La terza versione del regolamento UE sui gas fluorurati è stata pubblicata nella gazzetta ufficiale dell’Unione Europea il 20 febbraio 2024 ed è diventata esecutiva nei 27 paesi dell’unione l’11 marzo 2024.
Molti operatori considerano il nuovo F-GAS Regulation (EU) 2024/573) [1] un atto legislativo fondamentale per accelerare l’adozione dei refrigeranti naturali e si aspettano svolgerà un ruolo importante per le pompe di calore in diverse applicazioni di riscaldamento, anche se i mercati, nel 2023 e 2024, stanno dimostrando una risposta radicalmente differente a seconda dei comparti: residenziale, commerciale e industriale.
Il mercato delle pompe di calore, benché tecnologia efficiente e green all’interno di tutti i programmi europei di sviluppo della sostenibilità in edilizia e nell’industria, ha subito nei recenti due anni 2023 e 2024 (specie nel comparto residenziale) gli effetti negativi di elementi congiunturali avversi, in parte legati a fattori macroeconomici, in parte insiti all’evoluzione e all’adozione della tecnologia più lenta di quanto previsto, soprattutto nella sua capacità di contenere i costi di primo equipaggiamento (rispetto alle molto più economiche tecnologie a combustione, seppur maggiormente inquinanti, che godono di economie di scala di milioni di unità) e nello scarsissimo controllo dei costi di conduzione (determinati in larga misura dai serissimi problemi di elevati e crescenti costi del vettore elettrico).
Un tale rallentamento del mercato delle pompe di calore, soprattutto residenziali, ha preso in contropiede molti produttori ed operatori del settore a tal punto che, mentre tutti sono ormai pronti con le nuove gamme di pompe di calore con refrigeranti naturali, tra cui primeggia il Propano (R290), solo le gamme commerciali e industriali stanno avendo risultati di vendita positivi, mentre il comparto residenziale è in una condizione di forte crisi.
Questo fenomeno, per il comparto residenziale, pone già in evidenza un chiaro fatto: i refrigeranti naturali renderanno certamente il settore delle pompe di calore ancora più green, ma finché non risolveremo due concetti fondamentali quali CAPEX (che si intende come la spesa di capitale iniziale, dall’inglese CAPital EXpenditure, che può in maniera semplificata essere inteso come il costo del prodotto e della sua installazione, fino alla messa in servizio) e OPEX (che si intende in genere come la spesa operativa o di conduzione, dal termine inglese OPerating EXpense, che è normalmente il costo necessario per far funzionare il prodotto, ovvero in larga misura il costo dell’energia elettrica), i refrigeranti naturali da soli non potranno fare miracoli per sollevare il mercato delle pompe di calore residenziali in difficoltà e non solo in Italia, visto che anche la Germania, Paese da sempre fortemente orientato alla tecnologia della pompa di calore, ha collezionato un sonoro -47% di pompe di calore residenziali vendute nel 2024 vs. 2023.
I costi iniziali di acquisto della tecnologia e l’instabilità degli incentivi
In molti casi i costi delle pompe di calore sono ancora troppo elevati se comparati a livello di costo unitario, ad esempio, considerando il rapporto tra “Investimento iniziale €” / “kW di potenza termica generata” delle pompe di calore rispetto alle consolidate tecnologie a combustione. È evidente che il costo di una pompa di calore residenziale, che in distribuzione può costare (a titolo esemplificativo e non esaustivo) tra i 2.000 e i 4.000 € a seconda dei modelli e degli allestimenti, si scontra con il prezzo di una caldaia tradizionale che a parità di potenza (o superiore) può costare tra i 1.000 e i 2.000 €, anche qui a seconda dei diversi modelli e allestimenti.
Un confronto diretto non è ovviamente semplice e può essere fuorviante, però diciamo che in termini di grandi numeri, a livello di costo iniziale, il problema si pone, specie in una economia non brillante come quella Europea, dove il consumatore deve fare valutazioni obiettive sugli investimenti negli impianti e sui relativi costi di conduzione (e con i refrigeranti naturali il tema si aggrava, in quanto, a titolo esemplificativo e non esaustivo, difficilmente una pompa di calore residenziale a R290 potrà oggigiorno costare meno di una pompa di calore a R32).
Il costo di prima installazione è dunque uno scoglio importante che, come abbiamo visto, anche in Italia, in assenza di forti incentivi, che diminuiscano sostanzialmente l’esborso a livello CAPEX per il cliente, può penalizzare molto le vendite e lo sviluppo del mercato.
Non è questo un fenomeno solo italiano, per essere chiari, nel 2024, in 13 paesi europei monitorati le vendite di pompe di calore sono diminuite in media del 23% rispetto al 2023 (figura 1), come ben evidenziato dai dati preliminari diffusi dalla European Heat Pump Association (EHPA), lo scorso 19 febbraio 2025, attraverso il documento “Executive Summary – European Heat Pumps Market and Statistics Report 2024” [2]. Una performance negativa, che già soffriva di un 2023 in calo del 7% rispetto al 2022.

Nel 2024, in sostanza, sono state vendute solo 2 milioni di pompe di calore residenziali in questi 13 paesi, che costituiscono circa l’85% del mercato europeo, rispetto ai 2,6 milioni venduti del 2023 (tabella 1).
Ciò porta lo stock totale a circa 23 milioni, rallentando di fatto lo spostamento del mercato del riscaldamento dai combustibili fossili alle pompe di calore, come commentato da Paul Kenny, Direttore Generale EHPA.
Anche il tema degli incentivi “intermittenti” può creare danni a una crescita naturale e lineare del mercato: questa linearità del set-up degli incentivi è un elemento fondamentale per le tante Aziende produttrici e distributrici che hanno investito in questa tecnologia. La volatilità dei meccanismi incentivanti, dei singoli Paesi EU, può provocare variazioni di mercato drastiche in negativo, e queste (che coincidono con mancanza di volumi di vendita e dunque di produzione) rendono molto più complesso il ritorno dell’investimento.
L’impatto dei costi dell’energia
In termini di OPEX, come dicevamo, si intende in genere la spesa operativa o di conduzione, dal termine inglese OPerating EXpense, che è normalmente il costo necessario per far funzionare il prodotto. Nel caso delle pompe di calore buona parte dell’OPEX è legato ai costi dell’energia elettrica che in molti Paesi Europei è giudicata ancora troppo costosa per costituire una valida alternativa.
Anche questo è un problema enorme, che non potrà essere risolto dai refrigeranti naturali: di fatto il risparmio nei costi di conduzione di una pompa di calore (in un contesto dai costi del vettore elettrico elevati), è molto difficile da realizzare rispetto alle tecnologie a combustione tradizionali, basate su combustibili fossili, dunque con livelli di emissioni inquinanti pressoché doppie rispetto alle pompe di calore, ma che godono di prezzi del gas naturale a conti fatti più convenienti rispetto all’elettricità.
Per rendere competitivi i costi di esercizio della pompa di calore, secondo le stime di vari esperti di settore, tra cui la European Heat Pump Association (EHPA), il costo dell’elettricità dovrebbe essere al massimo il doppio del prezzo del gas, valutato a parità di calore fornito all’impianto. Anche in questo caso non è possibile generalizzare, ma di fatto la cosa diventa evidente quando si valutano i costi dei due vettori energetici (elettricità e gas) e lo sviluppo delle pompe di calore nei singoli Paesi Europei.
Molte associazioni di categoria auspicano che se la Commissione Europea intervenisse attraverso il suo prossimo piano d’azione sull’elettrificazione e il piano d’azione per prezzi energetici accessibili, potrebbe influire nell’abbassamento dei costi energetici per gli utenti finali legati dell’elettricità e dunque impattare positivamente nello sviluppo delle pompe di calore sia in termini assoluti che in termini relativi sostituendo in molte aree applicative i dispositivi a combustione come le caldaie che a parità di energia termica fornita hanno emissioni inquinati (dirette o indirette) mediamente doppie rispetto a pompe di calore ad alta efficienza di ultima generazione.
In questo modo le soluzioni più green per il riscaldamento e il raffreddamento, in linea con i progetti di decarbonizzazione Europei, sarebbero anche le più attraenti dal punto di vista economico (OPEX) per gli utenti finali, compreso anche il comparto industriale dove le pompe di calore potrebbe avere spazi rilevanti.
Già oggi appare evidente che laddove il costo dell’energia elettrica è più conveniente, le installazioni di pompe di hanno un tasso di penetrazione maggiore nel mercato (vedere figura 2).
Il settore dei produttori di pompe di calore residenziali, a causa degli effetti sopra evidenziati e del calo di mercato, sta purtroppo tagliando posti di lavoro e riducendo la produzione in Europa dopo aver investito miliardi in capacità aggiuntiva nel 2022 e nel 2023 per rafforzare la sicurezza energetica dell’Europa, in linea con i buoni propositi del Net-Zero Industry Act [3], pensato appositamente per rilanciare l’industria green nell’UE.
L’industria di produzione delle pompe di calore residenziali, pur con i migliori refrigeranti naturali, ha già dovuto dunque prendere nel 2024 drastiche azioni di riduzione della capacità produttiva a causa del calo del mercato 2023 e 2024.
L’impatto dei refrigeranti naturali
Come detto in apertura, molti operatori considerano il Regolamento (UE) 2024/573 F-GAS fondamentale per accelerare l’adozione dei refrigeranti naturali nel prossimo futuro e ci si aspetta svolgerà un ruolo importante in diverse applicazioni di riscaldamento e raffreddamento: residenziale, commerciale ed industriale.
L’adozione di refrigeranti naturali come, ad esempio, gli idrocarburi, tra cui spicca l’R290 (propano), R744 (CO2) e ammoniaca (NH3) sta avendo un impatto significativo sullo sviluppo del mercato delle pompe di calore, influenzando tecnologie, normative e dinamiche di mercato. Il mondo dei produttori si è mosso più velocemente del previsto e le soluzioni disponibili sono ormai ampie e competitive.
Rimangono ovviamente solo alcune preoccupazioni nella gestione di fluidi refrigeranti, talvolta delicati per la loro infiammabilità o tossicità, ma tutto sta andando nella direzione di un controllo del rischio e di una conseguente larga diffusione in sicurezza dei refrigeranti naturali anche nel campo delle pompe di calore.
Tutto questo è sostenuto in maniera molto forte dalle evoluzioni sulla normativa F-GAS e si muove s basi solide, che in altri settori come, ad esempio, la refrigerazione commerciale ed industriale, che già da anni impiegano senza problemi e con successo refrigeranti come R290 (Propano), R744 (CO2) e Ammoniaca (NH3).
Regolamento (UE) 2024/573
Il 20 febbraio 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (Serie L) il Regolamento (UE) 2024/573[1] del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 febbraio 2024, sui gas fluorurati a effetto serra, che modifica la direttiva (UE) 2019/1937 e che abroga il regolamento (UE) n. 517/2014. Il nuovo Regolamento (UE) 2024/573 è entrato in vigore l’11 marzo 2024 e persegue l’obiettivo di eliminare progressivamente l’utilizzo dei gas fluorurati aventi impatto climalterante incentivando l’utilizzo di gas refrigeranti naturali e a basso impatto climatico.
Il Regolamento (UE) n. 2024/573 si applica:
- ai gas fluorurati a effetto serra elencati negli allegati I (HFC, PFC e altri composti perfluorurati e nitrili fluorurati), II (idro(cloro)fluorocarburi insaturi e altre sostanze fluorurate) e III (eteri, chetoni e altri composti fluorurati), da soli o come miscele contenenti tali sostanze;
- ai prodotti e alle apparecchiature, e loro parti, che contengono gas fluorurati a effetto serra o il cui funzionamento dipende da tali gas.
La disciplina introdotta prevede tra le altre cose:
- nuove disposizioni in materia di contenimento, uso, recupero, riciclaggio, rigenerazione e distruzione dei gas fluorurati a effetto serra e le misure accessorie connesse, quali i regimi di responsabilità estesa del produttore, la certificazione e la formazione;
- condizioni per la produzione, l’importazione, l’esportazione, l’immissione sul mercato, la successiva fornitura e l’uso di gas fluorurati a effetto serra e di specifici prodotti e apparecchiature che contengono gas fluorurati a effetto serra o il cui funzionamento dipende da tali gas;
- limiti quantitativi per l’immissione in commercio di idrofluorocarburi;
- norme in materia di comunicazione e raccolta dei dati sulle emissioni;
- potenziamento dei controlli da parte delle Autorità nazionali.
Fattori critici di successo per gli operatori
I refrigeranti naturali sono una grande opportunità di rilancio del settore, poiché richiedono nuove competenze che privilegiano specializzazione e personale a maggior grado di competenza, arricchendo di fatto il settore, ma devono essere conosciuti e gestiti con particolare attenzione, considerando le loro caratteristiche di infiammabilità o tossicità.
Non è questo un passaggio come fu quello dall’R22 all’R407C e R410A o dall’ R410A all’R32. Ad esempio, l’R290 (Propano) è un gas infiammabile, per nulla nuovo, visto che viene anche comunemente utilizzato nei nostri edifici come gas combustibile, ma le cui implicazioni, quando inserito all’interno di un circuito frigorifero, necessitano di valutazioni più ampie di cui non tutti gli operatori sono già edotti.
Il passaggio dai refrigeranti a bassa infiammabilità (tipicamente gli A2L) a quelli ad alta infiammabilità (ad esempio R290) richiede non solo una maggiore attenzione durante la progettazione, produzione e l’installazione delle pompe di calore, ma anche durante le operazioni di stoccaggio, trasporto e manutenzione.
Gli operatori devono prestare particolare attenzione ad alcuni fattori come ad esempio (a titolo esemplificativo e non esaustivo):
- corretta ubicazione delle macchine contenenti gas refrigerante infiammabile (Rif. DPR 151/2011 e successive emanazioni[4], EN 378[5] e D.lgs 81/08 e successive emanazioni[6]);
- modalità e strumenti utilizzati per le operazioni di manutenzione o ricarica (EN 378[5], DPR 74/2013[7], DM 10 febbraio 2014[8] e D.lgs 81/08 e successive emanazioni[6]);
- gestione dello stoccaggio delle macchine e delle bombole di gas infiammabile (Rif. DPR 151/2011 e successive emanazioni[4] e D.lgs 81/08 e successive emanazioni[6]);
- sicurezza durante il trasporto sia delle pompe di calore che delle bombole di gas refrigerante infiammabile.
Anche la scelta della posizione di installazione delle macchine deve essere effettuata da personale qualificato, che sia pienamente consapevole delle principali norme di sicurezza da seguire. Ad esempio, in caso di sostituzione di una vecchia pompa di calore con refrigerante sintetico con una nuova pompa di calore a propano non possiamo limitarci alla “mera sostituzione” è necessaria una valutazione più completa.
È fondamentale inoltre valutare attentamente il contesto dell’installazione e comprendere le differenze tra impianti installati in abitazioni civili e in altri ambienti pubblici e privati a basso, medio ed alto affollamento, come per esempio bar, uffici, scuole e attività soggette a normative di prevenzione incendi.
In questo contesto, le istruzioni fornite dai fabbricanti insieme alle macchine diventano fondamentali, poiché devono chiarire le regole di sicurezza per una corretta installazione. Inoltre, è imprescindibile la compilazione della Dichiarazione di Conformità secondo il DM 37/08[9], così come la compilazione del Libretto di Impianto, secondo le normative vigenti e la compilazione del portale FGAS.
Come inciderà lo sviluppo dei refrigeranti naturali sul mercato?
Possiamo affermare che, assodata l’importanza di risolvere bene e velocemente le problematiche di CAPEX ed OPEX evidenziate in apertura di articolo, è evidente che l’utilizzo di dei refrigeranti naturali, come, ad esempio, gli idrocarburi, tra cui spicca l’R290 (Propano), R744 (CO2) e ammoniaca (NH3) offra una grande opportunità di soddisfate requisiti di efficienza energetica e sostenibilità ambientale.
Allo stesso tempo, i refrigeranti naturali, richiedono una maggiore attenzione alla sicurezza, non solo da parte dei produttori, nelle fasi di produzione, stoccaggio e spedizione, ma anche nelle scelte durante le fasi di installazione, conduzione, manutenzione, riparazione e smaltimento.
È cruciale che gli operatori del settore approfondiscano le loro conoscenze sui gas refrigeranti naturali utilizzati negli impianti di climatizzazione, non temendoli, ma essendo consapevoli che, pur offrendo vantaggi straordinari e compliance normativa agli effetti del Regolamento (UE) 2024/573 sui gas fluorurati a effetto serra, che modifica la direttiva (UE) 2019/1937 e che abroga il regolamento (UE) n. 517/2014, possono presentare maggiori necessità di formazione ed aggiornamento, che da problema possono diventare opportunità professionale per la filiera produttiva, distributiva ed installativa.
In questo contesto chi saprà formare e preparare la propria organizzazione ai refrigeranti naturali, nel momento in cui le problematiche di CAPEX e OPEX evidenziate dovessero risolversi, potrà certamente acquisire grande vantaggio competitivo nel mercato delle pompe di calore 2025-2030: efficienti e green.
Si ringrazia per il prezioso contributo tecnico per la sezione Regolamento (UE) 2024/573 sui gas fluorurati a effetto serra, che modifica la direttiva (UE) 2019/1937 e che abroga il regolamento (UE) n. 517/2014, l’Ing. Elisabetta Mazzi che ha contribuito in maniera determinante alla definizione dei fattori critici di successo per gli operatori che si specializzeranno nel campo delle pompe di calore con refrigeranti naturali.
- Regolamento (UE) 2024/573 sui gas fluorurati a effetto serra, che modifica la direttiva (UE) 2019/1937 e che abroga il regolamento (UE) n. 517/2014
- Executive Summary – European Heat Pumps Market and Statistics Report 2024, edito da European Heat Pump Association (EHPA), 19 febbraio 2025
- The Net-Zero Industry Act (NZIA) creates a regulatory framework to boost the competitiveness of EU industry and technologies crucial for decarbonisation
- D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151: Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell’articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122
- UNI EN 378: Sistemi di refrigerazione e pompe di calore – Requisiti di sicurezza e ambientali
- Decreto Legislativo 9 aprile 2008 , n. 81: Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (G.U. n. 101 del 30 aprile 2008) Aggiornato alla legge 13 dicembre 2024 , n. 203, in vigore dal 12 gennaio 2025
- Decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 74: Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell’acqua calda per usi igienici sanitari, a norma dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del d.lgs. 19 agosto 2005, n. 192 (G.U. n. 149 del 27 giugno 2013)
- Decreto ministeriale 10 febbraio 2014 – Modelli di libretto di impianto per la climatizzazione e di rapporto di efficienza energetica
- Decreto del ministero dello sviluppo economico 22 gennaio 2008, n. 37: Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici (G.U. n. 61 del 12 marzo 2008).