Cresce in modo esponenziale il numero degli oggetti interconnessi, in grado di dialogare tra loro per semplificare la gestione della nostra vita.
Il valore del mercato IoT in Italia ha superato ampiamente il miliardo di euro nel 2015, con oltre 10 milioni di oggetti connessi tramite cellulare, secondo i risultati della ricerca 2017 dell’osservatorio IoT del Politecnico di Milano. Il mercato riconducibile allo Smart Home & Smart Building, da solo, ha raggiunto i 520 miliardi di euro nel 2016, con un incremento del 45%. Si stima che nel 2020 gli oggetti in rete saranno circa 20,8 miliardi e il numero delle carte SIM supererà quello della popolazione mondiale. La crescente “smartizzazione” degli oggetti impone nuove modalità di relazione per l’uomo, che mantiene il ruolo di interlocutore e moderatore di questa rete, con il compito di gestire, finalizzare e ottimizzare la complessità dei big data che ne risultano. Al punto che più che di Internet of Things sarebbe più corretto parlare di Internet of Behaviour.
In realtà si tratta solo di uno degli aspetti della digitalizzazione: l’Internet of Things, il Big Data Management, il Cloud Computing, i Social Media costituiscono infatti una combinazione complessa di megatrend tecnologici destinati a trasformare la fisionomia delle nostre vite, del mondo del lavoro e dell’industria e a produrre conseguenze significative per lo sviluppo dell’economia. Sono megatrend di lungo periodo, globali e trasversali, perché riguardano tutti i maggiori paesi industrializzati e si sviluppano in modo inarrestabile coinvolgendo tutti i settori, più o meno indistintamente. Crollano alcune vecchie impostazioni strutturali, sostituite da nuovi modelli di business che occorre cavalcare e saper gestire con lungimiranza strategica e nuove competenze manageriali.
Per un futuro smart, l’intelligenza dell’interconnessione
In particolare nel settore del riscaldamento, dove Hoval è già da tempo pioniera dello smart heating, l’impatto della digitalizzazione impostata su larga scala, ha come diretta conseguenza un notevole abbattimento delle emissioni di CO2 con un sensibile miglioramento dell’habitat urbano. Nel nostro Paese il 45% dell’energia complessiva viene utilizzata per riscaldare, con pesanti conseguenze sulla qualità dell’aria: nelle città italiane il riscaldamento incide mediamente sull’inquinamento per il 64%, con un impatto di tre volte superiore rispetto al settore dei trasporti.
Il 56% del patrimonio edilizio esistente è ancora in classe energetica bassa e solo il 2% rientra in una classe energetica elevata. Intervenire sui sistemi di riscaldamento adottando soluzioni innovative, produce effetti positivi sull’ambiente. Si calcola che, se venisse rinnovato il parco impianti in dieci capoluoghi di regione, si otterrebbe una riduzione delle emissioni compresa tra il 10 e il 50%.
Smart Heating per Smart Cities e Smart Grid
Il termine “Smart” racchiude in realtà una miriade di concetti. Concepire un sistema in ottica smart significa far esprimere il massimo delle potenzialità da un sistema, ricavarne il massimo valore, accogliendo e potenziando l’evoluzione di un habitat che è già di per sé profondamente interconnesso.
In una Smart City gli edifici pensano e agiscono migliorando il comfort e riducendo i consumi. Efficienti reti di teleriscaldamento provvedono a ridurre consumi, emissioni e costi. Nell’involucro edilizio sono annegati sensori che interagiscono con gli smartphone degli utenti. Attraverso una pervasiva connettività mobile i dati sono convertiti in conoscenza e spunti per la creazione di soluzioni a valore aggiunto.
Guardare al futuro delle smart cities e delle smart grid per renderle più vivibili, più facili da gestire e più a misura d’uomo, significa innanzitutto cominciare a ripensare al settore del riscaldamento completando il processo di integrazione della digitalizzazione. Riqualificare le centrali termiche in chiave smart comporterebbe vantaggi concreti e tangibili. Prendiamo come esempio la città di Pavia con l’ipotesi della riqualificazione di 36 impianti con una potenza media di 320 kW. Rispetto al rendimento medio stagionale dei vecchi generatori (91%), i nuovi generatori presenterebbero un rendimento del 99%, a cui andrebbe ad aggiungersi l’incremento di rendimento determinato dalla predittività metereologica (3%).
Grazie al principio della predittività metereologica delle soluzioni di smart heating Hoval, si stima che si potrebbe ottenere un contenimento di 763 tonnellate annue di anidride carbonica e un risparmio economico complessivo di 1.479.750 Euro all’anno.