La nuova edizione di “Ecosistema Urbano”, la ricerca di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia, rileva che per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, nel 2014, grazie anche a condizioni metereologiche favorevoli alla dispersione degli inquinanti, scendono a 27 (6 in meno rispetto all’anno precedente) le città in cui almeno una centralina ha rilevato concentrazioni medie annue di biossido di azoto superiori al limite di legge, mentre sono quattro i comuni che non rispettano il limite della concentrazione media annua di PM10. La situazione rimane più critica, anche se in miglioramento, per quanto riguarda i superamenti giornalieri di polveri sottili (PM10): passano da 40 a 33 i capoluoghi in cui almeno una centralina supera i 35 giorni di sforamento consentiti dalla normativa nell’arco dell’anno e cinque di questi arrivano a oltre 75 giorni di superamenti. La ricerca segnala in negativo Frosinone (110 superamenti), Torino (94) e Alessandria (86). Il miglioramento più evidente – sottolinea Legambiente – è quello dell’ozono dove sono 28 i capoluoghi che superano i limiti consentiti (contro i 51 della passata edizione), ma sono ancora sei le città che, almeno in una centralina, fanno registrare superamenti della soglia di guardia per la salute pari o maggiori a due volte il valore obiettivo. Da notare i picchi negativi di Genova (87 giorni all’anno di superamento del limite giornaliero) e di Rimini (64 giorni).
La ricerca si occupa anche di solare termico e fotovoltaico: salgono a diciassette (erano sedici lo scorso anno) i capoluoghi che possono contare su dieci o più kilowatt provenienti da impianti installati su edifici comunali ogni 1.000 abitanti. Salerno è la migliore, con 181 kW installati ogni 1.000 abitanti, seguita da Padova, Massa e Pesaro con circa 30 kW/1.000 abitanti ma sono ancora 23 le città che non arrivano nemmeno a 1 kW/1.000 abitanti e di queste otto restano ferme a zero.
Infine, la ricerca segnale che salgono dai sette dalla passata edizione ai nove di quest’anno i capoluoghi nei quali le perdite della rete idrica sono pari o inferiori al 15% dell’acqua immessa (Ascoli Piceno, Foggia, Macerata, Milano, Monza, Piacenza, Pordenone, Udine e Trento). Dodici (erano 16 lo scorso anno) invece le città nelle quali le perdite sono superiori al 50% (Bari, Cagliari, Catania, Catanzaro, Cosenza, Frosinone, Grosseto, Latina, Matera, Palermo, Rieti, Salerno).