Le direttive europee puntano oggi a edifici non solo efficienti e sostenibili, ma anche “intelligenti”, favorendo bassi consumi e gestione ottimizzata dell’energia.
Al già chiaro orientamento ai bassi consumi e all’incremento dell’efficienza energetica (uno dei punti chiave della direttiva EPBD IV – Directive (EU) 2024/1275) oltre che all’utilizzo prioritario e consistente di fonti di energia rinnovabile (uno degli obiettivi prioritari della direttiva RED III – Directive (EU) 2023/2413/UE) la Commissione Europea sta orientando le proprie attenzioni anche verso un ulteriore concetto: quello di edificio non solo efficiente e sostenibile, ma anche “intelligente”.
Edifici dove la gestione e l’utilizzo dei dati potranno generare ulteriori risparmi energetici e ulteriori tagli delle emissioni clima alteranti direttamente o indirettamente dovute agli edifici. Un tema fino a ieri apparentemente marginale determinerà invece nel periodo 2025-2030 impatti sostanziali nella classificazione degli edifici e un arricchimento professionale senza precedenti per chi progetta e realizza il sistema edificio-impianto introducendo nuovi concetti di gestione elettronica avanzata e IOT nel building.
Lo Smart Readiness Indicator, introdotto dalla Commissione Europea con l’Energy Performance of Building Directive nel giugno 2018, si pone l’obiettivo di definire una metodologia di calcolo, per singolo stato e a livello Europeo, che servirà a classificare il livello di «intelligenza» di un edificio. L’indicatore permetterà di determinare e quantificare il livello di “smartness” degli edifici, ossia la capacità di migliorarne l’efficienza energetica e la performance di comfort grazie all’adozione di tecnologie «intelligenti».
Il concetto chiave che diviene ormai evidente è che l’approccio degli interventi di ottimizzazione energetica degli edifici è stato, specie nel decennio 2010-2020, prevalentemente basato sull’efficientamento del singolo componente (costruttivo o impiantistico) o di una serie di componenti che concorrevano al consumo energetico, ai fini del miglioramento complessivo della classe energetica dei fabbricati ed all’aumento dell’impiego di fonti rinnovabili.
Sebbene tale approccio conservi la sua validità ed importanza, nel corso degli ultimi anni si è sempre più spesso riscontrato che il risparmio energetico non si consegue solo sulla base dell’introduzione di componenti, sistemi o impianti atti a migliore prestazione energetica, ma anche attraverso numerosi altri fattori quali ad esempio: il controllo efficiente ed efficace del loro corretto utilizzo ed il monitoraggio delle prestazioni energetiche cosicché il consumo di energia dell’edificio avvenga sulla base dell’effettivo bisogno, grazie alla disponibilità di nuove tecnologie di monitoraggio e controllo, integrate a sistemi di produzione da rinnovabile e storage che sono alla base del paradigma degli edifici intelligenti o “smart buildings” di nuova generazione a cui Progettisti termotecnici e Architetti dovranno fare fronte se vorranno rimanere sul mercato in maniera competitiva e pertinente al nuovo mercato degli edifici intelligenti e non solo efficienti.
In questo senso, un’ulteriore spinta all’efficienza e intelligenza in edilizia è giunta nel 2018 con la Direttiva (UE) 2018/844 (cosiddetta EPBD III) sull’efficienza energetica negli edifici, nata come rifusione della precedente Direttiva 2010/31/UE, portato avanti poi dalla EPBD IV (EU) 2024/1275 di maggio 2024.
La EPBD di fatto ha introdotto il concetto di Smart Readiness Indicator (SRI) già nel 2018: l’indicatore che mira nel decennio 2020-2030 a promuovere ristrutturazioni digitalmente compatibili, integrare l’energia rinnovabile e consentire la misurazione del consumo effettivo di energia, tenendo conto delle necessità degli utenti e delle ottimizzazioni possibili derivanti dalla gestione della enorme mole di dati sempre più disponibili relativamente all’edificio.
Nel 2020 è stato poi emesso un importante documento di attuazione denominato “Final report on the technical support to the development of a smart readiness indicator for buildings. Directorate-General for Energy Energy Efficiency: Buildings and Products” che componente per componente del Sistema edificio impianto delinea i temi impattanti nella classificazione (figura 1).

(Fonte: Final report on the technical support to the development of a smart readiness indicator for buildings. Directorate-General for Energy Energy Efficiency: Buildings and Products 2020. European Commission)
Lo Smart Readiness Indicator si compone di una scala di approccio a tre livelli e si basa su tre tipologie di funzioni e indicatori, che, come indicato nel documento “Final report on the technical support to the development of a smart readiness indicator for buildings” commissionato dalla Comunità Europea, possono essere riassunti in tre categorie:
- “Key smart readiness capabilities”: 3 abilità di prontezza all’intelligenza dell’edificio;
- “Smart readiness technical domains”: 9 domini tecnici di prontezza all’intelligenza dell’edificio;
- “Smart readiness impact criteria”: 7 criteri di impatto all’intelligenza dell’edificio.
Le 3 “Key smart readiness capabilities”
Le tre “Key smart readiness capabilities” (Capacità chiave di prontezza intelligente) si inseriscono nelle intenzioni dell’Unione Europea di promuove un’azione di individuazione, a livello degli stati membri, di una metodologia di calcolo comune per lo Smart Readiness Indicator (SRI) per gli edifici. L’intelligenza di un edificio si riferisce alla “capacità di un edificio o di un unità immobiliare di recepire, interpretare, comunicare e rispondere attivamente in modo efficiente alle mutevoli condizioni in relazione al funzionamento dei sistemi/impianti tecnici/meccanici dell’edificio o all’ambiente esterno (comprese le reti energetiche) e alle richieste degli occupanti dell’edificio”.

L’obiettivo delle 3 “Key smart readiness capabilities” è composto da tre punti chiave (figura 2):
- adattarsi alle esigenze degli occupanti;
- ottimizzare l’efficienza energetica sia nel funzionamento che nella manutenzione;
- favorire l’integrazione con le reti energetiche.
1. Adattarsi ai bisogni degli occupanti
Qui si valuta la capacità dell’edificio di essere user-centric, cioè:
- rispondere alle preferenze individuali degli utenti (temperatura, illuminazione, qualità dell’aria, ecc.);
- garantire comfort, salute e benessere, adattando i servizi in base alle presenze e alle abitudini degli occupanti;
- facilitare l’interazione utente-edificio tramite interfacce semplici e intuitive;
- promuovere un comportamento energeticamente consapevole degli utenti, ad esempio fornendo feedback sui consumi energetici.
Esempi pratici: app per la gestione delle condizioni indoor, sistemi di ventilazione automatica basati sulla qualità dell’aria, gestione personalizzata delle postazioni di lavoro, ecc.
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Ottimizzare l’efficienza energetica e il funzionamento degli impianti
Questa capacità riguarda la funzione dell’edificio di usare energia in modo intelligente, ovvero:
- regolare automaticamente riscaldamento, raffrescamento, illuminazione, ventilazione, ecc., in funzione dell’uso effettivo degli spazi e delle condizioni climatiche esterne/interne;
- minimizzare gli sprechi energetici attraverso automazione, controllo predittivo e sistemi di gestione dell’energia (BEMS – Building Energy Management Systems);
- ottimizzare la produzione locale di energia rinnovabile (ad esempio, gestendo l’autoconsumo di energia fotovoltaica);
- supportare l’uso di sensori (temperatura, CO₂, presenza) per adeguare dinamicamente il funzionamento degli impianti.
Esempi pratici: termostati intelligenti, illuminazione LED automatizzata, controllo dinamico delle tende per migliorare il comfort termico e gli ombreggiamenti intelligenti, ecc.
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Consentire l’interazione con la rete energetica
Questa capacità si riferisce alla possibilità dell’edificio di:
- ricevere e rispondere a segnali provenienti dalla rete elettrica (es. prezzo dinamico dell’energia, domanda di picco, ecc.);
- modulare carichi elettrici in risposta a queste condizioni (ad esempio posticipare l’uso di elettrodomestici energivori);
- partecipare a sistemi di Demand Response e servizi di flessibilità energetica;
- integrare sistemi di accumulo di energia (es. batterie), ricarica di veicoli elettrici e fonti di energia rinnovabile.
Esempi pratici: pompe di calore che modulano il funzionamento in funzione del costo dell’energia, batterie che si caricano durante le ore a basso costo, veicoli elettrici V2G (Vehicle-to-Grid), ecc.
I 9 domini tecnici di prontezza all’intelligenza dell’edificio
Nel contesto del SRI (Smart Readiness Indicator) a livello di EPBD, i nove domini tecnici rappresentano le aree funzionali principali attraverso cui viene misurata la “prontezza intelligente” di un edificio (figura 3).

Sono categorie operative che coprono tutti i sistemi tecnologici rilevanti presenti in un edificio (es. riscaldamento, ventilazione, illuminazione, gestione energetica, ecc.). Ciascun dominio valuta quanto i sistemi contribuiscono alle tre capacità chiave viste in precedenza come “Key smart readiness capabilities” (efficienza energetica, benessere utenti, interazione con la rete).
I nove domini sono illustrati in tab.1 e In senso generale possono essere così segmentati:
- Domini 1-5, legati a comfort e impianti (riscaldamento, raffrescamento, ventilazione, acqua calda, illuminazione);
- Dominio 6, legato al tema dell’involucro fisico adattivo;
- Domini 7-9, coprono l’infrastruttura energetica e l’intelligenza di controllo.
I 7 criteri di impatto all’intelligenza dell’edificio
Le funzioni fornite da componenti e sistemi tecnici dell’edificio vengono classificati sulla base dei nove ambiti tecnici (o “domini”) e valutati tenendo conto di uno specifico fattore di ponderazione in relazione ai seguenti sette “criteri d’impatto” (figura 4):

- Risparmi energetici: si riferisce all’impatto dei servizi smart-ready che consentono risparmi energetici; non viene considerata l’intera prestazione energetica degli edifici, ma solo il contributo dato dalle tecnologie smart-ready.
- Manutenzione e prevenzione: si riferisce al rilevamento e alla diagnosi automatizzata dei guasti; essa ha il potenziale di migliorare significativamente manutenzione e gestione di sistemi tecnici per l’edilizia.
- Comfort: si riferisce all’impatto dei servizi sul comfort degli occupanti; in particolare, si riferisce alla percezione conscia e inconscia dell’ambiente fisico, compreso il comfort termico, il comfort acustico e le prestazioni visive.
- Convenienza: si riferisce all’impatto dei servizi sulla comodità per gli occupanti, ovvero i servizi che «rendono la vita più facile» per l’occupante (ad esempio servizi che permettono una minore interazione manuale da parte dell’occupante).
- Accesso alle info: si riferisce all’impatto dei servizi in merito alla fornitura agli occupanti delle informazioni sul funzionamento dell’edificio.
- Benessere: si riferisce agli impatti dei servizi sul benessere e sulla salute degli occupanti; ad esempio, controlli più intelligenti possono fornire una migliore qualità dell’aria rispetto ai controlli tradizionali, aumentando così il benessere degli occupanti con un impatto adeguato sulla loro salute.
- Flessibilità per la rete: si riferisce agli impatti dei servizi sulla potenziale «flessibilità energetica» dell’edificio; in questa categoria si include anche la flessibilità offerta alle reti di teleriscaldamento e raffreddamento.
Il risultato finale a cui si vorrebbe arrivare si traduce in punteggi (di dettaglio ed aggregati) da inserire in un certificato che possa individuare una “classe di predisposizione all’intelligenza” dell’edificio e insieme alla classe energetica dell’edificio generare un nuovo criterio di valorizzazione deli edifici dove, ad esempio, a parità di efficienza energetica si potrà scegliere l’edificio più predisposto all’intelligenza di funzionamento complessiva.
Tutto ciò ci si aspetta consentirà un ulteriore incremento del risparmio energetico nel settore edile e si prevede avrà forti impatti nel mondo dei controlli intelligenti degli impianti, in particolar modo di quelli del segmento HVAC.
Conclusioni
Con l’adozione della Direttiva (UE) 2024/1275 del 24 aprile 2024, la cosiddetta EPBD IV, si è aperta una nuova fase storica nella trasformazione del settore edilizio europeo. Accanto ai pilastri ormai consolidati dell’efficienza energetica e dell’integrazione delle fonti rinnovabili, la Direttiva spinge con forza anche il concetto di intelligenza edilizia, introdotta con la EPBD III nel 2018, attraverso strumenti innovativi come lo Smart Readiness Indicator (SRI).
Lo SRI rappresenta una rivoluzione silenziosa: probabilmente meno visibile e meno celebrata rispetto agli interventi tradizionali di efficienza e decarbonizzazione, ma di fatto altrettanto, se non più, trasformativa. Infatti, attraverso lo SRI si promuove un cambio di mentalità radicale: l’edificio non è più visto solo come un “consumatore passivo” di energia, ma come un sistema dinamico, interattivo, adattivo. Questo implica una profonda integrazione tra architettura, ingegneria degli impianti, automazione e digitalizzazione, superando la logica settoriale che ha storicamente separato la progettazione edilizia da quella impiantistica.
Per progettisti, architetti, ingegneri e operatori del settore, si apre quindi una nuova sfida: sarà necessario sviluppare nuove competenze trasversali, capaci di governare la complessità dei sistemi edificio-impianto intelligenti. Solo chi saprà comprendere e gestire queste nuove dinamiche potrà posizionarsi competitivamente nel mercato edilizio del futuro, dominato da edifici che dovranno essere efficienti, alimentati da fonti rinnovabili e ora anche dotati di intelligenza adattiva e digitale.
In conclusione, lo Smart Readiness Indicator non è solo uno strumento di valutazione: è il manifesto di una nuova era dell’edilizia, in cui efficienza, rinnovabilità e intelligenza si fondono in un unico ecosistema operativo. Una trasformazione profonda, meno rumorosa, ma destinata a cambiare radicalmente il modo stesso di concepite, progettare e vivere gli edifici.
- Direttiva (UE) 2024/1275 del 24 aprile 2024 sulla prestazione energetica nell’edilizia, cosiddetta EPBD IV, nota come “Case Green”
- Final report on the technical support to the development of a smart readiness indicator for buildings. Directorate-General for Energy Directorate C – Renewables, Research and Innovation, Energy Efficiency Unit C4 – Energy Efficiency: Buildings and Products
- Second technical support study to the establishment of a Smart Readiness Indicator (SRI) for buildings
- Smart Building Report del Politecnico di Milano