Da uno studio svolto in collaborazione tra Assotermica e l’Università di Pisa, le proposte per decarbonizzare il settore del riscaldamento in Italia
Il mercato dell’impiantistica e della climatizzazione sta vivendo un periodo particolarmente positivo, spinto dalle incentivazioni e dalle nuove richieste di abbattimento delle emissioni. Eppure, per migliorare l’efficientamento energetico degli edifici, delle abitazioni e degli impianti di benessere, c’è ancora molto lavoro da fare.
Lo studio “Prestazioni energetiche e ambientali dinamiche e stagionali di generatori termici anche non convenzionali in edifici residenziali di riferimento”, a cura dell’Università di Pisa in collaborazione con Assotermica (federata Anima Confindustria) e presentato oggi a Roma, conferma la priorità di agire sul parco installato e accelerarne la riqualificazione.
Il problema non è l’offerta di soluzioni, che è ampia e adeguata agli ambiziosi obiettivi, ma è la traduzione di questi obiettivi in misure implementative che garantiscano una neutralità tecnologica e un processo di transizione sostenibile.
Perché? «Il comparto dell’edilizia – afferma Alberto Montanini, presidente di Assotermica – è complesso ed eterogeneo e ha esigenze diversificate. Dal punto di vista impiantistico non c’è una soluzione che primeggia in assoluto, a maggior ragione se oltre a un obiettivo ambientale consideriamo anche l’impatto economico e sui consumi».
Lo studio evidenzia quindi come sia necessario dare una spinta alle rinnovabili, non solo all’elettrico, ma anche agli apparecchi ibridi e in prospettiva a quelli funzionanti con miscele di green gas. L’elettricità non coprirà, infatti, tutti i fabbisogni «ma soprattutto – prosegue Montanini – il settore è pronto per cogliere questa sfida; la decarbonizzazione è un impegno non più derogabile e siamo nel decennio decisivo per contenere gli effetti sull’ambiente. Come Assotermica abbiamo un approccio multi-tecnologico e multi-energetico perché riteniamo che il settore nel quale operiamo sia troppo articolato da essere affrontato con un approccio assoluto e semplicistico, talvolta banalizzando le discussioni. Vi sono ovviamente delle direttrici su cui tutti noi ci stiamo muovendo e gli apparecchi ibridi sono un’eccellenza della nostra industria attorno alla quale c’è fortunatamente un grande interesse. In futuro ci sarà l’idrogeno e sempre più si andrà verso sistemi interconnessi alla rete e smart. La politica deve aiutarci ad avere una visione nel medio e lungo termine secondo un principio ampiamente riconosciuto di neutralità tecnologica».
Le nuove sfide della digitalizzazione e della transizione ecologica richiedono, però, nuove competenze, che andranno formate soprattutto negli installatori e negli operatori del settore. Nel prossimo futuro sarà, inoltre, necessario investire anche sulla crescita culturale di tutta la filiera con piani strutturati di formazione e di sensibilizzazione.
«Si aprono nuovi scenari per l’edilizia e per l’impiantistica residenziale – conclude Alberto Montanini – con l’obiettivo di eliminare gradualmente le tecnologie senza prospettive e accompagnando con misure d’incentivazione quelle ad alto potenziale».