Report sulle tendenze energetiche

Il report “Analisi trimestrale del sistema energetico italiano”, recentemente pubblicato dall’Enea analizza il primo trimestre 2016 e le principali tendenze 2015 e fornisce, per la prima volta, una valutazione della transizione energetica verso un sistema a basso tenore di carbonio, attraverso un indice sintetico del livello di soddisfacimento del cosiddetto trilemma energetico: decarbonizzazione, sicurezza energetica e costo dell’energia.

Nei primi tre mesi del 2016 – si legge nel report – i consumi di energia a livello nazionale hanno registrato un calo dello 0,6% (in parte spiegabile da inverno più mite), con un incremento dell’utilizzo dei prodotti petroliferi del 4% e una diminuzione del 5% del gas nel settore residenziale. In parallelo – continua il report – nel mix della generazione elettrica è aumentato l’utilizzo di fonti fossili (gas +11%) e si è ridotto l’apporto delle rinnovabili, a causa del forte calo della produzione idroelettrica (-17%). Stabili, invece, nell’insieme, eolico e solare.

Le principali criticità – sostiene Enea – sono legate al costo dell’energia che incide sulla competitività del sistema produttivo: ad oggi, il prezzo dell’energia elettrica pagato dalle imprese italiane con consumi medio-bassi resta di circa 4 centesimi di euro a kWh maggiore della media Ue, vale a dire il 30% in più (al netto delle imposte detraibili); questa voce ha mostrato un andamento ambivalente negli anni 2010-2015, con un progressivo disallineamento tra i prezzi italiani e quelli medi europei, registrando però un leggero miglioramento a partire dal 2013.

Riguardo alla sicurezza energetica – rileva il rapporto – a fine 2015 il mercato elettrico continua a presentare le criticità emerse negli ultimi anni, come ad esempio la bassa redditività degli impianti di generazione. La stessa criticità caratterizza il settore della raffinazione, nonostante l’incremento dell’utilizzo degli impianti e un aumento dell’export di gasolio (+150%) e benzina (+ 20%) rispetto al 2014. Riguardo al gas naturale, il calo della domanda degli ultimi anni ha notevolmente allentato le tensioni, ma l’analisi mostra come eventi estremi (ma non escludibili a priori), come un’interruzione a fine inverno dell’approvvigionamento di gas dalla Russia, possano tuttora determinare rischi rilevanti.

In termini di decarbonizzazione – conclude il report – alla fine del 2015 l’Italia fa meglio del target Ue 2020 relativo alle emissioni di CO2 (che sono già inferiori del 34% rispetto al target), nonostante un incremento di oltre il 3% delle emissioni prodotte nell’arco dell’ultimo anno, principalmente a causa dell’aumento dei consumi di energia (+ 2,5% rispetto al 2014) e al maggiore ricorso alle fonti fossili (+3,8%).