Il quadro del sistema energetico italiano

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L’Enea ha pubblicato la sua ultima analisi che esamina i fattori che caratterizzano il sistema energetico nazionale, per valutare le tendenze relative alle tre dimensioni della politica energetica: decarbonizzazione, sicurezza e costo dell’energia.

Secondo l’analisi Enea, i consumi di energia primaria si attestano a circa 151 Mtep, poco al di sopra di 12 mesi fa e decisamente oltre i minimi del 2020 (+4 Mtep).

In termini di fonti primarie, le fonti fossili sono stimate complessivamente in lieve aumento rispetto al I semestre 2024 (+1,5% circa), mentre si è ridotta la produzione da fonti rinnovabili. Nel dettaglio, i consumi di petrolio sono in calo nel semestre di oltre 2 punti percentuali, per la decisa contrazione registrata in particolare nei primi tre mesi (-5% tendenziale), che segue il dato positivo del 2024 (+1,3% sull’anno precedente).

I consumi di gas naturale sono invece in deciso aumento (+5% tendenziale nel I semestre), un dato maturato interamente nei mesi invernali, quando la richiesta è cresciuta di 1,4 Mtep su base tendenziale (+8%). A trainare i consumi di gas è stata la domanda della termoelettrica (+15%); più contenuto l’aumento nei settori di uso finale, legato in particolare ai consumi delle reti di distribuzione nel I trimestre (+0,4 Mtep, +3,5%).

I consumi di carbone sono stimati su livelli paragonabili a quelli anno precedente. La generazione elettrica da carbone tra gennaio e giugno si è attestata a 1,5 TWh, di poco inferiore rispetto allo stesso periodo del 2024, ma decisamente inferiore rispetto ai livelli del triennio precedente.

Nell’anno scorrevole, il contributo del carbone al mix di energia primaria risulta di poco superiore all’1% (laddove dieci anni fa era al 9% circa). Le rinnovabili (biomasse termiche escluse) sono tornate a diminuire nel I semestre 2025 (-3%) dopo un biennio di crescita a doppia cifra, con un calo particolarmente negativo nel I trimestre (-8%). Il risultato è ascrivibile alle performance negative della produzione idroelettrica (-20% sul 2024) e dell’eolico (- 12%), compensate solo in parte dalla nuova crescita del fotovoltaico (+23%).

Una situazione che rispecchia sostanzialmente il quadro nell’Eurozona, dove il consumo di gas è salito del 5%, mentre le rinnovabili sono diminuite del 3%, con il solo fotovoltaico in crescita (+20%). Segno positivo anche per la produzione di energia nucleare (+2%), legata all’aumento della produzione francese.

In termini di settori, i consumi – continua l’analisi – sono aumentati nel civile (+3%), principalmente per l’aumento della domanda di gas per riscaldamento e alla maggiore domanda elettrica del settore terziario. Nel complesso, nel semestre la domanda elettrica nazionale risulta in lieve aumento (+0,4%), confermando la sostanziale stazionarietà del grado di elettrificazione dei consumi energetici in Italia.

L’aumento delle fonti fossili (+1,5% nel semestre) si è riflesso nella dinamica delle emissioni di CO₂ (+1,3%), che sono rimaste sul trend di ripresa iniziato nell’ultimo trimestre 2024. Dopo due anni e mezzo di cali consecutivi sono tornate ad aumentare anche le emissioni calcolate sull’anno scorrevole (+1,2%).

Anche nel primo semestre 2025 la dinamica della transizione energetica italiana si conferma sul trend negativo del 2024: a metà anno l’indice Enea Ispred (Indice Sicurezza energetica, Prezzi energia, Decarbonizzazione) risulta in calo di oltre il 20% rispetto a un anno prima ed è al minimo della serie storica. La dimensione più problematica – lamenta l’analisi – si conferma la decarbonizzazione: nei prossimi cinque anni il tasso medio annuo di riduzione delle emissioni di CO2 dovrebbe attestarsi a circa il 6%, quasi il doppio di quanto fatto negli ultimi 3 anni. Se la traiettoria delle emissioni seguisse il trend degli ultimi 3 anni, il target 2030 sarebbe raggiunto non prima del 2035.

Per quanto riguarda prezzi dell’energia e competitività – rileva l’analisi – si è consolidato l’allargamento dello spread tra il prezzo dell’elettricità sulla Borsa italiana e quello dei principali mercati europei. E la produzione industriale dei settori energy intensive resta inferiore di oltre il 10% rispetto a quello dell’intera industria manufatturiera, che pure è sui minimi di lunghissimo periodo.

Nel sistema elettrico la nuova forte crescita della produzione fotovoltaica ha portato in tutti i principali paesi europei a nuovi record di ore con prezzi zero o negativi (al 12% delle ore in Germania nel I semestre) e a forti incrementi della volatilità giornaliera. Anche sul mercato italiano si registra un aumento di prezzi zero e volatilità, ma in misura radicalmente inferiore (0,5% delle ore nella zona Sud), a conferma del persistente ruolo del gas nella fissazione dei prezzi sul mercato all’ingrosso.

Rispetto alla sicurezza energetica, nonostante la ripresa dei consumi il margine di adeguatezza del sistema gas – conclude l’analisi – si è attestato su livelli decisamente maggiori rispetto a quelli critici raggiunti più volte nell’ultimo decennio, perché la punta di domanda giornaliera è rimasta ancora decisamente inferiore ai massimi dell’ultimo decennio.