Migliora l’efficienza energetica degli edifici italiani

Presentato a SAIE Bari 2025, il “VI Rapporto annuale sulla certificazione energetica degli edifici” di ENEA e CTI offre un quadro aggiornato dell’efficienza energetica del patrimonio edilizio italiano, basandosi su circa 1,2 milioni di Attestati di Prestazione Energetica emessi nel 2024.

Il rapporto – sottolineano innanzitutto Enea e CTI – assume particolare rilievo alla luce della nuova Direttiva Europea sulla Prestazione Energetica degli Edifici (Energy Performance of Building Directive – EPBD IV), che impone agli Stati membri l’adozione di Piani di Riqualificazione Energetica entro il 2026. Il documento si inserisce nel quadro del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) 2024, che mira a ridurre le emissioni del 43,7% nel settore non ETS (Emission Trading System) entro il 2030.

L’APE, inizialmente concepito come strumento tecnico, è oggi chiamato a svolgere un ruolo sociale e culturale, diventando un mezzo per informare, educare e orientare le scelte. Per essere efficace, deve essere comprensibile, comunicativo e capace di generare consapevolezza. Esperienze europee dimostrano l’importanza della trasparenza, della formazione e dell’accessibilità. L’APE – affermano poi Enea e CTI – deve trasformarsi in uno strumento decisionale, capace di parlare alle persone e stimolare comportamenti virtuosi. Il suo valore non risiede solo nei dati, ma negli effetti che può produrre: fiducia, cambiamento, partecipazione alla transizione energetica. Non si tratta quindi di un punto d’arrivo, ma di una base da cui sviluppare una nuova cultura.

Nel 2024 – rileva il Rapporto – il Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica (Siape) ha consolidato il proprio ruolo di strumento nazionale per il monitoraggio dell’efficienza energetica degli edifici, alimentato dai catasti regionali. Al 1 aprile 2025, termine di legge previsto per la trasmissione degli APE emessi nell’anno precedente, il Siape conteneva circa 6,4 milioni di attestati relativi al periodo 2015-2024, inviati da 17 Regioni e 2 Province Autonome.

Con circa 1,2 milioni di APE considerati validi, la fotografia del patrimonio edilizio certificato nel 2024 conferma la prevalenza del settore residenziale, che ne rappresenta l’88,7%. Nel comparto non residenziale si osserva una maggiore eterogeneità, con attività commerciali, uffici e industriali che coprono circa l’85% del totale.

Sul fronte delle prestazioni energetiche, il Rapporto registra un progressivo miglioramento: nel settore residenziale le classi più efficienti (A4-B) rappresentano il 20% degli immobili, mentre quelle meno performanti (F-G) scendono al 45,3%. Anche il settore non residenziale mostra segnali positivi, con un incremento degli immobili nelle classi più efficienti (20%) e una riduzione di quelli nelle classi F-G al 30,9%. A livello territoriale, gli immobili in climi più rigidi presentano fabbisogni energetici superiori, ma anche una maggiore incidenza di immobili nelle classi efficienti.

Rilevante – secondo il Rapporto – il ruolo delle normative: gli edifici più recenti evidenziano valori mediani dell’Indice di Prestazione Energetica globale (EPgl) ridotti, quasi tre volte inferiori rispetto agli edifici costruiti prima del 1945. Inoltre, la motivazione di emissione degli APE incide fortemente sulle prestazioni: quelli redatti per riqualificazioni e nuove costruzioni mostrano i risultati migliori, mentre gli APE legati a passaggi di proprietà e locazioni evidenziano valori energetici meno performanti.
Infine, il patrimonio pubblico certificato, seppur rappresenti solo l’1,2% degli APE 2024, presenta migliori prestazioni rispetto alla media nazionale, in particolare per gli immobili non residenziali.

Nell’edizione 2025 del rapporto, Enea E Cti hanno ritenuto utile approfondire anche il punto di vista degli amministratori condominiali e immobiliari sulle tematiche dell’efficienza energetica e della certificazione energetica. Con la collaborazione di Anaci, hanno quindi diffuso un questionario che ha cercato di raccogliere non solo il giudizio degli amministratori riguardo agli APE, ma anche spunti di miglioramento su questo strumento.

Dall’analisi delle risposte fornite emerge un giudizio positivo da parte degli amministratori sugli APE e su vari aspetti dell’efficienza energetica. L’APE è visto come documento utile e, in linea generale, dai contenuti comprensibili. Riguardo i consumi energetici, le risposte al questionario testimoniano come essi rappresentino un problema sentito per i condòmini. Le principali barriere che ostacolano l’effettiva attuazione di interventi di efficienza energetica sono principalmente la mancanza di disponibilità economiche e l’eccessiva burocrazia/incertezza normativa.

Anche la presenza di unità immobiliari in affitto incide in maniera significativa sulla decisione di effettuare investimenti/interventi in efficienza energetica. A parte l’efficienza energetica, le tematiche di maggiore interesse per i condomìni sono la sicurezza al fuoco, la sicurezza sismica e il comfort acustico.

Non sono emersi particolari problemi per quanto riguarda i rapporti tra gli amministratori e gli altri professionisti del settore. Tra gli spunti di miglioramento dell’APE vi sono indicazioni sul fatto di aumentarne la comprensibilità e l’affidabilità, al fine di supportare meglio l’intero processo di transizione energetica degli edifici.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here