Inquinanti atmosferici: i dati europei più recenti

L’indagine “Air quality status report 2025”, dell’Agenzia europea dell’ambiente, fornisce i dati ufficiali più recenti (quelli degli ultimi due anni) sui livelli dei principali inquinanti atmosferici in Europa e confronta tali concentrazioni sia con gli attuali standard sulla qualità dell’aria dell’Unione europea per il 2030 sia con i livelli delle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità.

La Direttiva UE sulla qualità dell’aria riveduta – ricorda l’Aea – inasprisce significativamente gli standard di qualità dell’aria, allineandoli maggiormente alle raccomandazioni dell’OMS. La relazione include anche un’analisi dei dati più recenti rispetto a questi standard UE più rigorosi, che devono essere rispettati entro il 2030.

Negli ultimi decenni la qualità dell’aria in Europa – si legge nel report – è migliorata notevolmente per la maggior parte degli inquinanti, ma ci sono ancora zone in cui le concentrazioni di inquinanti superano gli attuali standard UE e i valori guida più severi dell’OMS. Il più significativo di questi inquinanti è il particolato fine (PM 2,5).

Dal 2011, tutti i Paesi hanno ridotto l’esposizione della popolazione urbana al particolato PM 2,5 , l’inquinante più dannoso dal punto di vista sanitario. Tuttavia, la stragrande maggioranza (94%) della popolazione urbana dell’Unione rimane ancora esposta a concentrazioni di PM 2,5 superiori ai valori guida dell’OMS, il che evidenzia la necessità di misure aggiuntive per ridurre i rischi per la salute associati.

Rispetto ai livelli indicati dalle linee guida dell’OMS, il numero di siti di monitoraggio nel 2023 in cui la qualità dell’aria è considerata sicura per la salute era relativamente basso, in particolare per PM 2,5 e ozono. Il rischio di impatti sulla salute associati a questi inquinanti include malattie respiratorie e cardiovascolari.

Secondo il rapporto dell’AEA, il raggiungimento dei limiti UE recentemente rivisti, richiesti entro il 2030, contribuirà a ridurre questi impatti sulla salute e ad avvicinare i livelli di qualità dell’aria ai valori guida dell’OMS nei prossimi anni.

Un’analisi della distanza dall’obiettivo dei dati attuali al valore limite del 2030 – sottolinea infine il report – ha rilevato che una parte significativa delle stazioni di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico nel 2023 rispettava già gli standard del 2030 per tutti gli inquinanti, in particolare per il biossido di azoto, dove oltre il 70% delle stazioni presentava concentrazioni inferiori agli standard da rispettare nel 2030.

Per il particolato fine (PM 2,5), un numero inferiore di stazioni è sceso al di sotto del valore limite annuale del 2030. Tuttavia, per rispettare questi standard ovunque, e sulla base dei progressi attuali, è probabile che siano necessarie ulteriori misure per migliorare la qualità dell’aria, soprattutto nelle città.

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