Headquarter a Seul: bello e sostenibile

Fig. 1 – Il quartier generale di Amorepacific è stato progettato come un cubo di 110 metri di altezza su 22 piani fuori terra

Il progetto della nuova sede principale di Amorepacific, società multinazionale coreana della cosmetica, si distingue per l’approccio olistico e inclusivo che coniuga soluzioni architettoniche e tecnologiche all’insegna del benessere e della sostenibilità.

Il nuovo headquarter di Amorepacific si trova nel centro di Seul in un sito occupato dall’azienda dal 1956, situato accanto a un’ex zona militare statunitense trasformata nel grande parco pubblico Yongsan e in un business district, parte di un masterplan di rigenerazione urbana che, con il più grande sviluppo di grattacieli in Corea, ha sostanzialmente modificato il quartiere storico adiacente, che si contraddistingue invece per la scala contenuta e le forme tradizionali.

L’azienda si è trasferita nella nuova sede alla fine del 2017. Ispirato ai riferimenti dell’architettura tradizionale coreana delle corti interne e con l’efficienza energetica e il benessere al centro del design, l’edificio rappresenta una versione innovativa del tipico headquarter. Si tratta infatti di un elegante cubo con dimensioni di 110 metri, che si sviluppa attorno a una grande corte centrale ed è contraddistinto da una pelle esterna di colore chiaro composta da sottili alette verticali (figura 1).

Sulla corte centrale interna, che presenta uno specchio d’acqua riflettente, si affacciano giardini pensili e terrazze, mentre grandi aperture consentono alla luce naturale e all’aria esterna di entrare nel cuore dell’edificio e incorniciano viste spettacolari sulla città.

La storia del brand
Amorepacific Corporation è un conglomerato sudcoreano che gestisce oltre 30 marchi per la bellezza, la cura della persona e la salute. Con 10 mila dipendenti, attualmente è la dodicesima azienda al mondo nel capo della cosmetica in termini di fatturato. Tutto nasce nel 1934 quando la nonna dell’attuale CEO, Yun Dok-Jeong, inizia a produrre e vendere olio di camelia come trattamento per i capelli nel villaggio di Kaesong, nell’attuale Corea del Nord. Il suo secondo figlio, Suh Sung-Whan, rileva l’azienda nel 1945, chiamandola Pacific Chemical.

Negli anni Sessanta si moltiplicano le vendite dei prodotti anche grazie a un rivoluzionario sistema di marketing basato sul brand “Amore” e su una tecnica di vendita porta a porta che impiega un’armata di 40 mila “Amore Ladies”, molte delle quali hanno perso il marito durante la guerra. A quanto si racconta, il nome Amore fu suggerito in un contest aziendale da due partecipanti che avevano sentito “Sinno’ me moro” cantata da Alida Chelli nel film di Pietro Germi “Un maledetto imbroglio”, canzone che inizia con la parola ripetuta 4 volte.

Nel 1973 arriva la quotazione in borsa e nel 1997 la società passa nelle mani del figlio Suh Kyung-Bae, che oggi è il secondo uomo più ricco di Corea. Nel 2002, in vista dell’attacco ai mercati internazionali, la società assume l’attuale denominazione di Amorepacific, per esprimere una “armonia di contrasti” tra Oriente ed Occidente, scienza e natura, tradizione e modernità. Oggi, sotto il motto “A More Beautiful World” l’azienda va alla conquista del mondo puntando sulle attività di ricerca e sviluppo, per le quali viene reinvestito il 3% del fatturato.

Il brief del committente

L’obiettivo era quello di creare un landmark che fosse anche un esempio di basso consumo energetico e di sostenibilità. Il team di progettazione lo ha interpretato integrando questi obiettivi nelle principali scelte progettuali, le più significative delle quali riguardano la forma e l’involucro dell’edificio e gli impianti.

Dal punto vista formale il progetto architettonico di David Chipperfield Architects (DCA) si presenta, al tempo stesso, astratto e gestuale, con il chiaro obiettivo di realizzare un edificio che si distingue in modo chiaro e punta a diventare un polo attrattivo della città. Il volume di forma cubica e di colore chiaro presenta proporzioni che sono state sviluppate con cura attorno a una corte centrale per massimizzare l’efficacia della ventilazione e della luce naturale.

A Seul, la tradizione prevede che le grandi corporation facciano sentire la loro presenza costruendo edifici di grande altezza. Al contrario, il quartier generale di Amorepacific è stato progettato come un cubo di “soli” 110 metri di altezza su 29 piani, di cui 22 fuori terra e 7 interrati. Per evitare di avere piani per uffici a pianta profonda, il nucleo dell’edificio è stato svuotato creando un’apertura dalla copertura attraverso il centro del cubo, che consente alla luce naturale e all’aria di entrare nel cuore dell’edificio.

Tre grandi aperture sono state inoltre realizzate sulle facciate in corrispondenza del 5°, 11° e 17° piano in modo da collegare il vuoto centrale con l’ambiente esterno, offrendo viste sulla città e sulle montagne in lontananza e stabilendo così un senso di orientamento e appartenenza. Queste aperture fungono anche da giardini pensili, per fornire spazi ricreativi per il personale e i visitatori e consentire alla natura di estendersi dal parco adiacente fino a tutte le parti dell’edificio. La posizione delle aperture è stata ottimizzata per tenere conto dell’impatto della direzione prevalente del vento e ridurre al minimo le deviazioni del vento dalle facciate agli ingressi sottostanti.

Fig. 2 – La corte interna è dotata di un pavimento vetrato in modo da illuminare con la luce naturale l’atrio sottostante

Una grande corte è stata ricavata alla base del nucleo centrale, su quella che è anche la copertura dell’atrio a doppia altezza dell’edificio. La corte è dotata di un pavimento vetrato per far entrare la luce del giorno nell’atrio sottostante (figura 2). Il pavimento è parzialmente occupato da uno specchio d’acqua riflettente profondo 70 mm, che contribuisce all’atmosfera rilassante della corte (figura 3). La corte è destinata a essere il centro della comunità dell’azienda, con i giardini che costituiscono uno spazio ricreativo per chi utilizza l’edificio (figura 4).

Fig. 5 – La finitura in cemento a vista

Una caratteristica peculiare del progetto architettonico è la finitura in cemento a vista utilizzata per quasi tutti gli elementi strutturali dell’edificio (figura 5). Oltre a costituire un elemento forte dell’interior design, tale scelta ha consentito di migliorare le prestazioni energetiche in fase estiva grazie all’effetto di accumulo della massa termica superficiale.

Il design interpreta le ambizioni sociali, culturali e aziendali della società, combinando il luogo del lavoro con la dimensione pubblica. Il livello dell’ingresso posto a livello terra è infatti aperto su tutti i lati e attira il pubblico in un grande atrio (figura 6), che è stato concepito non solo come principale punto di ingresso, ma anche come luogo destinato a eventi per installazioni artistiche e concerti e dal quale si accede a una combinazione di spazi a servizio della comunità, come un museo della società, un auditorium da 450 posti (figura 7), una biblioteca, spazi commerciali, ristoranti e strutture per l’infanzia. In questo modo l’edificio rappresenta non solo un efficiente quartier generale, ma anche il volto pubblico di un’azienda inserita nella metropoli in continua crescita.

Fig. 6 – Il grande atrio funge da ingresso principale e da spazio pubblico
Fig. 7 – Gli spazi a servizio della comunità comprendono anche un auditorium da 450 posti

Dal punto di vista metaforico l’edificio riecheggia le aspirazioni di un’organizzazione moderna, mediando tra locale e globale, privato e pubblico, collettivo e individuale, formale e informale, stabilendo così la sua identità dinamica.

Oltre al design inclusivo, Amorepacific presenta un approccio olistico nei confronti del tema della sostenibilità. Tradotto in termini architettonici, ciò significa che i progetti delle strutture, degli impianti e di tutte le altre componenti dell’edificio sono stati guidati unicamente dal design ispirato alla centenaria tradizione coreana reinterpretata secondo un linguaggio contemporaneo e funzionale.

L’orientamento, l’utilizzo delle caratteristiche climatiche del luogo, delle risorse regionali e di tecnologie passive hanno consentito all’architettura di connettere l’uomo con la natura. Allo stesso modo, la forma chiara, proporzionata e pura dell’edificio mostra un equilibrio morfologico e tecnologico.

Il controllo degli apporti solari

Le piante di forma quadrangolare dei 19 piani destinati a uffici forniscono una superficie utile di 80.000 m2 (figura 8). Per ridurre il fabbisogno di energia e garantire il comfort e il benessere degli occupanti, è stato massimizzato l’impiego di sistemi passivi per l’illuminazione, l’ombreggiatura e la ventilazione naturale.

Fig. 8 – Pianta di un piano per uffici

Mentre l’atrio è aperto sulle strade adiacenti, al di sopra di esso le facciate vetrate dell’edificio sono parzialmente nascoste da una schermatura diafana composta da brise soleil verticali, che porta benefici al microclima interno, schermando il sole e riducendo l’eccesso di calore, ma garantendo al contempo l’apporto di luce naturale e la circolazione dell’aria (figura 9). Le alette sono necessarie in quanto l’edificio è orientato con un angolo di 45° rispetto al nord, il che significa che due prospetti sono rivolti in direzione nord, mentre sulle facciate orientate a sudovest e sudest l’abbagliamento e gli apporti solari devono essere attentamente controllati (figura 10).

La cortina metallica formata dai frangisole progettati su misura rappresenta una caratteristica distintiva dell’edificio. Essa comprende 1150 alette in alluminio con quattro diverse dimensioni in profondità: 450 mm, 350 mm, 250 mm e 200 mm. Sebbene queste alette sembrino uniformi, esse sono raggruppate in famiglie diverse intorno all’edificio in risposta all’esposizione solare (figura 11).

Fig. 11 – Caratteristiche delle famiglie di frangisole utilizzate per le diverse esposizioni

Sui prospetti nordest e nordovest, dove l’esposizione solare diretta è minima durante il normale orario di lavoro, sono state utilizzate alette poco profonde per massimizzare la quantità di luce naturale che colpisce la facciata. Il controllo del guadagno solare e dell’abbagliamento è invece più critico sulle facciate sudest e sudovest, dove sono state utilizzate alette più profonde per garantire una migliore schermatura solare e ridurre i carichi frigoriferi. Con il loro diafano rivestimento di brise-soleil, le facciate non solo migliorano le prestazioni ambientali dell’edificio, fornendo ombreggiamento e riducendo il carico termico, ma conferiscono all’edificio una forma coerente e forte, e allo stesso tempo aperta e leggera.

I brise soleil sono stati progettati anche per resistere a forti carichi di vento, dato che la Corea del Sud è soggetta ai tifoni molto frequenti. Per ottimizzare il design delle alette è stata condotta una serie di test che ha consentito di prevedere il comportamento del vento ai bordi delle grandi aperture sulla facciata e l’impatto della deflessione in prossimità degli ingressi, garantendo nel contempo la robustezza strutturale delle alette. In base al risultato dei test sono state introdotte sporgenze verticali lineari di 3 mm sulle alette per migliorare lo spargimento dei vortici. Queste strisce lineari aiutano a indurre la microturbolenza, che riduce gli effetti di deflessione e vibrazione, migliorando nel contempo la robustezza.

Dietro i brise soleil la facciata è formata da pannelli a triplo vetro, ad alta riflettenza solare per massimizzare la luce del giorno e la vista pur mantenendo una buona resistenza termica sia ai guadagni che alle perdite di calore. Grazie all’efficacia dell’ombreggiamento della facciata il carico frigorifero di punta degli uffici si riduce del 50% ai livelli superiori e del 25% ai livelli inferiori, con conseguente riduzione delle taglie delle unità terminali e dei gruppi refrigeratori per il controllo del clima negli uffici.

A ogni piano i brise soleil sono separati dalle facciate vetrate da passerelle metalliche grigliate. Queste, oltre a sostenere le alette, provvedono all’ombreggiamento orizzontale e consentono di pulire la superficie esterna delle vetrate. Le passerelle forniscono anche l’accesso alle griglie di ventilazione motorizzate che consentono la ventilazione naturale degli spazi per uffici (figura 12).

Fig. 12 – Oltre ai frangisole verticali sono state previste griglie orizzontali che consentono anche la manutenzione delle facciate

La ventilazione di tipo misto

Le condizioni di progetto esterne di Seul sono di 31,2 °C a bulbo secco e 25,5 °C bulbo umido in estate e di -11,3 °C in inverno. L’opportunità di utilizzare la ventilazione naturale ai piani degli uffici durante le stagioni intermedie è stata massimizzata posizionando le postazioni di lavoro vicino alla facciata, con sale riunioni e aree di servizio concentrate invece nelle zone interne delle piante dei piani.

Grazie alle griglie motorizzate poste nella parte alta e bassa della facciata (figura 13) è possibile ventilare gli spazi perimetrali in primavera e autunno, come pure quelle nelle aree che si affacciano sulla corte, in modo da garantire le condizioni ambientali di benessere e ridurre la richiesta di potenza frigorifera dell’impianto HVAC.

Fig. 13 – Le griglie motorizzate poste nella parte alta e bassa della facciata consentono di attivare nelle mezze stagioni la ventilazione naturale degli spazi perimetrali

Il sistema di ventilazione meccanica, con diffusione dell’aria a pavimento, serve invece la zona centrale dei piani e fornisce una ventilazione di tipo misto sul perimetro. La diffusione a dislocamento è stata scelta per garantire la massima flessibilità nella disposizione del lay-out e per facilitare una semplice strategia di regolazione di zona tra la zona perimetrale (che può essere isolata quando le finestre sono aperte) e la zona centrale del piano, che rimane sempre operativa indipendentemente dalla posizione delle finestre.

Il sistema di climatizzazione

In linea con quanto richiesto dalla certificazione LEED, le portate di ventilazione degli uffici sono superiori del 30% rispetto ai requisiti minimi dello standard ASHRAE 62.1. I sistemi HVAC sono progettati per funzionare a tutta aria esterna in free-cooling quando le condizioni esterne lo consentono. Un interblocco impedisce il funzionamento del sistema di ventilazione meccanica quando le griglie per la ventilazione naturale sono aperte.

Le temperature degli uffici sono mantenute da una combinazione di ventilconvettori a incasso per le zone perimetrali, posti lungo la facciata, (figura 14), e di unità di trattamento aria di piano per le zone centrali.

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14 – Il controllo della temperatura ambiente nelle zone perimetrali è affidato a ventilconvettori ad incasso

L’aria esterna viene fornita da unità di trattamento centralizzato collocate sulla copertura. L’ubicazione delle postazioni di lavoro accanto alle finestre massimizza anche l’uso della luce naturale e sfrutta la vista: il 98% degli spazi di lavoro può godere di una visuale diretta verso l’esterno.

L’accumulo di ghiaccio

Un sistema centralizzato di produzione di acqua refrigerata soddisfa la richiesta di raffreddamento dell’edificio. La centrale frigorifera è installata al piano interrato, con chiller condensati ad acqua, pompe primarie e secondarie e apparecchiature ausiliarie situate in un locale tecnico dedicato al piano interrato (figura 15). Le torri di raffreddamento garantiscono lo smaltimento del calore di condensazione dei chiller.

Fig. 15 – L’edificio si sviluppa su 22 piani fuori terra e su 7 piani interrati destinati alle centrali tecniche e ai parcheggi auto

Il carico frigorifero di punta dell’edificio è di circa 10 MW. Le normative locali limitano la percentuale della potenza che può essere generata direttamente utilizzando gruppi frigoriferi dedicati al 40% del valore totale del carico.

Per superare questo limite è stato adottato un sistema di accumulo frigorifero che, durante il periodo notturno, provvede a produrre e immagazzinare, sotto forma di ghiaccio, una parte del fabbisogno frigorifero. Questa energia viene utilizzata per soddisfare parzialmente il fabbisogno di raffreddamento il giorno successivo, in modo da ridurre al minimo i carichi elettrici di punta dell’edificio, e quindi la richiesta di capacità della rete elettrica locale. Il sistema contribuisce inoltre ad aumentare sia l’efficienza del sistema di raffreddamento, grazie alla produzione nel periodo notturno con condizioni climatiche più favorevoli, sia la resilienza, in quanto consente di avere sempre a disposizione una riserva di energia in caso di black-out elettrico.

La centrale frigorifera ospita quattro gruppi centrifughi: due forniscono acqua refrigerata direttamente al circuito primario, mentre due sono collegati al sistema di accumulo frigorifero e durante la notte funzionano per generare il ghiaccio nei serbatoi di stoccaggio, situati anch’essi al piano interrato.

Durante il giorno, il carico di picco di raffreddamento viene soddisfatto da una combinazione dei vari sistemi: il 40% è fornito dai gruppi refrigeratori con produzione diretta di acqua refrigerata, il 30% dai chiller a servizio del sistema di accumulo di ghiaccio e il 30% del rilascio di energia frigorifera immagazzinata dalla banca del ghiaccio durante la notte. Ciascuno dei tre elementi di generazione dell’acqua refrigerata è collegato a un unico collettore primario dal quale vengono effettuati gli spillamenti verso i diversi circuiti per la distribuzione dell’acqua refrigerata in tutto l’edificio.

Vapore e pompe di calore

La principale fonte di calore per l’edificio è il vapore, generato da quattro caldaie e utilizzato direttamente sia dalle batterie di riscaldamento e dal sistema di umidificazione all’interno delle unità di trattamento dell’aria sia per il riscaldamento dell’acqua sanitaria.

Il vapore è inoltre impiegato per generare acqua calda a bassa temperatura, che viene distribuita per fornire il riscaldamento necessario a ciascun livello dell’edificio mediante i ventilconvettori. È stata inoltre prevista una pompa di calore geotermica con potenza di 1000 kW.

La certificazione LEED

L’edificio ha ottenuto la certificazione LEED Gold grazie a punteggi molto elevati nelle categorie Sustainable sites (25 punti su 28 disponibili) e Water efficiency (10 su 10).

Per ridurre al minimo il consumo di acqua potabile e la produzione di acque reflue, il progetto prevede la raccolta dell’acqua piovana, il trattamento delle acque grigie e apparecchi sanitari a basso flusso. Il deflusso dell’acqua piovana viene raccolto, trattato e riutilizzato per l’irrigazione delle aree verdi. Essa viene utilizzata anche per gli impianti di lavaggio auto nelle aree di parcheggio. L’impianto centralizzato di trattamento delle acque grigie garantisce invece la disponibilità acqua non potabile per il risciacquo delle cassette WC nei servizi igienici.

Per quanto riguarda le prestazioni energetiche e ambientali (credito Energy and Atmosphere), sono da segnalare anche le soluzioni adottate per il progetto degli impianti elettrici. È stata infatti prevista la contabilizzazione dei consumi elettrici per tutti i punti di distribuzione dell’edificio ed è stato utilizzato un sistema di tipo DALI per il controllo dell’impianto di illuminazione, con regolazione dell’intensità luminosa in base alla luce naturale e con comando asservito a sensori di occupazione.

È stato inoltre installato un sistema fotovoltaico sulla copertura in grado di garantire una potenza di 350 kW e una produzione annua di 450 MWh. Grazie all’impiego del sistema di accumulo di ghiaccio è stato infine assegnato un punteggio elevato (4 su 5) al credito Innovation in design.

Le soluzioni per la sostenibilità:

  • Schermatura solare con brise soleil;
  • Luce naturale;
  • Massa termica;
  • Ventilazione naturale;
  • Diffusione aria a dislocamento;
  • Pompe di calore geotermiche;
  • Accumulo di ghiaccio;
  • Controllo DALI per illuminazione;
  • Impianto fotovoltaico;
  • Soluzioni per il risparmio idrico

Gli ascensori gemelli

Per gli impianti di sollevamento sono state utilizzate le tecnologie più innovative allo scopo di fornire un alto livello di servizio e limitare i tempi di attesa, facilitando così una rapida mobilità attraverso l’edificio, e al tempo stesso ridurre al minimo le dimensioni del nucleo degli ascensori.

I tempi di attesa sono di 9 secondi in servizio normale e di 15 secondi nelle ore di punta. Questo aspetto risulta molto vantaggioso in un paese con una cultura in cui gli orari di arrivo e partenza dal lavoro e quelli per la pausa pranzo sono comunemente molto puntuali, portando spesso a lunghi tempi di attesa.

La disposizione della corte centrale ha reso necessario posizionare i nuclei degli ascensori e delle scale nei quattro angoli dell’edificio. I nuclei comprendono cinque ascensori per le persone e un ascensore di servizio e antincendio.

L’impianto di sollevamento prevede due cabine indipendenti in ciascun vano, una sopra l’altra. Entrambe le cabine utilizzano gli stessi binari di guida e le stesse porte di piano. Questa disposizione a doppio ascensore indipendente offre un aumento della capacità di trasporto e una riduzione dei tempi di attesa, nonché un consumo energetico inferiore rispetto a un ascensore a due piani di tipo convenzionale. All’epoca della costruzione si è trattato della più grande applicazione di questo tipo in Asia.

Prestazioni e ottimizzazioni

Nel 2018 Amorepacific si è trasferita nella sua nuova sede e ha condotto un’indagine sulla soddisfazione degli occupanti, concentrandosi sull’impatto della nuova struttura sul benessere del personale. Il sondaggio ha rilevato che, dopo il trasferimento nella nuova sede, ben il 70% dei dipendenti ha ritenuto che l’ambiente di lavoro fosse migliorato.

La società utilizza anche una piattaforma online per sollecitare un feedback continuo da parte del personale sull’ambiente interno dell’edificio. Questi commenti vengono utilizzati per apportare modifiche e fornire informazioni sulle preferenze degli utenti. Dopo un periodo iniziale di funzionamento, l’azienda ha raccolto uno storico di 12 mesi di dati dettagliati sulle prestazioni energetiche, che hanno costituito la base di una verifica delle prestazioni energetiche dopo il primo anno completo di funzionamento dell’edificio.

Sulla base di questa analisi il progettista ha fornito una serie di suggerimenti per ottimizzare le prestazioni dell’edificio:

  • esaminare il funzionamento del sistema di ventilazione naturale in modo da valutare la possibilità di ottenere un maggiore risparmio energetico;
  • esaminare il funzionamento dei piani con il minor consumo di energia per ricavare buone pratiche che possono essere applicate ai piani che presentano un consumo maggiore;
  • controllare i carichi di illuminazione ai piani per valutare se è possibile ottenere maggiori risparmi regolando il sistema di controllo automatico dell’illuminazione;
  • considerare se la contabilizzazione aggiuntiva della fornitura principale potrebbe consentire una migliore comprensione del contributo dei singoli sottosistemi al consumo energetico complessivo;
  • esaminare i consumi dei sistemi a fonti rinnovabili e a basse emissioni di carbonio (ad esempio fotovoltaico e stoccaggio del ghiaccio) per accertare se stanno offrendo vantaggi operativi nei periodi di punta;
  • esaminare la contabilizzazione dei consumi d’acqua per determinare maggiori dettagli sui modelli di consumo e confrontarli con i dati di benchmark per valutare se e dove è possibile apportare miglioramenti.

I consumi delle utenze

I consumi operativi complessivi delle diverse fonti di energia (elettricità e gas) e di acqua sanitaria (fredda e calda) sono stati calcolati e convertiti in valori riferiti all’intensità di utilizzo, ovvero rapportati alla superficie dell’edificio, in modo da poterli confrontare con i parametri di riferimento per gli edifici per uffici tratti da uno studio effettuato a livello accademico pubblicato nel 2017 (tabella 1).

Questo studio ha utilizzato i dati ricavati dalle statistiche del governo e ha prodotto una serie di valori di riferimento comparabili a livello internazionale per diverse tipologie di edifici.

I valori delle prestazioni operative dell’edificio sono risultati, complessivamente, inferiori del 50% ai parametri di riferimento relativi ai consumi energetici degli edifici commerciali. L’edificio presenta prestazioni significativamente migliori rispetto ai benchmark in tutte le categorie di consumo energetico finale, con riduzioni del 62% per l’energia elettrica di potenza, del 38% per l’illuminazione, del 42% per le utenze elettriche e del 52% per il gas per il riscaldamento.

Quest’anno l’edificio ha vinto il premio Project of the Year – Commercial/Industrial ai CIBSE Building Performance Awards: i giudici hanno elogiato il progetto per “il suo contributo alla qualità della vita degli occupanti e dei visitatori”.