Un’agenda europea per l’economia collaborativa

AgendaCome annunciato nella strategia per il mercato unico, la Commissione ha pubblicato gli orientamenti rivolti agli Stati membri con l’obiettivo di garantire uno sviluppo equilibrato dell’economia collaborativa.

L’economia collaborativa – sostiene la Commissione – sta crescendo rapidamente e le autorità nazionali e locali stanno rispondendo con interventi normativi eterogenei. Questo approccio frammentato, crea incertezza sia per gli operatori tradizionali che per i nuovi prestatori di servizi e i consumatori e può ostacolare l’innovazione, la creazione di posti di lavoro e la crescita.

L’agenda fornisce indicazioni sull’applicazione del diritto vigente nell’Ue a questo settore, chiarendo le questioni essenziali affrontate sia dagli operatori del mercato che dalle autorità pubbliche.

I prestatori di servizi – continua la Commissione – dovrebbero essere obbligati a ottenere autorizzazioni o licenze per l’esercizio di impresa solo se strettamente necessario a soddisfare pertinenti obiettivi di interesse generale. Le piattaforme non dovrebbe essere soggette a autorizzazioni o licenze quando agiscono solo da intermediari tra i consumatori e coloro che offrono realmente il servizio (quali trasporto o alloggio). Gli Stati membri dovrebbero inoltre distinguere tra i privati cittadini, che offrono servizi occasionalmente, e i prestatori che agiscono in qualità di professionisti, ad esempio stabilendo delle soglie basate sul livello di attività.

Le piattaforme di collaborazione possano essere esonerate dalla responsabilità per le informazioni conservate per conto di coloro che offrono un servizio. Non dovrebbero essere tuttavia esonerate dalla responsabilità per qualsiasi servizio offerto, come i servizi di pagamento.

La Commissione incoraggia poi le piattaforme di collaborazione ad adottare azioni volontarie per la lotta contro i contenuti illeciti online e per accrescere la fiducia.

Per quanto riguarda la protezione degli utenti, gli Stati membri dovrebbero garantire che i consumatori godano di un livello di protezione elevato dalle pratiche commerciali sleali, senza imporre obblighi sproporzionati ai privati che forniscono servizi occasionali.

Sul fronte della definizione di un rapporto di lavoro – prosegue la Commissione – il diritto del lavoro è per lo più di competenza nazionale ed è integrato dalla giurisprudenza e dagli standard sociali minimi dell’Ue. Gli Stati membri possono tenere presenti criteri quali il rapporto di subordinazione con la piattaforma, la natura del lavoro e la retribuzione al momento di decidere chi può essere considerato un lavoratore subordinato di una piattaforma.

In merito alla normativa fiscale, la Commissione sottolinea che i prestatori di servizi e le piattaforme dell’economia collaborativa devono pagare le imposte pertinenti, quali le imposte sul reddito delle persone fisiche, delle società e l’imposta sul valore aggiunto. Incoraggia inoltre gli Stati membri a continuare a semplificare e chiarire l’applicazione della normativa fiscale all’economia collaborativa. Le piattaforme dell’economia collaborativa dovrebbero cooperare appieno con le autorità nazionali per la registrazione delle attività economiche e agevolare la riscossione delle imposte.

L’agenda invita infine gli Stati membri Ue a riesaminare e, se necessario, modificare la legislazione vigente in conformità a tali orientamenti. La Commissione intende monitorare il contesto normativo in rapida evoluzione e gli sviluppi economici e delle imprese e, inoltre, seguire l’andamento dei prezzi e della qualità dei servizi, individuando i possibili ostacoli e problemi che derivano dalla presenza di normative nazionali divergenti o da vuoti normativi.