Il Gse informa di aver messo a disposizione online la prima edizione del rapporto “Teleriscaldamento e teleraffrescamento in Italia” nel quale il Gestore dei Servizi Energetici fa il punto sulle caratteristiche e sulla diffusione di tali sistemi in esercizio sul territorio nazionale a fine 2017, con approfondimenti dedicati sia alle peculiarità delle diverse tipologie di reti e di impianti sia alle volumetrie servite.
In Italia, a fine 2017, risultano in esercizio 295 reti di teleriscaldamento; di questi, 216 risultano efficienti secondo i criteri stabiliti dal D.lgs 102/2014, art 2); i sistemi efficienti concentrano oltre il 70% della potenza installata, il 77% dell’energia immessa in rete e l’85% delle utenze.
i territori comunali in cui esiste almeno una rete sono 238, distribuiti in 13 regioni e province autonome del centro e nord Italia. Complessivamente, l’estensione delle reti di teleriscaldamento si attesta poco al di sotto di 4.600 km; di questi, il 30% circa si concentra nei 40 comuni teleriscaldati della Lombardia.
Le sottocentrali di utenza servite (ovvero i dispositivi di scambio tra la rete di teleriscaldamento e il circuito di distribuzione delle utenze) sono circa 86.500; anche in questo caso la quota maggiore si concentra in Lombardia (38% del totale), seguita dalla provincia di Bolzano (22%) e dal Piemonte (13%). La volumetria complessivamente riscaldata nel Paese supera i 345 milioni di m3.
Il 64% della volumetria complessivamente riscaldata in Italia da reti di teleriscaldamento è associata a utenze residenziali, il 33% terziario, il restante 3% a utenze industriali.
Il 43% circa della volumetria riscaldata complessiva si trova in Lombardia (147 milioni di m3); seguono Piemonte (92 milioni di m3, 27% del totale), Emilia Romagna (43 milioni di m3, 12% del totale) e la provincia di Bolzano (23 milioni di m3, 7% del totale).
In Italia, nel 2017, la potenza termica dei generatori a servizio di reti di teleriscaldamento è pari a 9,1 GW.
Il 70% circa della potenza installata si concentra in impianti di sola produzione termica, il restante 30% in impianti in assetto cogenerativo. Le fonti fossili (prevalentemente gas naturale) alimentano complessivamente l’84% della potenza installata; le fonti rinnovabili sono maggiormente utilizzate in impianti di sola produzione termica (biomassa solida, geotermia).
La Lombardia, con oltre 3,2 GW circa installati, copre il 35% della potenza termica complessiva, grazie in particolare agli oltre 2 GW di impianti di sola produzione termica alimentati a gas naturale. Le fonti rinnovabili sono invece diffuse soprattutto nel territorio provinciale di Bolzano, caratterizzato da elevato utilizzo di biomassa, e in Toscana, dove sono diffuse le reti alimentate dalla fonte geotermica.
Nel 2017, in Italia, l’energia termica immessa in reti di teleriscaldamento ha superato 11,3 TWh (corrispondenti a circa 970 ktep, o 40.770 TJ), di cui il 66% proviene da impianti che operano in assetto cogenerativo (CHP). Con circa 8,4 TWh (726 ktep), gli impianti alimentati da fonti fossili coprono il 75% circa dell’energia immessa in consumo; si tratta principalmente di impianti a gas naturale (7,2 TWh). Gli impianti alimentati da fonti rinnovabili immettono in rete il restante 25% dell’energia da TLR (2,8 TWh / 240 ktep). Le principali regioni in termini di energia immessa sono Lombardia e Piemonte, su cui insistono, tra gli altri, i grandi impianti di Milano, Brescia e Torino.
In Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e nella provincia di Bolzano sono immesse nelle reti di teleriscaldamento quantità di energia termica significativamente maggiori rispetto alle altre regioni; ad eccezione di Bolzano, tali sistemi sono prevalentemente alimentati da gas naturale. Il 64% dell’energia immessa in rete proviene da gas naturale, seguita dalla biomassa solida (13%).
In Italia, nel 2017, il 65% dell’energia erogata è stata destinata a utenze residenziali, il 32% a servizi, il restante 3% circa all’industria; fa eccezione la Liguria, in cui quest’ultimo valore sale al 41% del totale.
Per quanto riguarda i sistemi di teleraffrescamento, in Italia, a fine 2017, erano in esercizio 32 reti; i comuni in cui esiste almeno un sistema sono 28, distribuiti in 8 regioni e province autonome del centro e nord Italia. Complessivamente, l’estensione delle reti di teleriscaldamento è pari a 33,6 km, per una volumetria raffrescata di 8,9 milioni di metri cubi.
La Lombardia è la regione in cui i sistemi di teleraffrescamento sono maggiormente diffusi: alle 9 reti presenti sul territorio regionale è associato il 56% dell’estensione complessiva delle reti nazionali e il 36% della volumetria raffrescata. Segue a distanza l’Emilia Romagna, che dispone del numero maggiore di reti (10), cui sono associati il 31% dell’estensione e il 28% della volumetria. Nelle altre regioni i sistemi sono realtà ancora scarsamente diffusi o assenti.
La volumetria complessivamente teleraffrescata in Italia è di poco inferiore ai 9 milioni di m3 e risulta prevalentemente dedicata al settore terziario (95%). Le regioni in cui la volumetria supera il milione di m3 sono 4; i valori più alti si registrano in Lombardia ed Emilia Romagna. Cosi come per la potenza, il peso delle altre regioni risulta ancora modesto.
L’energia termica estratta dalle reti italiane di teleraffrescamento nel 2017 si attesta intorno a 135 GWh, di cui il 66% tramite raffrescamento in centrale e il 34% tramite raffrescamento presso le utenze; le sole regioni Lombardia ed Emilia Romagna concentrano oltre l’80% dell’energia estratta complessivamente dalle reti del Paese.
Su un totale di 32 sistemi di teleraffrescamento in esercizio in Italia, 22 risultano rientrare nella definizione di sistemi efficienti. La potenza complessivamente installata in tali sistemi è il 63% della potenza complessiva.
Nel 2017, in Italia, l’energia termica estratta dalle utenze risulta pari a 130,7 GWh (11,2 ktep). Il settore terziario concentra la quasi totalità̀ di questi volumi (98%); la sola Lombardia concentra il 57% dell’energia termica complessivamente estratta nel Paese.