Pubblicati i nuovi criteri ambientali minimi (CAM)

Il Ministero della Transizione Ecologica, in attuazione del Codice degli appalti, ha approvato il Decreto 23 giugno 2022 n. 256 relativo ai criteri ambientali minimi (CAM) per l’edilizia.

Com’è noto, i CAM in generale si basano sui principi e i modelli di sviluppo dell’economia circolare, in sintonia con i più recenti atti di indirizzo comunitari, e sono coerenti con un approccio di architettura bio-ecosostenibile, consentendo quindi alle stazioni appaltanti di ridurre gli impatti ambientali generati dai lavori per la manutenzione, ristrutturazione e costruzione di edifici pubblici e dalla gestione dei relativi cantieri.

Il Decreto entra in vigore 120 giorni dalla sua pubblicazione, avvenuta il 6 agosto 2022 sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 183 e, di conseguenza, viene abrogato il precedente Decreto dell’11 ottobre 2017. Le nuove disposizioni del CAM Edilizia – in particolare le clausole contrattuali e le specifiche tecniche, a seconda dell’ambito di applicazione e tenute presenti alcune limitazioni come, per esempio, nel caso di interventi che non riguardano interi edifici o nel caso di appalti di servizi di manutenzione di immobili o impianti – si applicano nelle gare per gli affidamenti (congiunti o disgiunti) di servizi di progettazione e di lavori per interventi edilizi delle pubbliche amministrazioni.

Nelle specifiche tecniche obbligatorie, si segnala una nuova riorganizzazione dei criteri in sezioni dedicate alla scala territoriale-urbana e a quella di edificio, quelle relative ai prodotti da costruzione e al cantiere. Specifica attenzione è stata data anche agli edifici esistenti che ricadono nell’ambito della disciplina del codice dei beni culturali e del paesaggio, nonché di valore storico-culturale e testimoniale individuati dalla pianificazione urbanistica, prevedendo l’applicazione dei criteri purché compatibili e a precise condizioni.

L’adozione invece dei criteri premianti, nel contesto generale dei CAM, ha l’obiettivo di favorire gli operatori che implementano strategie sempre più allineate con il quadro normativo comunitario e di aumentare l’attrazione di capitali pubblici e privati sulle opere da realizzare.

Tra questi criteri vanno evidenziati:

  • nuovi approcci di progettazione e nell’uso dei materiali come l’analisi del ciclo di vita o LCA;
  • la valutazione del livello di esposizione ai rischi non finanziari o Esg (ambiente, sociale, governance, sicurezza, e “business ethics”) degli operatori economici (ad esempio, imprese di costruzione, fornitori di materiali per edilizia, società di engineering).