Il Parlamento europeo ha approvato la revisione della direttiva EPBD, che segna la chiusura della prima delle otto proposte legislative parte del pacchetto “Energia pulita per tutti i cittadini”.
Il settore dell’edilizia nell’UE è il più grande consumatore unico di energia in Europa, assorbendo il 40% dell’energia finale e circa il 75% degli edifici è inefficiente dal punto di vista energetico. Allo stesso modo, e a seconda dello Stato membro, solo lo 0,4-1,2% dello stock viene rinnovato ogni anno. Ciò apre un vasto potenziale per l’aumento dell’efficienza energetica in Europa e anche per le opportunità economiche: l’industria delle costruzioni genera circa il 9% del PIL europeo e rappresenta 18 milioni di posti di lavoro diretti. Le attività di costruzione che comprendono lavori di ristrutturazione e retrofit energetici aggiungono quasi il doppio di valore alla costruzione di nuovi edifici e le PMI contribuiscono oltre il 70% del valore aggiunto nel settore delle costruzioni dell’UE. Per la ristrutturazione degli edifici è necessario un investimento anticipato significativo. L’EPBD è un elemento sostanziale del lavoro della Commissione europea per rendere gli edifici più efficienti e potenziare il rinnovamento.
La revisione della direttiva si pone i seguenti traguardi principali:
– creare un chiaro percorso verso un patrimonio edilizio a emissioni basse o a emissioni zero nell’UE entro il 2050, sostenuto da tabelle di marcia nazionali per la decarbonizzazione degli edifici;
– incoraggiare l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) e delle tecnologie intelligenti per garantire che gli edifici funzionino in modo efficiente, ad esempio introducendo sistemi di automazione e controllo;
– sostienere il lancio dell’infrastruttura per l’e-mobility in tutti gli edifici (anche se in misura minore rispetto alla proposta della Commissione);
– Introdurre un “indicatore di prontezza intelligente” che misurerà la capacità degli edifici di utilizzare nuove tecnologie e sistemi elettronici per adattarsi alle esigenze del consumatore, ottimizzare il suo funzionamento e interagire con la rete;
– integrare e rafforzare sostanzialmente le strategie di ristrutturazione degli edifici a lungo termine.
– Stimola la mobilita dei finanziamenti e investimenti pubblici e privati;
– contribuire a combattere la povertà energetica e a ridurre la bolletta energetica delle famiglie ristrutturando gli edifici più vecchi.
Gli Stati membri dovranno recepire i nuovi elementi della direttiva nel diritto nazionale entro 20 mesi dalla pubblicazione della direttiva sulla Gazzetta Ufficiale.