sono misti per gli altri due obiettivi prioritari.

Rispetto allo scorso anno, il quadro di valutazione 2018 ha rivisto al ribasso le prospettive di conseguire altri tre obiettivi, importanti per il raggiungimento dell’obiettivo prioritario del 7° programma di azione che riguarda una crescita sostenibile a basse emissioni di carbonio ed efficiente in termini di risorse. Le prospettive per raggiungere l’obiettivo di efficienza energetica dell’UE nel 2020 e ridurre l’impatto ambientale complessivo del settore abitativo entro il 2020 sono state riviste da “probabili” a “incerte”. Gli aumenti del consumo energetico globale e del settore domestico – sostiene il rapporto – sono stati la causa principale. Anche le prospettive di riduzione dell’impatto ambientale del settore della mobilità sono state riviste in modo “improbabile” in quanto le emissioni di gas a effetto serra prodotte dai trasporti sono aumentate.

La relazione rileva che, per un certo numero di indicatori, nei tre obiettivi prioritari le tendenze positive passate osservate nel quadro di valutazione erano principalmente causate dalla bassa attività economica subito dopo la crisi finanziaria del 2008 e che in molti casi i progressi sono stati rallentati negli ultimi anni a causa di un aumento della crescita economica.

La relazione suggerisce che l’attuazione della politica ambientale e climatica deve essere intensificata in tutta l’UE per raggiungere gli obiettivi del 2020. I risultati evidenziano anche la necessità di integrare ulteriormente gli obiettivi ambientali e climatici in quei settori politici che contribuiscono maggiormente al degrado del capitale naturale, agli impatti sulla salute umana, all’uso inefficiente delle risorse naturali e ai cambiamenti climatici. Questi settori politici comprendono l’offerta e la domanda di energia, la produzione e il consumo di cibo, i trasporti e la mobilità e lo sviluppo delle infrastrutture urbane.