L’Enea, l’Università di Padova, le aziende Ito e Relight e il Cetma (Centro di Ricerche Europeo di Tecnologie, Design e Materiali), partecipano al progetto ReSielp (Recovery of Silicon and other materials from End-of-Life Photovoltaic Panels), che si prefigge di realizzare in Italia entro il 2020 un impianto pilota per recuperare silicio, argento, rame, alluminio e vetro da pannelli fotovoltaici a fine vita.
Il programma, finanziato con 2,5 milioni di euro nell’ambito della Knowledge Innovation Community sulle materie prime è in linea con la direttiva europea sui Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE). Infatti, secondo la normativa europea 2012/19/EU, entro agosto 2018 dovrà essere recuperato dai moduli a fine vita l’85% del peso, che corrisponde in pratica a vetro e alluminio contenuti nei pannelli in silicio cristallino.
Per valorizzare le materie prime critiche contenute nei pannelli e limitare i rifiuti in un’ottica di economia circolare, il progetto sarà rivolto anche al recupero e riciclo dei materiali contenuti nel restante 15%, ovvero la parte costituita dalle celle che contiene i materiali più preziosi come il silicio, l’argento e il rame.
All’interno del progetto, l’Enea si occuperà di valutare gli aspetti ambientali dei processi di recupero e supportare la progettazione dell’impianto per il trattamento termico dei pannelli e dei sistemi di trattamento dei reflui liquidi e gassosi.
Secondo il Rapporto “End-of-Life Management: Solar Photovoltaic Panels” di Irena (International Renewable Energy Agency), nel 2050 con i 78 milioni di tonnellate di pannelli fotovoltaici a fine vita accumulati si potrebbero costruire oltre 2 miliardi di nuovi pannelli e generare un giro di affari di 15 miliardi di dollari.