L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha pubblicato il rapporto annuale che riassume i progressi compiuti dall’UE e dagli Stati membri nel raggiungimento degli obiettivi della nuova Direttiva sui limiti nazionali di emissione (NEC) validi fino al 2019. Lo studio si basa sui dati degli inventari delle emissioni del periodo 2010-2015 resi noti dagli Stati membri nel febbraio 2017.
La Direttiva NEC stabilisce, inoltre, anche gli impegni di riduzione nazionali delle emissioni per il periodo 2020-2029 e il briefing fornisce una prima valutazione dei progetti presentati dagli Stati membri per il periodo.
Secondo il rapporto, nel 2015 le emissioni complessive dell’UE di quattro importanti inquinanti atmosferici e cioè gli ossidi di azoto, i composti organici volatili non metanici, il biossido di zolfo e l’ammoniaca, sono stati al di sotto dei rispettivi massimali del 2010, anche se, per due anni consecutivi (2014-15), le emissioni di NH3 sono aumentate in tutta l’UE dell’1,7% a causa del settore agricolo.
Nel 2015 – continua il rapporto – undici Stati membri hanno superato per uno o più inquinanti i loro limiti nazionali; per esempio la Germania ha avuto superamenti per l’ammoniaca, i composti organici volatili non metanici e gli ossidi di azoto.
Per tutti gli anni dal 2010 al 2015, Austria, Belgio, Francia, Germania, Irlanda e Lussemburgo hanno costantemente superato i rispettivi massimali di emissione per gli ossidi di azoto, Danimarca, Germania e Irlanda i massimali per i composti organici volatili non metanici e Austria, Danimarca, Finlandia, Germania, Spagna e Svezia quelli per l’ammoniaca, mentre nessuno Stato membro ha superato il suo massimale per il biossido di zolfo.
La nuova Direttiva NEC – ricorda il rapporto – consente tuttavia che, in determinate circostanze, gli Stati membri possano avere delle deroghe per le emissioni riportate per la valutazione della conformità con i massimali nazionali. Nel 2017, Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo e Spagna hanno fatto questa richiesta per il 2015, ma il processo di revisione non è ancora terminato per cui i dati riportati nello studio sono quelli “non aggiustati”. Se tutte le richieste saranno accettate dalla Commissione europea ci si aspetta che il numero di Stati membri che hanno superato uno o più limiti di emissione nel 2015 scenda a 5 (Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Irlanda), che il Lussemburgo sia sotto tutti i rispettivi massimali, che l’Austria sia molto vicina a soddisfarli tutti e che Germania e Spagna abbiano superato solo i limiti per l’ammoniaca.
Unicamente per gli ossidi di azoto – conclude l’Agenzia – sarà necessaria un’ulteriore e più significativa riduzione del 9%, da parte dell’UE nel suo complesso, per far fronte all’impegno del 2020. Per quanto riguarda invece gli impegni per il 2030 saranno necessarie riduzioni più sostanziali per tutti gli inquinanti. I progetti di riduzione futuri mostrano che 18 Stati membri non si considerano sulla strada per rispettare gli impegni di riduzione fissati per il 2020 per gli inquinanti presi in esame sulla base delle politiche e delle misure attualmente in vigore. Allo stesso modo, 22 paesi non sono in corsa per uno o più impegni per il 2030 e, secondo la nuova Direttiva NEC, gli Stati membri dovranno comunicare entro aprile 2019 i loro “programmi nazionali di controllo dell’inquinamento atmosferico” con i quali stabiliranno misure supplementari di riduzione delle emissioni.