Alla crisi 2008-2014, che ha ridotto i fatturati del settore ITS di 2,46 miliardi di euro, fa riscontro la crescita (+10%) delle ristrutturazioni. Tutti i contenuti del XVII convegno Angaisa.
La crisi dal 2008 a oggi del mercato delle imprese del settore idrotermosanitario (ITS), ha bruciato complessivamente 2,46 miliardi di euro, tornando ai valori dei fatturati del 2004. Ma da alcuni mesi si intravedono segnali di stabilizzazione e nel 2015 il segno rosso dovrebbe lasciare il passo al nero sui bilanci del settore, grazie all’edilizia di recupero e alle attività di qualificazione che hanno retto e sono cresciute (+9,8% vs 2007). Sono alcune delle evidenze emerse in occasione del XVII convegno biennale di ANGAISA (Associazione nazionale commercianti articoli idrosanitari, climatizzazione, pavimenti, rivestimenti ed arredobagno).
Le misure del “tonfo”
A valori correnti, si è perso il 19% del mercato del 2007, quando i fatturati delle imprese dell’ITS valevano 13,15 miliardi netto IVA. Nel 2014 si è scesi a 10,69 miliardi (-2,46). Si stima che i distributori all’ingrosso e rivenditori al dettaglio di prodotti idrotermosanitari nel 2014 fossero 10.753. “A soffrire sono state maggiormente le realtà più piccole” ha commentato Mauro Odorisio, Presidente ANGAISA. “Sotto i 13 milioni di fatturato solo un terzo delle imprese riesce a crescere. Le medio-grandi esprimono un migliore ritorno sulle vendite. Negli ultimi anni il Nord-Ovest e l’Area Romana sono andate piuttosto bene, più in difficoltà il resto dell’Italia”. I dati emergono da un’analisi CRESME su diverse fonti, in primis l’Osservatorio bilanci della distribuzione idrotermosanitaria ANGAISA, e sono state presentate dal Direttore di CRESME Lorenzo Bellicini alla platea degli oltre 300 operatori del settore e ai presidenti Giorgio Squinzi (Confindustria) e Carlo Sangalli (Confcommercio). Il tonfo è frutto in prevalenza del sostanziale dimezzamento degli investimenti per edilizia di nuova costruzione, che nel periodo 2007-2014 hanno fatto registrare una variazione, in valori correnti, al ribasso del 54,2%. Diverso il trend delle riqualificazioni, che nello stesso periodo sono cresciute del 9,8%.
L’analisi del Cresme
“L’analisi storica mostra la doppia natura della crisi che abbiamo attraversato: il calo del 2007-2009, il rimbalzo 2010-2011 e poi il nuovo tonfo nel biennio 2012-2014, con il 2014 che per l’ITS è stato peggiore del 2013”, ha spiegato Bellicini, ricordando che nel 2013, soprattutto nell’ultima parte dell’anno, “il fatturato è stato trainato dagli incentivi fiscali per la qualificazione”. Il gap fra le tendenze del nuovo e del ristrutturato è simile se si osservano specifici segmenti di mercato. Così, se nel 2014 sono stati venduti complessivamente tra nuovo e ristrutturazione in Italia minori volumi rispetto al 2007 – 175.968 mq di pavimenti (contro i 244.822 del 2007, -28,12%), 54.141 mq di rivestimenti (vs 68.838, -21,35%), 8.599.616 di sanitari (vs 11.374.551, -24,39%), 8.654.723 di rubinetti (vs 10.184.119, -15%), 1.306.509 di impianti termici (vs 1.472.392, -11,26%) – il dato si ribalta se si osservano le ristrutturazioni residenziali – pavimenti +3,64% (da 95.493 mq del 2007 a 98.972 mq del 2014), rivestimenti +3,54% (40.253 mq Vs 41.680 mq), sanitari +3,62% (5.720.980 pezzi Vs 5.928.125 pezzi), rubinetti +3,55% (6.463.311 pezzi Vs 6.693.061 pezzi).
L’efficacia degli incentivi fiscali
Ai volumi legati al mercato del rinnovo residenziale hanno certamente giovato gli incentivi fiscali. “In questo senso, siamo in piena sintonia con il Ministro Graziano Delrio quando afferma che i bonus edilizi funzionano, e vanno stabilizzati ed estesi”, ha dichiarato Odorisio. “Se il settore edilizio non è ancora guarito, per lo meno non ha la febbre a 40. I bonus possono aiutare la degenza, essere un ‘ponte’ fino alla ‘vera’ ripresa che non avverrà prima del 2017”.
Dall’osservatorio privilegiato della filiera, i distributori ITS scommettono sulle competenze e la professionalità degli addetti e su un ruolo ancor più centrale delle ristrutturazioni nell’economia che verrà. “Il concetto di impiantistica è in costante evoluzione sia tecnologica, sia normativa”, ha continuato Odorisio. “Ciò rende le ristrutturazioni estremamente interessanti per il cliente finale, ma anche per noi dell’idrotermosanitario. Non credo che l’effetto si sia esaurito nel 2013. Il nostro patrimonio immobiliare ha bisogno di manutenzione sia ordinaria sia straordinaria, in particolare proprio per quanto riguarda l’impiantistica, che necessita di ammodernamenti per essere più efficiente e sostenibile. Basti pensare all’edilizia scolastica.”
Nonostante una coda negativa registrata a gennaio 2015 (-4,29% rispetto a gennaio 2014), le stime invitano ad un cauto ottimismo e nel 2015 è attesa una crescita inferiore all’1%, che dovrebbe spiccare il volo nel 2016 (+2,5%) e nel 2017 (3%).
Guarda la tabella delle misurazioni della crisi: