La qualità dell’aria in Italia

qualità dell’aria

L’informativa annuale realizzata dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente offre il quadro nazionale relativo alla qualità dell’aria nell’anno passato. Si tratta di un rapporto sintetico elaborato ogni anno dagli esperti di Snpa (Ispra e le Agenzie ambientali di Regioni e Province autonome), che riassume i dati rilevati dalle oltre 600 stazioni di monitoraggio presenti su tutto il territorio nazionale.

Il rapporto sostiene che, sebbene si registri da alcuni anni una generale tendenza al miglioramento, la nuova Direttiva europea approvata di recente, e che entrerà in vigore dal 2030, prevede livelli molto più stringenti degli attuali anche nelle zone dove attualmente i limiti di legge sono rispettati. Occorre quindi mettere in atto azioni a breve medio termine che riducano ulteriormente le emissioni.

Di seguito la situazione dei diversi inquinanti rilevata dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente.

Per quanto riguarda il PM10, ad eccezione di qualche isolato valore, negli ultimi cinque anni il valore limite annuale risulta rispettato su tutto il territorio nazionale. Il valore limite giornaliero (50 microgrammi per metro cubo come media giornaliera, da non superare più di 35 volte in un anno), invece, è stato superato in 96 stazioni, pari al 17% dei casi diffusi, soprattutto nell’area del bacino padano, a Napoli e alcuni comuni della pianura campana, nella zona della Valle del Sacco (Fr). Isolati casi di violazione nella Piana Lucchese, a Terni, Colleferro (Roma), nella pianura Venafrana (IS), a Palermo e Catania.

Va comunque registrata nel 2024 una riduzione media di circa il 20% rispetto alla media del decennio 2014-2023. Rispettati per la prima volta i limiti del PM2,5 da quando si effettuano i monitoraggi (dal 2007), confermando la tendenza degli ultimi quattro anni con qualche superamento in 3-4 stazioni. Anche qui si verifica una modesta riduzione del 3,1% rispetto ai valori medi dell’ultimo decennio.

Il valore limite annuale biossido di azoto (NO2), pari a 40 microgrammi per metro cubo, è stato rispettato in larga parte del paese (606 stazioni su 617, pari al 98% dei casi). Superamenti sono stati registrati in prossimità di aree ad alti flussi di traffico stradale nei centri urbani di Torino, Genova, Roma, Napoli, Catania, Palermo e nell’agglomerato di Milano.

Per l’ozono troposferico, nel 2024 l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana (OLT) è stato rispettato solo in 55 stazioni su 343, pari al 16% delle stazioni con copertura temporale sufficiente; l’OLT è stato superato per più di 25 giorni in 149 stazioni (43%).

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità – conclude l’informativa del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente – l’inquinamento atmosferico è uno dei maggiori rischi ambientali per la salute. Lo scenario che introduce la nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria entrata in vigore il 10 dicembre 2024 e in attesa di recepimento nell’ordinamento nazionale indica la necessità di individuare e attuare rapidamente strategie aggiuntive rispetto a quelle già implementate, atte a ridurre significativamente l’inquinamento atmosferico, tenuto conto del fatto che i livelli attuali sono superiori, in larga parte del paese, ai valori limite della nuova direttiva e ai valori guida dell’OMS.

La strada da percorrere è ancora lunga e richiede un’ulteriore, particolarmente rilevante, riduzione delle emissioni.

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