
Secondo i dati rilevati dall’Analisi del sistema energetico italiano effettuata dall’Enea, nel 2024 i consumi di energia sono aumentati dell’1% rispetto al 2023, le emissioni sono invece diminuite del 3% su base annua, ma sono tornate a salire dell’1,5% nell’ultimo semestre (+3,5% nei settori trasporti e civile), dopo due anni di valori in calo.
In termini di fonti – si legge nel rapporto – nel 2024 sono dimezzati i consumi di carbone, ridotti ormai a un ruolo marginale nella termoelettrica (quota dell’1%), mentre sono aumentati i consumi di tutte le altre fonti: petrolio, +1,2%; gas, +0,8%; rinnovabili, +12% spinte soprattutto dalla ripresa dell’idroelettrico. Infine, le importazioni nette di elettricità sono rimaste pressoché invariate.
L’Analisi rileva anche un peggioramento (-25%, con valori al minimo storico), dell’indice Ispred (Indice Sicurezza-PREzzi-Decarbonizzazione che misura l’andamento della transizione energetica) a causa della frenata nel calo delle emissioni e dell’insufficiente crescita delle fonti rinnovabili.
Nonostante il forte aumento delle istallazioni di impianti fotovoltaici (+6,8 GW), infatti, la quota delle rinnovabili sui consumi finali (20%) resta 2,5 punti sotto l’obiettivo PNIEC al 2024.
Segnali positivi – sottolinea l’Enea – arrivano invece sul fronte delle tecnologie per la decarbonizzazione: dopo 5 anni si ferma l’aumento del deficit commerciale italiano per l’importazione di tecnologie low-carbon, sceso da 6,4 a circa 5,5 miliardi di euro. In particolare, il continuo progresso tecnologico e l’eccesso di offerta sul mercato globale hanno fatto crollare il costo dei pannelli fotovoltaici importati (-37%), favorendo il dimezzamento del deficit nel settore, ora pari a poco più di 1 miliardo di euro.