L’Osservatorio Smart City, realizzato dalla School of Management del Politecnico di Milano, fa il punto sulle città intelligenti analizzando l’andamento del mercato, i progetti attivi, le opportunità da non sprecare e le sfide attuali e future che sarà necessario affrontare per dare una svolta al nostro Paese.
Sono molti anni che sentiamo parlare di Smart City, ma siamo certi di aver chiaro di che cosa si tratti? Su cosa si fonda il paradigma della città intelligente, e qual è il suo fine? Troppo spesso, quando si parla di Smart City, si ha la tendenza a legare questo concetto quasi esclusivamente alla dimensione tecnologica, quasi futuristica, del temine.
Ma, se è vero che la tecnologia è alla base del funzionamento delle Smart City, quello che è importante ricordare è cosa rende la Smart City tale, e cioè, la capacità di offrire dei servizi ai cittadini, di contribuire a ottenere un miglior impatto sociale, ambientale e, in generale, di miglioramento della vivibilità dei centri urbani. È importante quindi spostare il focus dalla tecnologia abilitante al fruitore dei servizi offerti: il cittadino. Perché, come ha affermato Layla Pavone, Coordinatrice Board Innovazione Tecnologica e Trasformazione Digitale Comune di Milano: “non esiste smart city senza smart citizen”.
Per fare il punto sull’evoluzione delle Smart City in Italia, il Politecnico di Milano ha offerto un momento di approfondimento, partendo dai dati raccolti per la prima edizione dell’Osservatorio Smart City. L’evento, dal titolo Smart city: andare oltre la “terra di mezzo”, è stato l’occasione per discutere l’attuale stato dell’arte, l’andamento del mercato nazionale, i progetti attivi, le opportunità offerte dal PNRR e, non ultimo, il punto di vista dei cittadini.
Il mercato Smart City nel 2022
Come si evince dai dati dell’Osservatorio, il 2022 è stato un anno positivo per il mercato della Smart City, che ha segnato una crescita del + 23% rispetto al 2021, arrivando a toccare i 900 milioni di euro. Questa crescita marcata è stata supportata dall’assegnazione dei primi fondi legati al PNRR. È inoltre evidente che l’ottima performance del mercato è il risultato di una partenza che aveva un valore molto ridotto rispetto agli altri paesi europei.
Ai primi posti del mercato si trovano l’illuminazione pubblica (24%), la smart mobility (21%), lo smart metering (i sistemi che consentono la telelettura e telegestione dei contatori di luce, gas, acqua) insieme allo smart building (12%). Crescono, proprio grazie ai fondi del PNRR, anche soluzioni legate all’energia (13%), come smart grid e comunità energetiche rinnovabili.
Per dare un’idea più chiara di quanto questi numeri siano da capogiro, i 48 miliardi destinati dal PNRR al digitale in Italia coprono, da soli, il 37% di tutte le risorse distribuite in Europa. Secondo la stima dell’Osservatorio, i finanziamenti dedicati alle città intelligenti superano i 17 miliardi di euro, una cifra che consentirebbe di fare realmente la differenza se utilizzata in maniera intelligente.
Questi 17 miliardi di euro sono spalmati all’interno delle Missioni 1, 2 e 5. Nel dettaglio, 2,9 miliardi rientrano nella Missione 1, relativa alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, al cui interno trovano posto gli interventi che abilitano la Smart City.
I maggiori finanziamenti del PNRR in ottica “smart” derivano dalla Missione 2, relativa alla rivoluzione verde e transizione ecologica, in cui 10,7 miliardi di euro sono allocati a soluzioni per aumentare l’efficienza energetica e la sostenibilità in chiave Smart Land. Tra queste, spiccano interventi per il monitoraggio integrato del territorio, per la riduzione dei rischi idrogeologici e per la creazione di comunità energetiche, specialmente nei centri urbani con meno di 5.000 abitanti.
La Missione 5, infine, prevede finanziamenti ad hoc per le città: 2,5 miliardi di euro sono destinati ai Piani Urbani Integrati. Un intervento che mira a migliorare le periferie di 14 Città Metropolitane, creando nuovi servizi per i cittadini e digitalizzando le infrastrutture per trasformare le aree più vulnerabili in realtà intelligenti e sostenibili. Oltre a questo, 1 miliardo di euro sarà destinato a progetti di rigenerazione urbana.
L’82% dei comuni ha in programma investimenti finanziati con fondi del PNRR, focalizzati principalmente a digitalizzazione, sostenibilità e inclusione. Ma, se queste sono le potenzialità avanzate dal PNRR, ancora una volta la realtà dei fatti si scontra con scadenze strettissime che possono rischiare di far perdere qualità ai progetti avanzati, con il conseguente rischio di non riuscire a sfruttare a pieno un’opportunità unica e irripetibile.
È necessario riuscire ad avere una gestione corale delle scadenze, supportata da un’unione di forze tra Pubblico e Privato per offrire maggiori competenze e sostegno agli enti locali e limitare così il rischio di sprecare la più grande opportunità di trasformazione digitale mai avuta nella storia.
Comuni: crescono i progetti
Positivo anche il riscontro dei comuni: il 39% di quelli con più di 15.000 abitanti ha avviato almeno un progetto di Smart City. La percentuale passa al 21% se si considerano tutti i comuni italiani. Inoltre, quasi tutte le amministrazioni che hanno avviato progetti (l’89%), hanno intenzione di continuare a investire in nuove iniziative di questo tipo, evidentemente soddisfatte dai risultati ottenuti.
Sembra poi che questi progetti siano destinati ad aumentare: il 41% dei comuni afferma infatti di voler investire in iniziative di Smart City nel prossimo triennio. Lo scorso anno la percentuale era del 33%. In particolare, i comuni impegnati in progetti di Smart City, si concentreranno sullo sviluppo di progetti di smart mobility, smart building, e analisi dei dati legati a turismo, mobilità ed eventi in città: tutti ambiti che hanno grande potenziale per lo sviluppo di soluzioni connesse e integrate. In netto contrasto è la posizione dei comuni che non hanno ancora avviato progetti. Tra questi, solo il 28% si dichiara interessata ad implementarli.
Se i presupposti sono positivi, l’altro lato della medaglia vede progetti ancora troppo “verticali” e poco integrati tra loro, lontani dalla visione di “ecosistema urbano” che dovrebbe esserne la base. Le criticità rispetto alla mancanza di competenze specialistiche nelle PA e all’incapacità di sfruttare al meglio la preziosa mole di dati ottenuta dalle tecnologie, permane, anche se, nel 2022 si assiste a un’importante riduzione degli ostacoli alla valorizzazione dei dati da parte dei comuni: diminuiscono i problemi legati alla mancanza di competenze (-22% rispetto al 2021), alla comprensione del valore generato (-20%) e alla carenza di adeguati sistemi digitali (-27%).
Sembra dunque intravedersi una percentuale di miglioramento da coltivare se si vorranno sfruttare le potenzialità che i fondi del PNRR offrono per portare la PA a un livello di digitalizzazione più maturo e in linea con i “colleghi” europei.
Il punto di vista dei cittadini
Ma qual è la reale consapevolezza dei cittadini rispetto al tema Smart City? Secondo l’indagine svolta dalla School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con BVA Doxa, il 65% degli intervistati ha sentito parlare di Smart City e la maggior parte di essi vi associa il concetto di “città innovativa”. Il 64% dei cittadini reputa però ancora futuristica e distante la realizzazione di una città interamente “smart”. Solo l’11% esprime un parere pienamente positivo su quanto implementato, mentre il 47% crede che la città in cui vive abbia adottato alcune tecnologie digitali, ma che si potrebbe fare molto di più, con il 35% degli intervistati che non ritiene adeguata l’offerta digitale in città.
Per far sì che la città intelligente sia pensata al servizio dei suoi fruitori, è necessario chiedersi quali siano le reali esigenze dei cittadini, in modo da lavorare per migliorare i servizi in quelle che sono le principali necessità da soddisfare. Proprio in quest’ottica, dall’indagine scopriamo che la difficoltà principale per gli intervistati è quella di trovare parcheggio (54%), seguono le pessime condizioni del manto stradale (53%), criminalità e vandalismo (39%), l’eccessivo livello di traffico e il trasporto pubblico carente (entrambi al 37%).
È evidente, dunque, come le priorità suggerite dai cittadini siano principalmente legate ai temi della mobilità smart e della sicurezza (sentite entrambe come esigenza dal 41%).