Il rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente “Renewable energy in Europe – 2017 update” fornisce una panoramica dei progressi nelle energie rinnovabili in Europa, sulla base di statistiche ufficiali fino al 2015 e stime preliminari per il 2016. La nuova relazione integra le recenti tendenze e proiezioni dell’Agenzia “Trends and Projections in Europe 2017 – Tracking progress towards Europe’s climate and energy targets”.
Secondo il documento, l’Ue e la maggior parte degli Stati membri rimangono sulla buona strada per raggiungere i loro obiettivi in materia di energie rinnovabili, sebbene i progressi in tutta l’Ue stiano perdendo un certo ritmo. L’obiettivo comune dell’Unione è di raggiungere una quota del 20% di energia rinnovabile nel consumo finale di energia entro il 2020.
La quota di energie rinnovabili nel consumo finale di energia è aumentata dal 16,1% nel 2014 al 16,7% nel 2015 e ad un previsto 16,9% nel 2016, secondo le stime dell’Agenzia. La quota delle energie rinnovabili è cresciuta nonostante l’aumento del consumo totale di energia nel 2015 e nel 2016. Nel periodo 2005-2014, la quota di fonti energetiche rinnovabili nel consumo finale lordo di energia dell’Ue è aumentata, in media, del 6,7% annualmente. Tuttavia, nel 2015, questo tasso di crescita è leggermente sceso al 6,4% e nel 2016 al 5,9%, per tutto il periodo.
Secondo dati preliminari dell’Agenzia, l’energia rinnovabile ha rappresentato l’86% della nuova capacità di produzione di energia elettrica dell’Ue nel 2016. A livello mondiale, la cifra era di circa il 62%. L’Unione si configura pertanto come leader mondiale nella capacità pro capite di energia rinnovabile, avendo superato il resto del mondo negli ultimi dieci anni nella trasformazione del suo sistema energetico, afferma il rapporto.
I progressi nell’implementazione delle energie rinnovabili dal 2005 hanno ridotto il consumo interno lordo di combustibili fossili del 10% e ridotto le emissioni di gas serra del 9%, rispetto a uno scenario senza crescita dell’uso di energie rinnovabili dal 2005. Il rapido sviluppo della tecnologia e le conseguenti riduzioni dei costi hanno già portato alcune tecnologie di energia rinnovabile a raggiungere quote di mercato elevate in Europa.
Secondo il documento, il carbone è stato il combustibile più sostituito dalle rinnovabili in Europa, rappresentando circa la metà di tutti i combustibili fossili evitati e delle emissioni di gas serra. Segue il gas naturale con il 30% del totale.
Il passaggio alle fonti rinnovabili ha anche migliorato l’efficienza nella trasformazione energetica, riducendo in tal modo il consumo di energia primaria dell’Ue del 2%.
La relazione mostra che la quota delle energie rinnovabili nel consumo finale di energia varia ampiamente all’interno dell’Ue. Si va da oltre il 30% in Austria, Danimarca, Finlandia, Lettonia e Svezia a meno del 9% in Belgio, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi e Regno Unito.
Il riscaldamento e il raffreddamento rimangono il settore di mercato dominante per le rinnovabili in Europa in termini assoluti e relativi, seguiti dalla produzione di elettricità.
La quota di posti di lavoro delle energie rinnovabili pro capite nell’Ue è stata la quarta più alta al mondo nel 2016, dopo Brasile, Giappone e Stati Uniti. I maggiori datori di lavoro nel settore delle energie rinnovabili sono le industrie dell’energia eolica, solare e delle biomasse solide.