La Sardegna ha approvato il nuovo “Piano per la qualità dell’aria ambiente” che introduce misure aggiuntive per limitare gli inquinanti atmosferici in tutto il territorio regionale, attraverso:
– l’incentivazione alla sostituzione dei caminetti e delle stufe tradizionali con sistemi ad alta efficienza nel settore del riscaldamento domestico;
– la limitazione dell’impiego di olio combustibile, di gasolio e di legna nelle caldaie e negli impianti a bassa efficienza impiegati per il riscaldamento nel terziario;
– disposizioni per l’abbattimento delle polveri da cave e da impianti di produzione di calcestruzzi e di laterizi;
– interventi in ambito portuale (porti di Cagliari e Olbia), finalizzati all’abbattimento delle emissioni provenienti dallo stazionamento delle navi nel porto e dalle attività portuali, quali uno studio di fattibilità sull’elettrificazione delle banchine, il monitoraggio dei combustibili utilizzati dalle imbarcazioni in ingresso al porto e lo studio sulla possibilità di sostituirli con altri meno inquinanti, la razionalizzazione dei sistemi di imbarco e della logistica del traffico merci all’interno dell’area portuale; la razionalizzazione del trasporto urbano.
I provvedimenti sono stati individuati in base ai dati del monitoraggio annuale. La Regione, infatti, valuta annualmente la qualità dell’aria ambiente, utilizzando la rete regionale di monitoraggio per riscontrare eventuali situazioni di superamento dei valori limite di legge, dei valori obiettivo e dei parametri inquinanti. La normativa vigente prevede che, nel caso in cui nelle zone o agglomerati si verifichino una o più situazioni di superamento dei valori limite o dei valori obiettivo, la Regione adotti appunto un piano che preveda delle misure volte alla riduzione delle emissioni delle principali fonti di inquinamento così da rientrare nei valori.
I dati più recenti registrati dalla rete regionale di monitoraggio – rivela la Regione – confermano la necessità di attenzione su alcuni parametri, in particolare in alcune zone e agglomerati.
Nell’agglomerato di Cagliari – sostiene la Regione – un contributo significativo ai livelli emissivi è dato dal riscaldamento domestico; infatti, caminetti, stufe tradizionali e piccole caldaie sono le principali responsabili delle emissioni di particolato PM10 (complessivamente il 56 %), Pm2,5 (64%) e benzoapirene (83%).
Il particolato atmosferico proviene, anche se in misura minore, dall’attività portuale, dalla produzione di laterizi e calcestruzzo e da attività estrattive.
Per quanto attiene al particolato atmosferico – continua la Regione – su tutto il territorio si conferma che il maggior contributo è legato alle emissioni dei caminetti e stufe tradizionali, agli incendi provocati dall’uomo e, a seguire, dalle attività produttive energetiche e industriali.
Rispetto agli ossidi di azoto, le maggiori criticità, che si registrano nell’agglomerato di Cagliari e nella zona industriale, sono da attribuire al contributo emissivo dell’attività portuale, del trasporto su strade extraurbane e urbane, delle attività industriali e delle centrali termoelettriche.
Riguardo all’ozono, le sorgenti che maggiormente contribuiscono ad aumentarne i livelli sono rappresentate da composti organici volatili non metanici, la cui principale sorgente è rappresentata dalla vegetazione, oltre che dalle attività antropiche e dalle industrie.
La Regione informa, infine, che sono previste campagne di sensibilizzazione, programmi di educazione nelle scuole per approfondire con maggiore dettaglio le tematiche relative all’importanza della tutela della qualità dell’aria, i possibili effetti nocivi dell’inquinamento atmosferico e l’importanza delle scelte e dei comportamenti personali nel contribuire alla tutela dell’ambiente.