Secondo il rapporto “Outlook for Biogases and Biomethane”, recentemente pubblicato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia, il biogas sta ricevendo un crescente riconoscimento da parte dei decisori politici nell’ottica di rafforzare contemporaneamente la sicurezza energetica e la competitività economica.
Il biogas – ricorda l’AIE – è una miscela di metano, CO2 e piccole quantità di altri gas, prodotta dalla digestione anaerobica di materia organica in un ambiente privo di ossigeno. La sua composizione esatta dipende dal tipo di materia prima e dal processo di produzione. Il contenuto di metano del biogas varia tipicamente dal 45% al 75% in volume.
Il biogas viene solitamente prodotto utilizzando le seguenti tecnologie:
- Biodigestori: si tratta di sistemi ermetici (ad esempio, contenitori o cisterne) in cui il materiale organico viene decomposto da microrganismi presenti in natura. Contaminanti e umidità vengono solitamente rimossi prima dell’utilizzo del biogas.
- Sistemi di recupero del gas di discarica: la decomposizione dei rifiuti solidi urbani in condizioni anaerobiche nelle discariche produce biogas. Questo può essere catturato utilizzando tubazioni e pozzi di estrazione, insieme a compressori, per indurre il flusso verso un punto di raccolta centrale.
- Impianti di trattamento delle acque reflue: possono essere dotati di digestori anaerobici per stabilizzare e ridurre il volume dei fanghi di depurazione. Gli impianti di trattamento delle acque reflue possono anche trattare rifiuti provenienti da industrie biologiche come la cellulosa e la carta.
Il biometano (talvolta definito anche “gas naturale rinnovabile”) è una fonte di metano quasi pura, ed è quindi estremamente simile al gas naturale. Viene prodotto principalmente attraverso l’upgrading del biogas, rimuovendo CO2, acqua e altri contaminanti, utilizzando metodi come il lavaggio ad acqua, la separazione a membrana o l’adsorbimento a pressione variabile. Il biometano può anche essere prodotto tramite gassificazione di biomassa solida seguita da metanazione, sebbene questa sia molto meno comune.
Le tecnologie e le catene di approvvigionamento necessarie per la produzione di biogas – sostiene il rapporto – sono mature e ben note, e ottengono ottimi risultati in termini di sicurezza energetica. Biogas e biometano vengono prodotti in prossimità dei luoghi di consumo, la maggior parte dei materiali necessari tende ad essere di provenienza nazionale e possono contribuire a creare occupazione e reddito per le comunità rurali. Inoltre, i biogas sono fonti di energia distribuibili, il che può contribuire a bilanciare domanda e offerta, e il biometano può essere utilizzato senza modifiche sostanziali alle infrastrutture del gas esistenti.
Per comprendere appieno il potenziale del biogas a livello globale, l’Agenzia ha condotto un’analisi spaziale, la prima nel suo genere, di oltre 5 milioni di località in tutto il mondo. L’analisi ha rilevato che la produzione di biogas potrebbe raggiungere l’equivalente di quasi 1 trilione di metri cubi di gas naturale all’anno a partire da materie prime considerate sostenibili, come ad esempio rifiuti e residui che possono essere trattati con le tecnologie esistenti e non competono con i sistemi alimentari. Questo volume corrisponde a un quarto dell’attuale domanda mondiale annua di gas naturale.
Tuttavia, biogas e biometano – lamenta l’AIE – svolgono ancora un ruolo relativamente marginale nel mix energetico globale. Mentre le attività umane generano miliardi di tonnellate di rifiuti organici ogni anno, meno del 5% delle potenziali materie prime sostenibili viene attualmente utilizzato per la produzione di biogas e biometano.
Numerose barriere normative ed economiche frenano oggi la diffusione del biogas. In media, lo sviluppo di un progetto nel settore richiede dai due ai cinque anni, ma in alcuni casi possono essere necessari fino a sette anni solo per ottenere le autorizzazioni necessarie. E, sebbene le tecnologie di base esistano da anni, i costi di produzione del biometano rimangono significativamente superiori a quelli del gas naturale in molti mercati.
Secondo il rapporto, raggiungere una diffusa competitività in termini di costi richiederebbe, ad esempio, un sostegno politico mirato o una tariffazione dell’anidride carbonica. Ciononostante, il rapporto sostiene che una produzione di biometano cinque volte superiore a quella attuale a livello globale potrebbe essere sviluppata a un costo pari o inferiore ai prezzi all’ingrosso prevalenti del gas naturale. E la competitività del biogas migliora notevolmente quando le politiche ne riconoscono i numerosi benefici collaterali, come la riduzione delle emissioni di metano nel settore agricolo e la produzione di sottoprodotti che possono essere utilizzati come fertilizzanti sostenibili.
Oltre al rapporto, l’AIE ha rilasciato uno strumento di mappatura interattivo che consente agli utenti di visualizzare il potenziale dei biogas a livello globale, nonché una serie di schede informative che mostrano i tipi e le quantità di materie prime disponibili nelle regioni chiave.



