L’intelligenza? È nella rete

 

Prof. Federico Delfino  Università degli Studi di Genova
Prof. Federico Delfino
Università degli Studi di Genova

Le cosiddette “smart grid” sono uno degli argomenti di maggiore attualità poiché coniugano aspetti economici, energetici, tecnologici e ambientali.

In estrema sintesi, si tratta di reti energetiche che consentono la gestione intelligente dei flussi di energia e delle informazioni ad essi associati, con l’obiettivo di ottimizzare la produzione, centralizzata e distribuita, e la distribuzione dell’energia in funzione dei consumi, in condizioni di sicurezza. Gli esempi sono ancora pochi e poco conosciuti, ciò nonostante l’argomento è tutt’altro che teorico.

L’esperienza della smart micro-grid che stiamo compiendo presso la sede di Savona dell’Università degli Studi di Genova è particolarmente significativa. In questo caso la rete – in bassa tensione e di taglia non elevata per quanto attiene alla generazione, stiamo parlando di 250 kW elettrici e 300 kW termici – presenta una duplice valenza (elettrica e termica) e, soprattutto, consente di valutare le effettive potenzialità delle fonti energetiche rinnovabili rispetto a quelle tradizionali.

Uno dei punti oggetto di ricerca, infatti, consiste nella capacità delle fonti alternative (fotovoltaico, solare termico a concentrazione) di risultare realmente tali rispetto alle fonti fossili in applicazioni di microgenerazione, grazie all’impiego di dispositivi per l’accumulo, allo scopo di fronteggiarne l’intrinseca discontinuità legata all’aleatorietà della fonte.

Il sistema di gestione e controllo che sovrintende al funzionamento della rete (generatori, sistemi di accumulo, carichi, ecc.) è il “cervello” della rete, che opera seguendo logiche di ottimizzazione “multi-obiettivo”.

Analogamente, una smart grid vera e propria si compone non solo di diversi dispositivi per la generazione e il trasporto dell’energia, ma anche di un sistema di intelligenza distribuita che, rispetto a una rete tradizionale, comporta tre fondamentali vantaggi qualitativi:

– la possibilità di ottimizzare la produzione da fonti differenti a seconda dell’effettiva convenienza economica;

– una maggiore sicurezza nella soddisfazione della domanda da parte di varie utenze;

– un adeguato bilanciamento fra le esigenze produttive e i relativi effetti ambientali.

Queste opportunità sono di estremo interesse per una vastissima casistica di soggetti che risultano allo stesso tempo produttori e consumatori di energia.

In prospettiva, la creazione di “sistemi semplici di produzione e consumo” (come recentemente definiti dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas), equipaggiati per produrre localmente energia elettrica e termica, e di piccole microreti intelligenti collegate fra loro, potrebbe perciò svolgere un ruolo prodromico nello sviluppo, dal basso, di smart grid più estese al livello delle reti di distribuzione in media tensione.

Si tratta di uno scenario sicuramente futuristico, nel quale anche il ruolo del distributore potrebbe avere una significativa evoluzione, che potrebbe però portare ad una crescita complessiva dell’efficienza dell’intero sistema energetico e ad una maggiore partecipazione dei suoi utenti al perseguimento di obiettivi di esercizio in economicità, sicurezza e salvaguardia dell’ambiente.