In meno di 10 anni, le famiglie italiane hanno investito quasi 28 miliardi di euro (+12% in un anno) per ridurre gli sprechi e rendere più efficienti le proprie abitazioni, realizzando 2,5 milioni di interventi di riqualificazione energetica tra il 2007 e il 2015. È quanto emerge dal V Rapporto sull’Efficienza Energetica (RAEE), presentato dall’Enea.
Secondo il rapporto, il nostro Paese è fra i leader in Europa in questo campo con un livello d’intensità energetica del 18% inferiore della media Ue.
Lo studio evidenzia che l’Italia ha raggiunto il 32% dell’obiettivo di risparmio al 2020 fissato dal Piano Nazionale di Efficienza Energetica 2014. Tra gli strumenti per promuovere l’efficienza, spiega il rapporto, si sono rivelati particolarmente efficaci i certificati bianchi e le detrazioni fiscali per le riqualificazioni energetiche, utilizzate soprattutto per interventi di isolamento termico degli edifici, la sostituzione di infissi e l’installazione di impianti di riscaldamento più efficienti.
«Con le politiche nazionali per l’efficienza – ha sottolineato il Presidente dell’Enea Federico Testa -sono stati raggiunti traguardi importanti, anche se vi sono ancora barriere da superare e forti margini di miglioramento per accrescere il vantaggio competitivo del nostro Paese. L’Enea è in prima linea per far sì che dall’efficienza derivino ulteriori benefici per ridurre la spesa energetica di famiglie, imprese e PA attraverso interventi concreti e l’introduzione di tecnologie innovative. L’efficienza è una grande opportunità per comparti nei quali stiamo lavorando con i ministeri competenti come scuola, beni culturali e agroalimentare, ma anche per rilanciare settori strategici come l’edilizia. Un tema rilevante, sul quale finora si è fatto poco è quello dei condomini anni ‘60 e ‘70, particolarmente poco efficienti dal punto di vista energetico. Dobbiamo trovare meccanismi incentivanti per consentire di diventare “green” anche a quanti vivono in questi complessi e non hanno risorse da investire».
Il documento dà grande spazio ai temi della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, un settore che rappresenta circa il 40% dei consumi finali dell’Unione europea.
Il rapporto conferma che anche nel 2014 la domanda di energia è stata in calo (-3,4% rispetto all’anno precedente), in linea con il trend negativo osservato a partire dal 2010, attestandosi su un valore complessivo di 151 Mtep. Sul fronte dei consumi finali, il settore civile ne assorbe la quota maggiore (37,1%), seguito da trasporti (33,3%) e industria (21,3%).
Nel 2014 i consumi finali dell’industria sono stati pari a 25,7 Mtep, in calo del 2,4% rispetto all’anno precedente. Il settore industriale è quello che ha risentito in misura maggiore della crisi economica, tanto che nel periodo 2007-2014 i consumi si sono ridotti del 31,5%. I settori ad alta intensità energetica nel 2014 hanno assorbito oltre il 60% dei consumi finali.
Con il decreto legislativo 102/2014 che ha recepito la Direttiva 2012/27/UE è stato introdotto lo strumento della diagnosi energetica per le imprese: nel 2015 – rivela l’Enea – sono pervenute 10.823 diagnosi, il 45% da imprese del comparto manifatturiero e il 15% da quelle del commercio.
Anche il settore residenziale ha registrato nel 2014 una significativa diminuzione dei consumi (25,5 Mtep), con un calo del 15% rispetto al 2013. Nel settore non residenziale, dopo una crescita costante negli ultimi 20 anni, rallentata solo dalla crisi economica, i consumi hanno registrato un calo del 6,7% attestandosi a 19,2 Mtep.
Per quanto riguarda le performance energetiche regionali, il rapporto evidenzia che il 60% dei progetti in materia di efficienza energetica è stato portato a termine attraverso i Fondi Strutturali 2007-2013. Inoltre, nel biennio 2014-2015 la superficie complessiva interessata da interventi di riqualificazione energetica nella PA, realizzati o in fase di realizzazione, è stata pari a 855.235 m2. Le risorse utilizzate in applicazione di misure di efficienza energetica sul totale dei fondi POR-FESR, relativi al periodo 2014-2020, ammontano a 2,4 miliardi di euro.