Servizi di ingegneria: l’andamento del settore

L’ultimo recente rapporto del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri sul mercato dei servizi di ingegneria e architettura rivela che, nel periodo che va da maggio ad agosto di quest’anno (secondo quadrimestre), le stazioni appaltanti hanno pubblicato gare per un importo a base d’asta complessivo, per le sole gare di progettazione ed altri servizi (escludendo, quindi, accordi quadro, concorsi, servizi ICT e gare con esecuzione), pari a poco più di 254 milioni di euro: una perdita di 667 milioni di euro rispetto al picco massimo raggiunto nel 2022.

Il dato relativo ai primi otto mesi dell’anno, procede di conseguenza: il calo rispetto ai primi due quadrimestri del 2024 supera i 186 milioni di euro. Anche aggiungendo il valore degli importi a base d’asta fissato nei bandi per gli accordi quadro, i concorsi di idee e di progettazione e le gare con annessa l’esecuzione dei lavori (escludendo i costi di esecuzione), la stima degli importi complessivi a base d’asta non arriva ai 490 milioni di euro, circa 65 milioni in meno rispetto ai primi 4 mesi del 2025 e 130 milioni circa in meno rispetto al periodo maggio-agosto 2024.

Secondo il rapporto, tornando ai bandi di gara per servizi di ingegneria e architettura “tipici”, emerge che, nel periodo in oggetto, ben oltre la metà dei bandi pubblicati (il 68,1%) presenta un importo a base d’asta inferiore a 140mila euro. I bandi che presentano un importo a base d’asta maggiore di 215mila euro ricoprono il 25,9% delle gare emesse, percentuale quasi dimezzata rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (49,8%).

Tutti i bandi di gara utilizzati nell’indagine – continua il CNI – sono stati sottoposti ad un’analisi dei contenuti da parte dell’Osservatorio bandi della Fondazione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri per individuare eventuali anomalie. Su 1011 bandi esaminati, in 285 casi si è reso necessario un approfondimento più dettagliato dei documenti di gara, a seguito del quale, per 56 gare è stata inviata alla stazione appaltante una lettera di segnalazione dell’anomalia con relativa istanza di modifica o, in alcuni casi, di sospensione del bando. Le anomalie hanno riguardato principalmente aspetti correlati all’equo compenso e al calcolo dell’importo a base d’asta.

Prendendo in esame le aggiudicazioni – rileva poi il rapporto – nel secondo quadrimestre 2025 i liberi professionisti vedono aumentare l’importo medio delle gare a loro affidate da 52.350 euro a 57.164 euro. Un aumento di circa 21.400 euro viene registrato anche per le RTI/ATI miste (composto da società e liberi professionisti). Vengono penalizzate le Società a fronte dell’ successo raggiunto dai Consorzi, che vedono passare l’importo medio delle gare a loro affidate da 275.868 euro a circa 1,170 mln di euro, anche se il dato – avverte il rapporto – è fortemente condizionato da una unica aggiudicazione di importo vicino ai 9 milioni di euro. I liberi professionisti – continua il rapporto – nel periodo in esame si sono aggiudicati il 35,6% delle gare, ma appena il 6,6 % degli importi. La fetta maggiore è appannaggio delle società (SPA, SRL, RTI/ATI tra società) cui vanno il 55,7% delle gare e ben il 68,2% degli importi.

«I dati del monitoraggio – commenta Marco Ghionna, Presidente Servizi di ingegneria: l’andamento del settoredel Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri – mostrano che il rallentamento del mercato e la frammentazione delle gare rischiano di relegare i professionisti a un ruolo marginale. È indispensabile intervenire sul piano legislativo per garantire che le competenze professionali restino un elemento qualificante e riconoscibile nei processi di aggiudicazione, assicurando così che le opere siano concepite e sviluppate con un elevato livello tecnico e qualitativo. È necessario favorire forme di collaborazione tra professionisti e società, mantenendo tuttavia un ruolo centrale delle figure iscritte agli Ordini professionali per assicurare la tracciabilità delle responsabilità e la qualità tecnica».

Angelo Domenico Perrini, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, dal canto suo sottolinea: «Già da un po’ di tempo i rapporti del nostro Centro Studi hanno registrato il tramonto definitivo della fase positiva determinata dal Pnrr e dai diversi bonus edilizi. Il mercato dei servizi di ingegneria e architettura è ormai tornato a livelli “normali” e questo ci impone di prestare ancora più attenzione alla corretta valorizzazione del lavoro degli ingegneri e al rispetto che si deve alla centralità del progetto. Le anomalie registrate dal nostro Osservatorio bandi, infatti, confermano che uno degli elementi che vanno maggiormente salvaguardati è l’applicazione corretta dell’Equo compenso. Come Consiglio Nazionale siamo costantemente impegnati nelle opportune interlocuzioni istituzionali, al fine di giungere alla piena affermazione di questo principio fondamentale, e lo saremo nel prossimo futuro anche in occasione delle discussioni relative al recente ddl delega sulla riforma delle professioni»

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